Il gup di Milano, Stefania Donadeo ha condannato, al termine di un processo con rito abbreviato in contumacia, l’ex imam di viale Jenner a 6 anni di carcere con l’accusa di terrorismo internazionale. Abu Omar, che da tempo vive ad Alessandra d’Egitto, doveva rispondere di aver fatto parte tra il 2000 e il 2003, assieme ad altri 13 stranieri (molti dei quali già condannati in via definitiva) di una associazione che aveva lo “scopo di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo in Italia e all’estero all’interno di un’organizzazione sovranazionale”. La procura aveva chiesto sei anni e otto mesi.
Il suo legale, Carmelo Scambia ha commentato la sentenza, ricordando che il suo assistito ha sempre respinto le accuse di terrorismo internazionale, sostenendo di essersi limitato “ad aderire a un percorso politico-ideologico per professare il proprio credo e la propria fede”. “Davo per scontato l’esito di questo processo – ha spiegato l’avvocato di Abu Omar – c’era da stabilire solo la quantificazione della pena che in linea teorica poteva arrivare anche a 10 anni. Ora vedremo le motivazioni e vedremo anche se ci saranno riferimenti al rapimento che ha subito”. Le motivazioni della sentenza arriveranno tra quaranta giorni.
Gli stessi magistrati che hanno condotto a Milano l’inchiesta sull’imam – Armando Spataro e Ferdinando Pomarici – hanno guidato anche l’indagine sul suo rapimento, che si è trasformato in uno dei più clamorosi casi di intervento illegale dei servizi segreti statunitensi in suolo straniero. Se non fosse stato sequestrato e portato prima in Germania e poi in Egitto l’uomo sarebbe stato arrestato. Per il sequestro di Abu Omar, nel settembre 2012, sono stati condannati in via definitiva 23 agenti della Cia. A uno di essi, Joseph Romano, lo scorso aprile è stata concessa la grazia da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il 16 dicembre, in Cassazione, si svolgerà invece l’udienza per l’ex vertice del Sismi Nicolò Pollari e il funzionario Marco Mancini, condannati rispettivamente a dieci e nove anni di carcere.