Come direbbe Sabina Guzzanti: a) sono stupidi, b) sono arroganti; c) sono stupidi e arroganti. Ma andiamo con ordine.
Il 18 novembre: “Alenia Aermacchi (una società Finmeccanica) e l’Aeronautica Militare hanno firmato oggi al Dubai Airshow 2013 un accordo che prevede lo sviluppo, sperimentazione, certificazione, industrializzazione e supporto logistico di un velivolo per il supporto delle missioni del Comando Operativo Forze Speciali (COFS) denominato MC-27J Praetorian” (dal comunicato stampa ufficiale di Alenia). Qualche giorno dopo Massimo Artini, M5S, e Donatella Duranti di Sel, presentano due interrogazioni alla Camera per chiedere ragione di questo ordine mai passato per le Commissioni difesa, di cui non si sa il costo (si sussurra siano 100 milioni, ma niente di ufficiale) e soprattutto non si sa quale sia il nemico contro il quale dovrebbero essere usate le sei cannoniere volanti. Ieri, con sorprendente rapidità, il Governo non ha risposto. Nel senso che si è presentata la generala Pinotti usando la solita identità di copertura di sottosegretario alla Difesa per raccontare una serie di barzellette, in un crescendo di esilarante comicità.
Citiamo dal resoconto della Camera del 5 novembre (chi parla è la Pinotti): “In primo luogo, è opportuno puntualizzare che, al momento, non è stato firmato alcun contratto”. Ecco, ci siamo sbagliati tutti, davvero. In effetti, rileggiamoci il comunicato dell’Alenia: “firmato (…) un accordo”, mica un “contratto”. Infatti, scrive l’Enciclopedia Treccani, “Contratto è definito dalla legge l’accordo di due o più persone”. Siamo più tranquilli. Si deve essere sbagliata anche l’ATK, partner americana di Alenia: “ATK and Alenia Aermacchi Earn Contract from the Italian Air Force for Roll-On/Roll-Off Palletized Gun and Command and Control Systems” titola il loro comunicato. Sapete, sono cow boys, che possono capire delle sottigliezze dei legulei, usano “contract” ma potrebbero dire “tu mi dai due vacche, io ti do un cavallo”. Dunque, tranquilli non è stato firmato alcun contratto, ma solo un “accordo” o forse un “contract”. Sempre l’ATK scrive nel suo comunicato: “The Italian Air Force is the launch customer for the program”, l’Aeronautica militare è il cliente di lancio del programma. Vedete, è solo un cliente, uno dei tanti. Vai al supermercato e, sbadatamente metti nel carrello un MC-27J Praetorian pensando di aver preso un Dash lava-più-bianco. Speriamo abbiano tenuto lo scontrino, così glielo cambiano.
Continua: “Pertanto (…) ora è in atto una fase (…) di verifica delle diverse soluzioni percorribili, a partire dalle disponibilità o nelle capacità tecniche delle Industrie nazionali. In tale ottica, sono in corso di valutazione alcune opzioni”. Ammettetelo, è un bel sollievo: stanno solo verificando a partire dalle…Metti che scoprano una start-up a Metaponto che fa cannoniere volanti a loro insaputa. Sai l’Alenia dove può andare a metterselo il suo non-contratto? Altro che “sviluppo, sperimentazione, certificazione, industrializzazione e supporto logistico” come scrivono quei lazzaroni di Finmeccanica che evidentemente vogliono forzare la mano al Governo. Un classico del capitalismo parassitario italiano.
E ancora: “Le valutazioni delle capacità dell’assetto (sic!, vedi post-scriptum) saranno condotte a livello nazionale in contesti addestrativi il più vicino possibile a quelli reali”. Notate l’encomiabile prudenza. Si valuta, si prova in contesti addestrativi, poi, casomai – tangenti permettendo (oh, signora mia, in giro è pieno di indiani, afghani e chissà quanta altra gente corrotta, non ci sono più le Antilope Cobbler di una volta) si decide. Altro che “sviluppo di un prototipo da parte di Alenia Aermacchi che sarà consegnato all’Aeronautica Militare il 31 Marzo 2014 e testato in scenario operativo nel primo semestre del 2014” come scrive il comunicato della ditta. In “scenario operativo” dicono (avevano una voglia matta di scrivere “Afghanistan” ma hanno avuto paura che Karzaj si incazzasse). Gli americani, che sono pistoleri e non hanno dunque la finezza politica del generale Pinotti, traducono brutalmente con “deploying the first aircraft in the operational theatre next spring”, schierare il primo aereo in teatro operativo la prossima primavera. Maleducati. Ma perché il Governo, visto che è l’azionista di riferimento di Finmeccanica, non fa licenziare sui due piedi questo Giuseppe Giordo, amministratore delegato di Alenia, che autorizza la diffusione di simili bugie mettendo il mite Letta (nipote) in cotanto imbarazzo?
