La Commissione europea ha comminato una sanzione da 1,7 miliardi a gruppi bancari tra cui Deutsche Bank, Sociète Generale e JP Morgan. Intanto in Germania si profila un nuovo scandalo: al centro della vicenda, presunte manipolazioni del corso valutario
Bruxelles scopre le carte sullo scandalo delle banche coinvolte nella manipolazione dei tassi. Dopo oltre due anni di inchiesta, la Commissione europeaha comminato una maxi multa da 1,712 miliardi per il coinvolgimento nel caso delle manipolazioni di Euroribor, Libor e Tibor. Gli istituti colpiti dalla sanzione sono Deutsche Bank, Sociète Generale, Rbs, JP Morgan, Citigroup e Rp Martin. Contro di loro l’accusa di avere “partecipato a cartelli illegali“: secondo Bruxelles, le banche hanno manipolato i tassi di riferimento che regolano i prestiti interbancari, ma anche gli interessi relativi a molti prodotti finanziari, tra cui i mutui ipotecari. In particolare, l’Euribor si utilizza all’interno dell’Eurozona, mentre il Libor regola le operazioni in valute diverse dall’euro. Chiuso uno scandalo, poi, se ne apre un altro. Il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung parla infatti di nuove manipolazioni, questa volta del corso valutario, operate da diversi istituti di credito in tutto il mondo.
Per quanto riguarda invece il caso appena chiuso, la Commissione sottolinea come “quattro di queste istituzioni hanno partecipato ad un cartello relativo ai derivati su tassi d’interesse denominati in valuta euro. Sei di loro hanno partecipato a una o più intese bilaterali in materia di derivati su tassi d’interesse denominati in yen giapponesi”. Le sanzioni sono state ridotte del 10% dal momento che, spiega Bruxelles, gli istituti hanno accettato un accordo. Due delle banche coinvolte ovvero Ubs e Barclays, non hanno comunque subito alcuna sanzione dal momento che, avendo rivelato l’esistenza dei cartelli, hanno beneficiato dell’immunità.
Commentando la decisione, il commissario alla Conccorennza, Joaquìn Almunia, ha definito “sconvolgente la collusione fra banche che si suppone essere in concorrenza fra di loro. La decisione odierna manda un messaggio chiaro sul fatto che la Commissione è decisa a combattere e punire i cartelli nel settore finanziario”.
E mentre sembra chiudersi uno scandalo sugli istituti di credito, si profila un nuovo caso a partire dalla Germania. Secondo la Sueddeutsche Zeitung, le autorità di vigilanza finanziaria di diversi Paesi europei, asiatici e degli Usa stanno indagando su istituti di credito sospettati di aver manipolato il corso valutario. Le banche – stando alla ricostruzione dell’articolo – hanno portato a termine, in determinati orari concordati, grandi operazioni in valuta straniera con l’obiettivo di influenzarne il corso. “La presunta manipolazione delle valute avrebbe danneggiato chiunque abbia cambiato moneta, dalle grandi multinazionali al cliente privato” degli istituti di credito, scrive il quotidiano tedesco, aggiungendo che già da aprile l’autorità di vigilanza britannica Fca sta verificando le accuse, mentre l’omologa tedesca Bafin è al lavoro dall’estate.
“Finora non ci sono indicazioni che agenti di banche tedesche siano coinvolti nelle manipolazioni”, ha riferito il capo di Bafin, Raimund Roeseler, al quotidiano. Ma le indagini non sono concluse. Secondo la testata di Monaco, Deutsche Bank – che con il 15% degli scambi è il primo operatore sul mercato delle divise – sta portando avanti da tempo un’indagine interna. Coinvolte nell’inchiesta sarebbero anche Barclays e Citigroup, che avrebbero già allontanato alcuni operatori.