Il candidato segretario ha tenuto un comizio in piazza de' Celestini, a pochi passi dalla casa di Lucio Dalla. E' accolto dagli ex bersaniani: "Chi è qui con me ha fatto una scelta di convinzione e non di convenienza"
Il flop alle Primarie del Pd non ci sarà, parola di Gianni Cuperlo. Lo sfidante numero uno di Matteo Renzi, almeno stando ai risultati dei circoli di partito di 15 giorni fa, facendo tappa a Bologna per chiudere la sua campagna elettorale, si sbilancia sull’esito della consultazione dell’8 dicembre quando mancano poche ore dal voto: “Saremo più di 2 milioni, l’affluenza riserverà grandi sorprese”. Cuperlo attraversa la via centrale di Bologna. concedendosi un piccolo bagno di folla e di curiosità tra borse e pacchi dello shopping natalizio. Attorno i suoi sostenitori di partito, i fedelissimi, ex bersaniani, quelli che a Bologna, e anche solo in Provincia, non sono saliti sul carro del vincitore Renzi appena si è visto dove girava la sorte: “Nessuno che è qui con me oggi ha fatto una scelta di convenienza, ma semplicemente lo fa per convinzione”.
L’attacco a Renzi non è nuovo, ma nemmeno scontato nel fortino rosso emiliano per eccellenza che ha appena visto rientrare in pista il fondatore dell’Ulivo, Romano Prodi: “E’ una bella notizia per tutto il Pd, anche se stamattina un giornalista in televisione mi ha fatto capire che il professore all’inizio poteva essere orientato per votare Civati, oggi per il sindaco di Firenze, ma non di certo me”. Sono circa 300 persone le persone che dopo la cosiddetta passeggiata del centro si fermano in piedi ad ascoltare il comizio di Cuperlo in piazza de’ Celestini, quasi sotto la terrazzina di Lucio Dalla ricoperta di edera: “Il risultato di domani segnerà il destino del Pd, non quello del governo Letta”, spiega dal palco, poi ancora cala l’affondo su Renzi: “Ricordiamoci sempre che il nostro partito non è nato per essere il volto buono della destra, noi siamo la sinistra, non siamo il volto politico della moda o di Zelig”.
In questo angolo del centro bolognese di “cravatte sbagliate”, come cantava Paolo Conte, si trova lo zoccolo duro del partito che chiude la campagna elettorale emiliano-romagnola, tra deputati come Paolo Bolognesi e lo storico Carlo Galli, o ancora più giovani consiglieri comunali come Simona Lembi, Francesco Critelli o Giulio Pierini, giovane sindaco di Budrio che nel 2012 ha frenato l’avanzata dei 5 Stelle.
Fa capolino anche Giovanni Consorte, dalemiano, assolto venerdì 6 dicembre dalla corte d’appello di Milano per la tentata scalata di Unipol a Bnl: “Passavo di qua, ma non si scriva che voto Cuperlo”, spiega sorridendo ai giornalisti e rilanciando l’associazione politica Bologna 2020 che presenterà prima di Natale, “le accuse nel processo Bnl/Unipol mi hanno rovinato la vita e intanto chi ci ha accusato è ancora lì e noi non ci abbiamo guadagnato nulla”. Il comizio cuperliano si chiude sulla nostalgia, sulle note di violino per un Bella Ciao senza pugni chiusi, ma con qualche lacrima: “Le elezioni si possono anche perdere”, chiosa il candidato Pd, “ma non bisogna perdere la fiducia che il popolo ha verso di te e verso il partito”.