Si finisce in gloria: “Si rassicurano, pertanto, gli onorevoli interroganti, evidenziando che solo al termine della fase di studio e progettazione si valuterà, ai sensi di quanto previsto dalle norme del codice dell’ordinamento militare che disciplinano la materia, la possibilità di inoltrare il progetto e il relativo decreto di approvazione alle Camere, ai fini del parere delle competenti Commissioni parlamentari”. Nei comunicati c’è scritto che gli aerei da trasformare sono sei, il primo entro il 31 marzo 2014 (badate: non a primavera, o verso la fine di marzo, no proprio il 31, preciso come la morte), che i sistemi d’arma da imbarcare sono tre? Fantasie degli uffici stampa. Ecco la prova provata che al Governo c’è davvero tanta brava gente: prima studiano e progettano (che l’MC-27J sia in sviluppo da due anni è un dettaglio, forse una storia messa in giro dai comunisti) poi “valuteranno la possibilità”. Lo stile cardinalizio pre-Bergoglio è usato qui in tutta la sua insinuante potenza: “Vedremo, valuteremo, studieremo” mentre i roghi per gli eretici già ardono.
Una nota, infine, per quei creduloni di deputati che pensavano con l’articolo 4 della legge 244/2012 (la famigerata Napolitano-Di Paola) di essersi portati a casa il veto parlamentare sui programmi di armamento. La generala Pinotti, alla richiesta di sapere dove fosse l’autorizzazione del Parlamento per il programma, dice senza batter ciglio: nel documento eccetera è stato inserito tra le esigenze pianificate della componente aerea il programma di «sviluppo e serializzazione di sistemi di bordo per equipaggiare i velivoli MC-27J da destinare al supporto delle Forze speciali». Siccome lo abbiamo scritto, lo facciamo. La prossima volta scriveranno che vogliono le renne di Babbo Natale e tutti zitti e mosca. Parlamentaaariiii? (eseguire una pernacchia a piacimento).
Dunque, alla domanda del primo capoverso la risposta c) (arroganti e in malafede) è l’unica possibile. A questo punto un altro piccolo quiz: a) la generala Pinotti viene cacciata; b) la generala Pinotti si dimette; c) si toccano. Che opzione sceglieranno?
PS: da alcuni anni nei documenti ufficiali e non ufficiali del Ministero della Difesa la parola “assetto” viene usata come sinonimo di mezzo, risorsa. In italiano assetto vuol dire “1) L’atto e il modo di assettare e di assettarsi o di essere assettato eccetera; 2) Modo di reggersi, di governarsi, di amministrarsi eccetera” (vocabolario Treccani). In inglese “asset” significa tutt’altro “a valuable person or thing” (Merriam-Webster Learner’s Dictionary). Usarlo come fa la Pinotti vuol dire dimostrare una assoluta subalternità psicologica e culturale agli anglosassoni. Che, non a caso, attecchisce così bene tra i nostri militari. Forse sarebbe meglio arrendersi.
Toni De Marchi
Giornalista
Economia & Lobby - 6 Dicembre 2013
Cannoniere volanti, solo la Pinotti non sa del contratto
Come direbbe Sabina Guzzanti: a) sono stupidi, b) sono arroganti; c) sono stupidi e arroganti. Ma andiamo con ordine.
