L’auspicio di Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia, è che il provvedimento possa essere votato già in settimana: "Nessun passo indietro quanto alle esigenze cautelari, ma sarà un grande passo avanti sul piano delle garanzie"
La riforma della custodia cautelare approderà lunedì 9 dicembre in Aula alla Camera dopo il via libera della commissione Giustizia. L’auspicio di Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia, è che il provvedimento possa essere votato già in settimana. “Nessun passo indietro quanto alle esigenze cautelari, ma sarà un grande passo avanti sul piano delle garanzie“, commenta. “Le esigenze cautelari – sottolinea – non devono mai essere applicate in funzione di anticipazione della pena, noi abbiamo messo a punto un testo equilibrato, che riesce a tenere insieme da un lato il principio della carcerazione preventiva come ‘extrema ratio’ e dall’altro la tutela delle vittime e la sicurezza dei cittadini nei confronti dei gravi reati”.
La riforma varata dalla commissione, “una riforma strutturale – spiega l’esponente del Pd – che potrà anche incidere sul sovraffollamento carcerario”, rende più stringenti i presupposti e le motivazioni e amplia al contrario le misure alternative a disposizione del giudice inibendo il carcere se in corso di giudizio basteranno, ad esempio, il divieto di esercitare una professione e il ritiro del passaporto o l’obbligo di dimora. Si tratta di un provvedimento indispensabile – conclude Ferranti – per ripristinare una cultura delle cautele penali fondata sul pieno rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza e sulla necessità di una valutazione, caso per caso e senza automatismi, delle misure più idonee a garantire le esigenze cautelari in attesa della sentenza”.
Per quanto riguarda il pacchetto di misure sulle carceri e sulla giustizia civile e penale sarà invece discusso in Cdm solo dopo la fiducia fa sapere il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri a margine di un convegno a Milano dedicato alla libertà religiosa. In particolare, sul piano carceri, il ministro ha spiegato che al ministero si sta “lavorando intensamente su diversi fronti”. Sul piano normativo, con provvedimenti che “alleggeriscano la pressione carceraria“; sul fronte amministrativo, “stiamo cercando di applicare in pieno il regolamento carcerario e dare massima libertà e dignità ai detenuti” attraverso “colloqui e ore di tempo libero”. Poi c’è il fronte edilizio: “a maggio – dice – avremo 4.500 posti in più e alla fine del 2015 ne saranno pronti 12mila”