Immagino l’impatto di un viaggiatore straniero che arriva per la prima volta in Italia. La nostra compagnia di bandiera lo accoglie in turistica. Una volta seduto ha occasione di godere subito della classica “seduta insaccata”, atta a guadagnare il numero più alto possibile di passeggeri, ginocchia in bocca, e via!
Durante il rollaggio ha subito un’altra sorpresa: dopo l’annuncio in Italiano, al momento dell’Inglese, ecco il classico grammelot del nostro personale di bordo: “gudivni’ ledisegentreme, Ui’ plis askiu’ tu fasseniusitbels end put iurtreitebel in de upraitpositio…” naturalmente,
Giustamente a ridosso dell’atterraggio, dopo tre ore di volo, il personale di bordo gli offre un bicchiere di Coca-Cola, appena due dita e, contemporaneamente, gli chiede di riconsegnare il bicchiere obbligandolo a risucchiarne rapidamente il contenuto. Atterraggio ok. Poco prima che il comandante, nel “suo” Inglese consigli di fare attenzione nel recuperare i bagagli dalle cappelliere, che non si capisce perché ci si ostini ancora a chiamarle così, scatta la, per noi solita, ressa disordinata per l’acchiappo rapido.
Il viaggiatore, interdetto, resta bloccato al suo posto. Quando riesce finalmente ad alzarsi, per ultimo, nella sinfonia assordante di suonerie di cellulari che intanto si è scatenata, lo aspetta il solito passaggio in pullman, circa 5 minuti, soffocanti e bello pressato, e circondato da afrori che pensava ormai scomparsi! Quando finalmente giunge al recupero bagagli…scopre che il suo è stato smarrito! Dopo una lunga ricerca, trova il banco bagagli smarriti e tenta, inutilmente, di farsi capire da un addetto che non parla una parola di Inglese. Frastornato, si accoda alla classica fila disordinata e scorretta per prendere il taxi…generalmente non meno di una ventina di minuti. La corsa per l’hotel sarebbe 40 euro, ma, carta vince, carta perde e supplementi vari, compreso infrasettimanale dispari, fa 65 euro come se fosse Antani.
La stanza non è pronta purtroppo ma, se desidera può accomodarsi al bar per un bel “drinks” di benvenuto. Fin qui una storia triste, ma in questo paese succedono a volte cose sorprendenti. Il giorno seguente, dopo aver camminato l’intera giornata per musei e monumenti, quelli aperti, il nostro viaggiatore si accascia al tavolino di un bar turistico, uno di quelli dove l’espresso costa 8 euro. E’ ormai sera, il sole tramonta, un musicista ambulante intona Arrivederci Roma, i rumori della piazza si diradano, ed il nostro “eroe” si rende conto, per la prima volta, di essere in uno dei posti più belli del mondo…e sorride. E’ la bellezza straziante di questo paese che ancora potrebbe salvarsi, noi non la vediamo più, ci appare normale, non ce ne curiamo più, non ci curiamo più delle memorie del nostro passato, che potrebbe essere il nostro luminoso futuro.
Benvenuto nel bel paese, viaggiatore o, come direbbe il pilota della nostra linea aerea di bandiera: “velcomtudebiutifulcauntri”.