Il 18 novembre: “Alenia Aermacchi (una società Finmeccanica) e l’Aeronautica Militare hanno firmato oggi al Dubai Airshow 2013 un accordo che prevede lo sviluppo, sperimentazione, certificazione, industrializzazione e supporto logistico di un velivolo per il supporto delle missioni del Comando Operativo Forze Speciali (COFS) denominato MC-27J Praetorian” (dal comunicato stampa ufficiale di Alenia). Qualche giorno dopo Massimo Artini, M5S, e Donatella Duranti di Sel, presentano due interrogazioni alla Camera per chiedere ragione di questo ordine mai passato per le Commissioni difesa, di cui non si sa il costo (si sussurra siano 100 milioni, ma niente di ufficiale) e soprattutto non si sa quale sia il nemico contro il quale dovrebbero essere usate le sei cannoniere volanti. Ieri, con sorprendente rapidità, il Governo non ha risposto. Nel senso che si è presentata la generala Pinotti usando la solita identità di copertura di sottosegretario alla Difesa per raccontare una serie di barzellette, in un crescendo di esilarante comicità.
Citiamo dal resoconto della Camera del 5 novembre (chi parla è la Pinotti): “In primo luogo, è opportuno puntualizzare che, al momento, non è stato firmato alcun contratto”. Ecco, ci siamo sbagliati tutti, davvero. In effetti, rileggiamoci il comunicato dell’Alenia: “firmato (…) un accordo”, mica un “contratto”. Infatti, scrive l’Enciclopedia Treccani, “Contratto è definito dalla legge l’accordo di due o più persone”. Siamo più tranquilli. Si deve essere sbagliata anche l’ATK, partner americana di Alenia: “ATK and Alenia Aermacchi Earn Contract from the Italian Air Force for Roll-On/Roll-Off Palletized Gun and Command and Control Systems” titola il loro comunicato. Sapete, sono cow boys, che possono capire delle sottigliezze dei legulei, usano “contract” ma potrebbero dire “tu mi dai due vacche, io ti do un cavallo”. Dunque, tranquilli non è stato firmato alcun contratto, ma solo un “accordo” o forse un “contract”. Sempre l’ATK scrive nel suo comunicato: “The Italian Air Force is the launch customer for the program”, l’Aeronautica militare è il cliente di lancio del programma. Vedete, è solo un cliente, uno dei tanti. Vai al supermercato e, sbadatamente metti nel carrello un MC-27J Praetorian pensando di aver preso un Dash lava-più-bianco. Speriamo abbiano tenuto lo scontrino, così glielo cambiano.
Continua: “Pertanto (…) ora è in atto una fase (…) di verifica delle diverse soluzioni percorribili, a partire dalle disponibilità o nelle capacità tecniche delle Industrie nazionali. In tale ottica, sono in corso di valutazione alcune opzioni”. Ammettetelo, è un bel sollievo: stanno solo verificando a partire dalle…Metti che scoprano una start-up a Metaponto che fa cannoniere volanti a loro insaputa. Sai l’Alenia dove può andare a metterselo il suo non-contratto? Altro che “sviluppo, sperimentazione, certificazione, industrializzazione e supporto logistico” come scrivono quei lazzaroni di Finmeccanica che evidentemente vogliono forzare la mano al Governo. Un classico del capitalismo parassitario italiano.
E ancora: “Le valutazioni delle capacità dell’assetto (sic!, vedi post-scriptum) saranno condotte a livello nazionale in contesti addestrativi il più vicino possibile a quelli reali”. Notate l’encomiabile prudenza. Si valuta, si prova in contesti addestrativi, poi, casomai – tangenti permettendo (oh, signora mia, in giro è pieno di indiani, afghani e chissà quanta altra gente corrotta, non ci sono più le Antilope Cobbler di una volta) si decide. Altro che “sviluppo di un prototipo da parte di Alenia Aermacchi che sarà consegnato all’Aeronautica Militare il 31 Marzo 2014 e testato in scenario operativo nel primo semestre del 2014” come scrive il comunicato della ditta. In “scenario operativo” dicono (avevano una voglia matta di scrivere “Afghanistan” ma hanno avuto paura che Karzaj si incazzasse). Gli americani, che sono pistoleri e non hanno dunque la finezza politica del generale Pinotti, traducono brutalmente con “deploying the first aircraft in the operational theatre next spring”, schierare il primo aereo in teatro operativo la prossima primavera. Maleducati. Ma perché il Governo, visto che è l’azionista di riferimento di Finmeccanica, non fa licenziare sui due piedi questo Giuseppe Giordo, amministratore delegato di Alenia, che autorizza la diffusione di simili bugie mettendo il mite Letta (nipote) in cotanto imbarazzo?
