Le alluvioni di domani le stiamo preparando oggi. Mentre proclamiamo lutti nazionali e abbracciamo i parenti delle vittime. Sei milioni di italiani vivono in zone ad alto rischio. I luoghi in pericolo li trovate sul giornale e sul sito. Guardate l’elenco per capire dove vivete. E ricordate questi dati quando, dopo l’ennesima alluvione, i politici di turno punteranno il dito contro il cielo. Bugiardi!
Prendete la Liguria. Una storia esemplare. Qui l’alluvione del 2011 ha lasciato tracce, nella terra, negli incubi della gente. Non nella testa degli amministratori. Così a Brugnato, zona devastata dall’alluvione, sorgerà un outlet capace di ospitare 1.500 persone. Un anno fa l’assessore all’Ambiente della Regione, Renata Briano, avvertì: “Per noi è in piena zona rossa”. Pericolo alluvioni. Fu smentita dalla sua collega all’Urbanistica, Marylin Fusco, poi dimessa per gli scandali. Risultato: si costruisce, per la gioia degli imprenditori, vicini al centrosinistra. A pochi chilometri nascerà il porticciolo della Marinella. Proprio alle foci del fiume Magra che provoca disastri. Tra le società impegnate il Monte dei Paschi di Siena, la banca “rossa”. Nel cda sedeva il cassiere della campagna elettorale di Claudio Burlando. Accanito sostenitore dell’opera Massimo Caleo, ex sindaco di Sarzana (Pd) che sostiene la teoria della “conservazione attiva del territorio”. In questo caso significa quasi mille posti barca, 750 residenze, 250 negozi e 25 stabilimenti balneari. Caleo è stato promosso capogruppo Pd alla commissione Ambiente e Territorio del Senato. A Monterosso (centrodestra), nei giorni in cui si cercavano ancora le vittime dell’alluvione, continuarono a lavorare i cantieri per l’autosilos che imbriglia con il cemento la collina alle spalle del paese. A due passi dal rivo che uccide. La magistratura sequestrò tutto.
Non basta. La Regione Liguria ha varato un piano casa che, secondo il verde Angelo Bonelli, è tra i più devastanti d’Italia. Porterà 30 milioni di metri cubi di costruzioni in una regione che ha già il record del territorio consumato. Mentre ex assessori all’Urbanistica (centrosinistra) che di professione fanno gli architetti firmano colate di cemento per imprenditori oggi latitanti. A Imperia il centrodestra (con il consenso del centrosinistra) ha realizzato porticcioli grandi come città. Chi li costruì è finito in manette, mentre imprese in odor di ‘ndrangheta hanno puntato gli occhi sullo smaltimento della terra.
Intanto a Sanremo si costruiscono grattacieli. E si permette che Genova viva con il terrore della pioggia! Il Comune, di questo gli va dato atto, sta cercando 200 milioni per salvare interi quartieri. Nel frattempo ci si affida ai pannelli luminosi: “Previste forti precipitazioni. Attenzione”. Come dire, siete avvertiti, cavoli vostri. Questo fa lo Stato per noi.
Il Fatto Quotidiano, 2 dicembre 2013