Dopo il parziale crollo dell'impianto di San Paolo, gravissimi ritardi anche a Curitiba e Manaus. Il rispetto delle scadenze è un miraggio, ma Blatter non può studiare piani B perché le conseguenze sarebbero disastrose
Il percorso di avvicinamento ai Mondiali di Brasile 2014 si fa sempre più accidentato. Almeno per quel che riguarda gli impianti che dovranno ospitare il torneo. Una settimana fa a San Paolo due operai sono morti nei cantieri dell’Itaquerao, schiacciati da una copertura metallica che ha ceduto dopo una manovra errata di una gru. Adesso la Fifa, a poche ore dal sorteggio dei gironi, si trova costretta a far fronte ai ritardi nei lavori di costruzione: sono sei su dodici (esattamente la metà) gli impianti non ancora pronti. E almeno tre non lo saranno entro la fine del 2013, termine ultimo per la consegna. Un’altra brutta figura per la massima associazione calcistica mondiale e per il Brasile, che negli scorsi giorni avevano già gettato la spugna sull’autorizzazione del laboratorio antidoping di Rio de Janeiro, revocata in via definitiva dalla Wada (i controlli verranno effettuati in Svizzera).
Joseph Blatter continua a mostrarsi sicuro: “Si tratta di un contrattempo minimo. E’ una questione di fiducia negli organizzatori. E noi ci fidiamo”, ha dichiarato il presidente della Fifa. La situazione, però, pare più complicata. Nell’Arena Pantanal di Cuiabà, vicino al confine con la Bolivia, devono ancora essere completati tetto, spalti e campo di gioco. A Manaus, nel cuore dell’Amazzonia, i ritmi dei lavori stanno facendo i conti anche con il clima tropicale, particolarmente piovoso in questo periodo dell’anno. E visto che la squadra locale, il Nacional, non ha una grande tradizione né una tifoseria particolarmente numerosa, a manifestazione finita l’impianto da oltre 40mila posti rischia di trasformarsi in una classica cattedrale nel deserto. Anzi, nella foresta. Ma la vera emergenza sembra essere quella di Curitiba: l’Arena de Baixada non è pronta che per l’85%, e anche i fondi stanziati potrebbero rivelarsi insufficienti. Senza dimenticare le condizioni dell’Itaquerao di San Paolo, dove l’incidente, oltre alle vittime, ha provocato anche un rallentamento dei lavori.
Le difficoltà evidenziate dal dossier arrivato in questi giorni sul tavolo di Blatter rivelano anche gli errori di valutazione compiuti dagli organizzatori. La Fifa aveva chiesto un minimo di otto impianti, al momento dell’assegnazione del torneo. Il Brasile ha insistito perché fossero dodici, per portare la manifestazione in tutte le zone del Paese. Ma l’impresa si sta rivelando più ardua del previsto. Alla Fifa, comunque, non restano grandi alternative oltre all’ottimismo: “In nessuno di questi casi stiamo pensando ad un’alternativa”, ha dichiarato il segretario generale, Jerome Valcke. Anche perché non sarebbe possibile: più di un milione di biglietti è già stato venduto per le partite della prossima estate, cancellare gli eventi in una città comporterebbe un danno economico e d’immagine incalcolabile. Considerati i test richiesti dalla Fifa (almeno due match ufficiali per campo), in Brasile si preparano dunque ad una vera e propria corsa contro il tempo. La prossima scadenza, adesso, è fissata al 12 giugno 2014, giorno dell’inaugurazione del torneo. Quando non si potrà più sbagliare.