Si chiama Eurosur ed è stata inventata e prefinanziata per controllare i migranti. Operativa come si addice ad un continente in disfatta etica. Oltre 200 milioni di investimenti entro il 2020. Giustificata dai naufragi della civiltà del mediterraneo e delle altre frontiere comandate. Solo i poveri sono il bersaglio privilegiato della politica europea. Gli altri che hanno soldi da spendere e garantiscono prestigio sono i benvenuti. Le immagini e i capitali circolano senza barriere che non siano quelle del minor rischio per loro. L’Eurosur tradisce le farfalle nascoste tra le soffernze dei poveri.
L’incrocio dello stadio di Niamey è pericoloso come tutta la circolazione di Niamey. Alcuni studenti hanno estinto i pochi semafori funzionanti del centro della capitale. Un traffico ormai all’altezza della confusione che ci si aspetta da una città che si rispetti. Quotidianamente le auto e le moto si danno la caccia. E si incontrano con particolare regolarità alle ore di punta. Per obbligo assicurativo e per ripicca i mezzi accidentati sono lasciati al suolo. Monito e sinistri testimoni dell’accaduto. Lo schermo gigante al crocevia vende corpi di donne che danzano. Farfalle impazzite dalle ali colorate.
Parigi val bene una messa. Anzi due. La prima per ridare fiato all’economia francese in recessione da anni. L’altra per discutere sulla pace in Africa iniziando un’altra guerra umanitaria in Centroafrica. Il tutto preceduto dall’altra guerra. Quella del Mali culminata con elezioni molto libere e soprattutto trasparenti. Cioè inconsistenti con la storia recente del paese. Sono state schedate dal sistema umanitario con i 500 mila rifugiati a causa della guerra di liberazione. L’impero francese trova lo smalto perduto grazie alle due guerre del presidente socialista. Si nascondono come farfalle.
Dopo la guerra viene la guerra e poi le elezioni che la realizzano con altri mezzi. L’operazione militare della Francia in Centroafrica si battezza Sangaris. E’ il nome d’arte di una farfalla tropicale che vive in quella zona dell’Africa. L’Harmattan è il vento di polvere e la polvere del vento del deserto. Era il nome della guerra umanitaria in Libia. Il nome del vento che rende fresche le notti di Niamey e del Sahel. Da allora la Libia è terra di nessuno e cioè delle armi perdute. Invece il nome della guerra di liberazione umanitaria del Mali si chiamava Serval. Il nome di un gatto selvaggio.
Dopo la guerra e dopo l’economia si parla di pace. Parigi e i capi di stato invitati alla celebrazione del gendarme francese ritrovato. Basta fare la guerra con una certa serietà per trovare consensi tra la politica della finanza. Gli industriali e gli uomini d’affari erano diverse centinaia. Come aiutarla a guadagnare il terreno perduto con la Cina e il Brasile dei mondiali. L’economia e poi la pace che si prepara con la guerra. L’operazione militare è cominciata ieri coi primi morti presso l’aeroporto della capitale. Massacri etnici e religiosi prima che sia tardi. Le farfalle si preparano a scappare.
E Mandela parte sul serio stavolta. Per rimanere e lasciare un paese travolto dall’ingiustizia e dalla violenza. Minatori a cui si spara e le terre che tornano a chi le possedeva prima. L’acqua non c’è perchè le miniere insanguinano le falde col veleno del guadagno. L’istruzione di poveri è spazzata via dalla storia politica di questi anni. L’Anc, il suo partito, si è trasformato in una confraternita di pirati corrotti. La speranza di vita si è ridotta in una vita in cerca di speranza tra un arcobaleno e l’altro. Gli anni di carcere e l’icona che pochi dipingono. Le farfalle sono in cella a Robben Island.
L’operazione Sangaris forse durerà a lungo. O allora avrà la vita di una farfalla. Le armi non finiscono mai e meno ancora le ferite. Non cambia la politica che facilita la disintegrazione di un paese. Si tengono ostaggi dei propri interessi i presidenti fantoccio per anni. Vengono rinnovati i destinatari e i mandanti dei contratti di esplorazione dei minerali. L’economia di guerra si rilancia come le conferenze sulla pace e la sicurezza. L’Eurosur controlla il mare e le frontiere esterne che si allontanano. Otre 450 kilometri di filo spinato tra l’Algeria e il Marocco sono previsti per frenare i migranti. Le farfalle svolazzano tra i rovi senza bandiera.