Agricoltori e allevatori bloccano i camion in arrivo dall’Austria in difesa del Made in Italy. Sono migliaia, secondo i dati diffusi dalla Coldiretti, che per tutta la giornata, dalle prime ore della mattina fino a sera, hanno invaso la frontiera del Brennero per la mobilitazione “La battaglia di Natale: scegli l’Italia”, promossa per “difendere l’economia e il lavoro delle campagne dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane”. Magliette e cappelli gialli hanno invaso l’area di parcheggio Brennero al km 1 dell’autostrada in direzione sud Austra-Italia. “Nel piazzale scelto come campo”, continua l’Associazione, “ci sono trattori e decine di pullman che, nella notte, hanno già portato al valico gli imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia”. Gli allevatori si sono schierati attorno al tracciato stradale e hanno iniziato a fermare i camion per sapere cosa arriva e dove questi prodotti vanno a finire. Presente alla manifestazione, in solidarietà ai coltivatori, anche il ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo.
video di Fabio De Villa
I manifestanti chiedono di sostenere la proposta di etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti alimentari. Questi alcuni degli striscioni di protesta: “615mila maiali in meno in Italia grazie alle importazioni alla diossina dalla Germania”, “1 mozzarella su 4 è senza latte”, “Italia Germania 3 a 1, undici politici con le palle cercasi” con la foto della squadra vincitrice dei mondiali 1982, “Il falso prosciutto italiano ha fatto perdere il 10 % dei posti di lavoro”, “Basta inganni scegli l’Italia”, “Subito l’etichetta per succhi di frutta, salumi, formaggi e mozzarelle”, “il falso Made in Italy uccide l’Italia“, “Fuori i nomi di chi fa i formaggi con caseine e cagliate”. Si contano diversi trattori, una quarantina di camper e numerosi furgoni che hanno portato prodotti tipici dalle diverse regioni per il vettovagliamento. E’ stata alzata dalla Coldiretti, infatti, una grande tenda sotto la quale potranno alternarsi per mangiare e difendersi dal freddo agricoltori e allevatori.
Alla manifestazione ha partecipato anche il ministro De Girolamo, che ha espresso solidarietà agli agricoltori. “Abbiamo il dovere di difendere la produzione italiana, il lavoro di chi contribuisce ogni giorno a realizzare le nostre eccellenze, ma abbiamo il dovere di garantire anche i consumatori”, è il pensiero della titolare delle Politiche Agricole. “Bisogna continuare a lavorare sulle norme dell’etichettatura, su ogni settore, a cominciare dalla carne di maiale che è l’unica che ha problemi di tracciabilità. Anche andando oltre quello che dice l’Europa“.
Ma la presenza del ministro ha sollevato anche la polemica. Confindustria si è detta “sconcertata per il comportamento del ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, che ha dimostrato di non tenere in debita considerazione tutte le disposizioni Ue che regolano l’originalità dei prodotti agroalimentari”. Gli industriali sostengono che “utilizzare i mezzi di informazione per travisare le indicazioni espresse dalla legge europea in materia di Made in significa ingannare i cittadini”. Confindustria definisce inaccettabili “soluzioni protezionistiche” e difende il settore agroalimentare, che “sente forte la responsabilità della selezione delle materie prime e con altrettanta responsabilità si impegna da sempre per garantire la salute e la salvaguardia dei consumatori e la qualità dei prodotti loro destinati”.
In occasione della mobilitazione del Brennero, la Coldiretti ha diffuso i numeri delle difficoltà in cui versano gli agricoltori. “Con la crisi sono state chiuse in Italia 140mila stalle ed aziende anche a causa della concorrenza sleale dei prodotti di minor qualità importati dall’estero che vengono spacciati come Made in Italy”, è il risultato di un’indagine Coldiretti basata sui dati di Unioncamere. “Solo nell’ultimo anno sono scomparse 32.500 stalle ed aziende agricole e persi 36mila occupati nelle campagne, con impatti devastanti sulla sicurezza alimentare ed ambientale dei cittadini”. E ancora: “Un terzo della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy contiene materie prime straniere”. Questa pratica, denunciano i coltivatori, può essere pericolosa per i consumatori: “La presenza di ingredienti stranieri è dovuta alla ricerca di materie prime che permettono di risparmiare ma la minore qualità di questi prodotti, spesso offerti a prezzi poco “sinceri”, rischia di avere un impatto sulla salute“.