Seduta sospesa in Aula prima dell'approvazione del trattato che sancisce la realizzazione del gasdotto transfrontaliero tra Grecia, Albania e Italia. Cinque eletti a 5 Stelle si sono diretti verso l'area riservata all'esecutivo. Di Battista (M5S) accusa Martino (Pd) di aver aggredito i colleghi Sibilia e Scagliusi
Seduta sospesa nell’Aula della Camera dove un gruppo di deputati del Movimento 5 Stelle ha occupato i banchi del governo. Mentre i colleghi del Partito democratico urlavano “Fuori”, la vicepresidente Marina Sereni invocava l’intervento dei commessi sospendendo la seduta. Un botta e risposta teso che ha scatenato numerose reazioni. L’accusa M5S in particolare è al deputato Pd Piero Martino. “Ci hanno aggredito fisicamente”, protesta Alessandro Di Battista. I suoi colleghi immediatamente postano in rete la foto e accusano: “Martino ha appena aggredito Sibilia e Scagliusi”, denuncia Manlio di Stefano. “Martino ci ha nuovamente aggredito mettendo le mani addosso a Sibilia e scagliando per terra il suo telefonino”, scrive Giulia Di Vita. “Il solito violento Onorevole Martino viene nei nostri banchi ad aggredire un collega…” , aggiunge Stefano Vignaroli.
Per il presidente della Camera, Laura Boldrini l”occupazione del Movimento 5 Stelle è “un atto molto grave”. Avrebbe dato mandato ai questori di fare rapidamente un’ istruttoria sulla vicenda e poi riferire in ufficio di presidenza per decidere su eventuali nuove sanzioni. Al momento i lavori dell’assemblea sono sospesi in attesa che termini la riunione dei capigruppo. I deputati a 5 Stelle si sono duramente opposti all’inversione dell’ordine del giorno determinato dall’accantonamento delle mozioni sulla dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali per passare alla ratifica del Tap. “Non si può votare questo provvedimento in sessione di bilancio”, ha detto il capogruppo M5S Alessio Villarosa. Ma il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini ha ammonito che se non ci sarà la ratifica l’Italia, sarà soggetta al pagamento di sanzioni.
Il provvedimento è stato già approvato dal Senato. E’ relativo alla costituzione della società Trans Adriatic Pipeline AG per la realizzazione del gasdotto transfrontaliero, che appartiene alla società svizzera Axpo (42.5 per cento), alla società norvegese Statoil (42.5 per cento) e alla società tedesca E.ON Ruhrgas (15 per cento). Il punto di partenza dell’infrastruttura sarà situato in Grecia ed il percorso si svilupperà lungo l’Albania per approdare in Italia. Il Gasdotto sarà lungo 800 km circa, di cui 105 km offshore nel mar Adriatico, e trasporterà circa 10 miliardi di metri cubi all’anno; in futuro si prevede un ulteriore incremento – realizzabile senza dover sostituire o posare nuovi tubi – di 10 miliardi di metri cubi/anno.