Il vertice della cassa: “Gli agenti in attività e in pensione possono stare assolutamente sereni circa la loro pensione presente e futura, essendo la sostenibilità finanziaria della Fondazione garantita e certificata dai suoi bilanci tecnici a cinquanta anni”
Il presidente di Enasarco Brunetto Boco risponde all’ormai ex vicepresidente Andrea Pozzi, che nella sua lettera di dimissioni del 25 ottobre lanciava più di un allarme sugli investimenti con cui la cassa di previdenza e assistenza degli agenti di commercio dovrebbe garantire le pensioni ai suoi 250mila iscritti. Nella missiva di cui ilfattoquotidiano.it ha diffuso i dettagli, Pozzi parlava di investimenti “in perdita” e della loro gestione “non adeguata”, prima di denunciare “certi inquietanti episodi” che sembravano fare riferimento ad atti intimidatori subiti. A tutto questo ora risponde Boco, in una lettera inviata a Pozzi il 4 dicembre: “Mi preme sottolineare subito con forza – scrive il presidente di Enasarco – come gli agenti in attività e in pensione possano stare assolutamente sereni circa la loro pensione presente e futura, essendo la sostenibilità finanziaria della Fondazione garantita e certificata dai suoi bilanci tecnici a cinquanta anni”.
Le divergenze tra Boco e Pozzi non sono nuove. Nella riunione del consiglio di amministrazione del 7 febbraio scorso l’allora vicepresidente aveva puntato il dito contro la composizione del portafoglio derivati. Investimenti che nella relazione di bilancio 2012 vengono classificati come “alternativi” e che potrebbero comportare perdite per 517mila euro, vista la differenza tra il valore di carico degli asset e quello di mercato. Una situazione che Enasarco, nonostante i dubbi espressi dalla Covip (commissione di vigilanza sui fondi pensione), ritiene essere sotto controllo grazie alla protezione esistente sul capitale a scadenza. In un passaggio della sua lettera a Pozzi, Boco ricorda l’analisi (due diligence) disposta dall’ente lo scorso aprile proprio per ricostruire e verificare l’iter di alcune operazioni finanziarie eseguite negli ultimi anni. Un’attività a seguito della quale il consiglio di amministrazione, lo scorso giugno, ha deciso di avviare un’azione di responsabilità nei confronti dell’ex direttore generale dell’ente e dell’ex direttore finanziario. Anche su tale vicenda tra il presidente e l’ex vicepresidente c’è stata una “separazione di vedute”, secondo quanto scrive Boco a Pozzi: “Al contrario degli altri consiglieri, lei ha espresso voto contrario alla decisione di avviare l’esercizio dell’azione di responsabilità (…) per fatti accertati a seguito di apposita due diligence espletata anche dietro sua sollecitazione (oltre quella, unanime, dei restanti componenti gli organi della Fondazione)”.
Un passaggio della lettera di Boco è poi dedicato ai fondi Athena che, come sottolineava Pozzi nel cda di febbraio, sono andati a finanziare la Time and Life di Raffaele Mincione. Il finanziere romano di stanza a Londra, con quanto avuto in gestione da Enasarco, è stato tra l’altro protagonista di un investimento nel Monte dei Paschi di Siena che ha comportato una perdita di 17,6 milioni di euro. Il presidente di Enasarco, riguardo ai fondi Athena, scrive a Pozzi: “In seguito alla corretta ricostruzione dei fatti, alle spiegazioni tecniche a lei fornite ed al parere del Prof. Mario Comana, quando si è aperta la discussione sul punto nel corso della seduta del giorno 14 marzo 2013, lei ha corretto la sua precedente dichiarazione del 7 febbraio, dichiarando di ringraziare il presidente per aver fornito informazioni e documenti che lei non conosceva, rilevanti per lo svolgimento dei compiti istituzionali, ed ha fatto presente di ritenere superati i rilievi precedentemente formulati”.
Boco fa infine riferimento a quelli che Pozzi nella sua lettera di dimissioni definiva “inquietanti episodi che si sono verificati in concomitanza dei consigli di amministrazione o di altre importanti riunioni del consiglio di amministrazione”. Su tali episodi indaga la questura di Milano che a fine ottobre si è vista recapitare una denuncia a tale riguardo. “Né il consiglio di amministrazione né lo scrivente – sostiene Boco – sono a conoscenza” di tali episodi, “né ci risulta che ne sia stato informato l’organismo di vigilanza della fondazione”.