L'autorità di vigilanza sulle assicurazioni in audizione alla Camera: "Serve uno sforzo collettivo per portare i prezzi ai livelli europei". Ma i consumatori passano all'attacco dell'istituto: "Tutela gli interessi delle compagnie". Ed è scontro sui numeri tra imprese e utenti
“Gli elevati livelli tariffari della Rc auto sono un vero e proprio problema sociale”. Ad affermarlo è Riccardo Cesari, consigliere di Ivass (l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni che ha sostituito l’Isvap), ascoltato in audizione alla Camera. E ancora, serve “uno sforzo collettivo” per portare i prezzi ai livelli europei. Ma la relazione di Cesari fa scattare, immediata, la reazione delle associazioni degi utenti, che attribuiscono “precise responsabilità” all’authority. I consumatori ingaggiano anche uno scontro sui numeri con le imprese, che parlano di un calo dell’esborso per gli automobilisti nel 2013.
Ma nonostante le rassicurazioni delle compagnie, ben diverso è il quadro descritto dall’Ivass. Secondo Cesari, infatti, “occorre una soluzione strutturale e, soprattutto, duratura che consenta, nella salvaguardia della solvibilità delle imprese, di ricondurre le tariffe a livelli accettabili, tenuto conto anche del loro forte divario, in pejus, lamentato dall’Italia rispetto agli altri Paesi europei”. Lo sforzo collettivo, ha spiegato nel corso dell’audizione, deve essere dunque quello di “riuscire a esercitare la giusta pressione normativa sui costi, impliciti ed espliciti, del sistema Rc auto, per portare i prezzi delle polizze su un sentiero di rientro ai livelli europei”. Non a caso, l’Istituto “lavora alla costruzione di una rilevazione statistica per monitorare le effettive dinamiche tariffarie”.
Cesari ha poi aggiunto che i costi dei sinistri sono in diminuzione: per questo, l’Ivass si aspetta anche un calo dell’esborso per gli utenti. In particolare, i dati sull’attività antifrode svolta autonomamente dalle imprese indicano nel 2012 una riduzione del costo dei sinistri “nell’ordine di 166 milioni di euro”, ha spiegato. “Considerando che l’onere sinistri nel 2012 è stato di circa 13,1 miliardi e il totale dei premi di competenza ha raggiunto i 17,7 miliardi, l’incidenza è di 1,3% e 0,9% rispettivamente”. Allo stesso tempo, gli interventi legislativi sui danni alla persona, che hanno introdotto criteri più stringenti e oggettivi contro i falsi colpi di frusta, stanno producendo “effetti positivi per il sistema”. Dopo l’introduzione di nuovi criteri, il numero dei sinistri è sceso nel 2012 rispetto al 2011 del 25%, mentre il relativo costo medio è passato da 2.056 euro a 1.603 euro (-22%).
Ma le parole di Cesari fanno scattare in piedi tutte le associazioni di consumatori. “L’Ivass ha fatto la scoperta dell’acqua calda”, è il commento ironico del Codacons. “Noi questa frase la diciamo da circa 15 anni, chiedendo interventi per ridurre i costi delle polizze e porre fine al massacro degli assicurati”, spiega il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi. “Non possiamo non chiederci dove fosse l’istituto quando il Codacons denunciava a gran voce gli abnormi aumenti delle polizze Rc auto, cresciute del 250% dal 1994 ad oggi, tariffe stellari che hanno contribuito all’impoverimento generale degli italiani”, conclude Rienzi.
Ancora più dure le parole di Elio Lannutti, presidente di Adusbef. “Gli elevati livelli tariffari dell’assicurazione Rc Auto – si legge in una nota -, vero e proprio salasso che coinvolge milioni di cittadini e che ha assunto una ulteriore connotazione di urgenza nell’attuale contesto di crisi economica del Paese, sono stati generati dalla voracità delle compagnie, ma soprattutto da precise responsabilità dell’Isvap, oggi Ivass, che ha svolto negli ultimi anni l’esclusiva funzione di tutelare gli interessi degli assicuratori i cui scippi con destrezza sono stati segnalati soltanto dall’Ivass”. Adusbef snocciola una serie di dati sugli incrementi delle polizze: in 18 anni, aumenti del 245% per le auto e del 480% per le moto, con la Rc auto “che si mangia il 6,5% dello stipendio, il doppio della media Ocse e il triplo dell’Inghilterra”.
Ma è proprio sui numeri che si gioca la battaglia tra utenti e imprese. Da una parte, ci sono i dati di Federconsumatori, secondo i quali solo quest’anno la Rc auto registra aumenti del 4-5 per cento. Inoltre, secondo l’associazione, negli ultimi anni si è fatta sempre più marcata la differenza tra i costi della Rc auto al Nord ed al Sud Italia, “aggravata dall’atteggiamento al limite della legalità adottato da molte compagnie che, soprattutto nel Sud, operano disdette strumentali, per poi riproporre una nuova polizza con prezzi elevatissimi”.
Ma a questi numeri risponde Ania, l’associazione delle imprese assicuratrici, sostenendo che nel 2013 i prezzi della rc auto hanno segnato una diminuzione di circa il 5%. “Il dato – fanno sapere le comapgnie di assicurazione -, che si riferisce ai prezzi effettivamente pagati dagli assicurati, è del resto confermato anche dall’andamento delle tariffe monitorato dall’Istat, cioè dei prezzi dei listini pubblicati dalle imprese e che non tengono conto degli sconti riconosciuti dalle compagnie né dei cambi di compagnia per pagare premi più bassi. Il dato Istat sulle tariffe mostra infatti ad ottobre 2013 una riduzione del tasso tendenziale delle tariffe rc auto pari al 2,6%”. E attacca frontalmente le associazioni di consumatori: “Da alcuni tempi Adusbef e Federconsumatori riferiscono di aumenti generalizzati della Rc auto senza mostrare la metodologia di analisi adottata, che deve essere rigorosa e scientifica e non riferita a singole casistiche elevate a paradigma generale”.