Si finisce in gloria: “Si rassicurano, pertanto, gli onorevoli interroganti, evidenziando che solo al termine della fase di studio e progettazione si valuterà, ai sensi di quanto previsto dalle norme del codice dell’ordinamento militare che disciplinano la materia, la possibilità di inoltrare il progetto e il relativo decreto di approvazione alle Camere, ai fini del parere delle competenti Commissioni parlamentari”. Nei comunicati c’è scritto che gli aerei da trasformare sono sei, il primo entro il 31 marzo 2014 (badate: non a primavera, o verso la fine di marzo, no proprio il 31, preciso come la morte), che i sistemi d’arma da imbarcare sono tre? Fantasie degli uffici stampa. Ecco la prova provata che al Governo c’è davvero tanta brava gente: prima studiano e progettano (che l’MC-27J sia in sviluppo da due anni è un dettaglio, forse una storia messa in giro dai comunisti) poi “valuteranno la possibilità”. Lo stile cardinalizio pre-Bergoglio è usato qui in tutta la sua insinuante potenza: “Vedremo, valuteremo, studieremo” mentre i roghi per gli eretici già ardono.
Una nota, infine, per quei creduloni di deputati che pensavano con l’articolo 4 della legge 244/2012 (la famigerata Napolitano-Di Paola) di essersi portati a casa il veto parlamentare sui programmi di armamento. La generala Pinotti, alla richiesta di sapere dove fosse l’autorizzazione del Parlamento per il programma, dice senza batter ciglio: nel documento eccetera è stato inserito tra le esigenze pianificate della componente aerea il programma di «sviluppo e serializzazione di sistemi di bordo per equipaggiare i velivoli MC-27J da destinare al supporto delle Forze speciali». Siccome lo abbiamo scritto, lo facciamo. La prossima volta scriveranno che vogliono le renne di Babbo Natale e tutti zitti e mosca. Parlamentaaariiii? (eseguire una pernacchia a piacimento).
Dunque, alla domanda del primo capoverso la risposta c) (arroganti e in malafede) è l’unica possibile. A questo punto un altro piccolo quiz: a) la generala Pinotti viene cacciata; b) la generala Pinotti si dimette; c) si toccano. Che opzione sceglieranno?
PS: da alcuni anni nei documenti ufficiali e non ufficiali del Ministero della Difesa la parola “assetto” viene usata come sinonimo di mezzo, risorsa. In italiano assetto vuol dire “1) L’atto e il modo di assettare e di assettarsi o di essere assettato eccetera; 2) Modo di reggersi, di governarsi, di amministrarsi eccetera” (vocabolario Treccani). In inglese “asset” significa tutt’altro “a valuable person or thing” (Merriam-Webster Learner’s Dictionary). Usarlo come fa la Pinotti vuol dire dimostrare una assoluta subalternità psicologica e culturale agli anglosassoni. Che, non a caso, attecchisce così bene tra i nostri militari. Forse sarebbe meglio arrendersi.
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Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Vogliamo il pilastro europeo dell'Alleanza atlantica e non lo delegheremo alla Francia e alla Gran Bretagna". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo. "Per avere i granai pieni -ha aggiunto- bisogna avere gli arsenali pieni, la difesa è la premessa della libertà e della democrazia".
Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Le sedici aziende dell’Alleanza “Value of Beauty”, lanciata a febbraio 2024, hanno presentato a Bruxelles uno studio commissionato a Oxford Economics sull’impatto socioeconomico del settore. Il Gruppo L’Oréal, Kiko Milano, Beiersdorf, Iff, e altri grandi marchi dell’industria vogliono inserirsi nello spiraglio aperto dalla Commissione europea per favorire la semplificazione normativa in vari ambiti, e per chiedere un dialogo strategico sul futuro del settore, come già successo per agricoltura e automotive.
Il settore guarda con attenzione alle proposte su una legge europea vincolante per le biotecnologie e alla strategia per la bioeconomia, che la Commissione si impegna a presentare entro la fine dell’anno. Ma guarda con attenzione anche agli sviluppi nelle relazioni commerciali in Occidente alla luce della recente entrata in vigore dei dazi di Washington sull’import dall’Unione europea.
“Cinque delle sette più grandi aziende del settore hanno la loro sede nell’Ue”, ha sottolineato l’amministratore delegato del Gruppo L’Oréal, Nicolas Hieronimus.
