In questi giorni in Italia si parla molto della Terra dei Fuochi fra Napoli e Caserta con la triste e scellerata litania di avvelenamento delle falde acquifere, dell’aria e dell’agricoltura.
In parallelo, a New York il sindaco uscente Mike Bloomberg annuncia che la più grande ex-discarica della città, Freshkills a Staten Island, diventerà la più grande centrale solare della città, in seguito ad una mastodontica operazione di bonifica e di riqualificazione, che tra l’altro è già in atto.
Freshkills copre un’area di circa nove chilometri quadrati. Aprì nel 1947 come discarica temporanea in una zona inizialmente agricola, con foreste e zone lagunari. Era stata progettata da Robert Moses, il controverso e potente “master builder” di New York per durare venti anni, ma accumularono qui monnezza e puzza per molti decenni.
All’apice della sua “attività” Freshkills era la più grande discarica del mondo, e riceveva 20 carichi al giorno di circa 600 tonnellate l’uno. Le montagne di immondizia arrivavano a 70 metri di altezza, di più della Statua della Libertà.
A un certo punto si decise che non era possibile continuare così, e nel 2001 Freshkills venne chiusa anche se venne poi riaperta temporaneamente come punto di smistamento e di ispezione delle macerie dal World Trade Center. Vennero qui identificati 4,257 resti umani.
E così si partì circa dieci anni fa, sotto il sindaco Rudolph Giuliani, con un progetto di durata di 30 anni con lavori di bonifica, di ripristino della zona paludare e di ripopolamento di flora e di fauna. Alla fine dei lavori, Freshkills diventerà un parco di tre volte più grande di Central Park con percorsi naturali, passeggiate a cavallo, mountain biking, e sport acquatici, un immenso spazio verde per la città.
Già oggi parte di Freshkills è aperta al pubblico e viene indicato come un modello per recupero di vecchie discariche. Il New York Times lo chiama un progetto “visionario”, dal costo di varie centinaia di milioni di dollari. Qualche foto si può vedere qui.
L’immondizia di Freshkills è ricoperta da vari strati protettivi. I batteri presenti producono metano che deve essere eliminato per evitare rischi di incendio. A Freshkills viene raccolto, processato e mandato nella rete di distribuzione del gas per uso residenziale e commerciale. Non sono stati costruiti inceneritori – la soluzione facile! – perché la gente non li ha voluti.
Qualche giorno fa il sindaco uscente Mike Bloomberg ha annunciato che a Freshkills sorgerà anche la più grande centrale di energia solare della grande mela che genererà 10 megawatt di potenza, usando fra i 30,000 e i 35,000 pannelli solari e senza sussidi governativi perché a causa delle riduzioni nei costi, l’energia solare è ora competitiva con altre forme di energia.
Due sono le cose da poter prendere da questa storia secondo me. Intanto l’audacia di progettare in grande, per cose utili – ma veramente utili – alla collettività. Chi avrebbe mai detto che la discarica più grande del mondo potesse diventare un parco? E poi, la progettualità a lungo termine. Qui si parla di 30 anni di tempo per finire tutto con una serie di sindaci che si sono susseguiti nel tempo continuando uno dopo l’altro, e con tutte le risorse necessarie.
Ci vorranno trenta anni anche a Napoli? Bene, iniziamo, con serietà, onestà ed ottimismo. Tutti i dettagli su Freshkills sono qui.