Non è stata facile la vita affettiva di Nelson Mandela, o Madiba, come affettuosamente avrebbe imparato a chiamarlo un intero popolo: come molti altri leader ‘sposati alla causa’, l’attività politica, la clandestinità, la privazione della libertà hanno eretto una barriera a volte insormontabile fra il rivoluzionario e la sua famiglia. Una famiglia numerosa e ramificata come spesso in Africa, ma anche un clan tutt’altro che unito, segnato da tragedie e lutti precoci.
Mandela ha avuto tre mogli: Evelyn Ntoko Mase (morta nel 2004), Winnie Madikizela-Mandela e Graca Machel. A 23 anni era anche scappato da un matrimonio combinato dal suo tutore, il reggente del trono Thembu, fuggendo a Johannesburg.
Il primo matrimonio, con Evelyn Ntoko Mase, sposata nel 1944, dura 13 anni. Evelyn, testimone di Geova e allergica alla politica, non regge la convivenza con il marito rivoluzionario, che antepone sempre la lotta alla famiglia. Il divorzio arriva nel 1957. Evelyn ha accusato il marito di continui tradimenti e anche maltrattamenti. Accuse mai provate, non formalizzate nella causa di divorzio e che Mandela ha sempre negato. Da Evelyn ha avuto due figli, Madiba Thembekile (Thembi) e Makgatho Mandela; e 2 figlie, chiamate entrambe Makaziwe (la prima morì a 9 mesi).
Thembi perì in un incidente d’auto nel 1969, quando Mandela era detenuto a Robben Island. Non gli fu permesso di andare al funerale. L’altro figlio, Makgatho, morì di Aids nel 2005. Mandela annunciò pubblicamente la causa della morte, per contribuire a lottare contro il pregiudizio che in Africa circonda la malattia.
La relazione con Winnie (nella foto) sposata nel 1958, fu completamente diversa. Mandela ha adorato questa moglie fiera, intelligente, coraggiosa e determinata. Al contrario di Evelyn, Winnie a sua volta si lancia nella lotta anima e corpo. Amatissima dalle nuove leve di militanti delle township cresciute negli anni ’70 per le sue posizioni radicali e i suoi discorsi incendiari, Winnie diventa a sua volta un’icona della lotta di liberazione: la Pasionaria di Soweto, la ‘Madre della Nazione’. Ma la loro relazione è minata dall’oggettiva impossibilità di stare insieme. Dal 1962 Mandela è in carcere e non ne uscirà che nel 1990. Fuori, Winnie è perseguitata dal regime, sia perché moglie di Mandela, sia per la sua attività politica. Mandela più volte ricorderà la pena provata nel non poter proteggere la moglie e le due figlie Zeni e Zindzi.
L’11 febbraio 1990 le televisioni di tutto il mondo trasmettono le immagini di Mandela che esce dalla prigione di Victor Vester, tenendo per mano Winnie. Ma è un legame già logorato. Negli ultimi anni feroci della lotta all’apartheid, Winnie ha messo su il Mandela united football club, una ‘squadretta’ di ragazzi che diventa la sua guardia del corpo e che si scoprirà poi guidata da un informatore della polizia e responsabile di sequestri, torture, omicidi. La sua immagine si appanna, viene accusata di appropriazioni indebite di denaro. E’ processata e condannata. Si parla di amanti e tradimenti. Nel 1992 c’è la separazione, nel 1996 il divorzio.
Nel 1998 Mandela si sposa per la terza volta, con Graca Machel, vedova di Samora Machel, storico leader della lotta di indipendenza del Mozambico e suo primo presidente. E’ una donna colta, intelligente, che protegge la tranquillità e la riservatezza degli ultimi anni del leader ormai vecchio e malato. L’11 giugno 2010, un’ultima tragedia in famiglia gli aveva impedito di presenziare alla cerimonia di apertura a Johannesburg dei Mondiali di calcio. Una adorata nipotina di 13 anni, Zenani, era morta la notte prima in un incidente d’auto, con un altro membro della famiglia, ubriaco, al volante.
A Madiba sopravvivono quattro figli, 21 nipoti e un numero crescente di bisnipoti: alcuni assai chiacchierati come Zondwa, figlio di Zindzi, controverso imprenditore.