A Bruxelles i sedici membri dell’Alleanza chiedono politiche per la produzione sostenibile di ingredienti e la formazione di personale per sbloccare il potenziale del settore. Un aspetto legato, secondo l’amministratore delegato di Kiko Milano, Simone Dominici, all’impatto positivo che la cura del corpo e dell’estetica ha sull’autostima e sulla salute mentale dei consumatori. Aspetti non trascurati dallo studio dell’Oxford Economics presentato all’ombra dei palazzi delle istituzioni europee. Il rapporto mostra che la spesa dei consumatori nell’Ue per i prodotti di bellezza e cura della persona ha superato i 180 miliardi di euro e dato lavoro a oltre tre milioni di persone, un numero che supera il totale della forza lavoro presente in 13 Stati membri dell’Ue. Troppi anche gli oneri per l'industria della cosmetica che rendono necessaria una revisione della direttiva sulle acque reflue. Forte dei 496 milioni di euro generati ogni giorno e dei 3,2 milioni di posti di lavoro, la cordata dei grandi nomi dell’industria della bellezza chiede che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio “chi inquina paga”.
I riflettori dell’Alleanza, che guarda anche agli interessi di tutti gli attori della filiera - dagli agricoltori ai vetrai, importanti nella catena del valore quanto le case di fragranze - sono rivolti in primis sull’attesa revisione del regolamento Reach (Regulation on the registration, evaluation, authorisation and restriction of chemicals), che regolamenta le sostanze chimiche autorizzate e soggette a restrizione nell’Unione europea. L’Alleanza chiede che a questa iniziativa, annunciata nel 2020 come parte del pacchetto sul Green deal, si aggiunga anche una revisione del regolamento sui prodotti cosmetici.
L’appello ha come obiettivo la riduzione degli oneri amministrativi e lo stimolo all'innovazione, senza sacrificare l’approccio basato sul rischio per la salute e la responsabilità per la tutela dell’ambiente. Trasmette ottimismo l’iniziativa della Commissione di considerare delle esenzioni per alcune imprese colpite dalla direttiva della diligenza dovuta che imponeva oneri considerati sproporzionati alle piccole e medie imprese, la colonna portante del settore.
“Vogliamo impiegare più tempo alla sostenibilità, piuttosto che alla rendicontazione amministrativa”, è stato l’appello degli amministratori delegati durante la conferenza stampa che ha preceduto gli incontri istituzionali al Parlamento europeo, tra cui quello con la presidente dell’istituzione, Roberta Metsola. Lo studio presentato dimostra che una parte consistente della cura per la sostenibilità ambientale passa anche dalla cosmetica. L’Oréal ha già annunciato che entro il 2030 il 100% della plastica utilizzata nelle confezioni sarà ottenuta da fonti riciclate o bio-based.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Mandare soldati in Ucraina mentre ci sono i bombardamenti è una pazzia e l'Italia non farà questa scelta". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Gli inglesi sono usciti dall'Europa e adesso ci convocano una volta a settimana, facessero domanda per rientrare nell'Unione europea". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Dei Servizi segreti non si parla nell'Autogrill, si parla nel Copasir, io all'Autogrill ci vado a comprare il panino". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Da oggi sono autorizzato a dire che la Meloni non smentisce l'utilizzo di intercettazioni preventive nei confronti di un giornalista che attacca il Governo. È una cosa enorme, che ha a che fare con la dignità delle Istituzioni. Se non vi rendete conto che su questa cosa si gioca il futuro della libertà, allora sappiate che c'è qualcuno che lascia agli atti questa frase, perchè quando intercetteranno voi, in modo illegittimo, con i trojan illegali, saremo comunque dalla vostra parte per difendere il vostro diritto di cittadini, mentre voi oggi vi state voltando dal'altra parte". Lo ha affermato Matteo Renzi nella sua dichiarazione di voto sulle risoluzioni sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Giorgia Meloni va al Consiglio europeo senza una linea, senza sapere da che parte stare, senza aver avuto il coraggio di rispondere a quella frase che lei stessa aveva detto: 'come diceva Pericle la felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio'. Se la felicità e la libertà dipendono dal coraggio, Giorgia Meloni -ha concluso l'ex premier- non è felice, non è libera".