Politica

Primarie Lega, Salvini neo segretario “Battaglia contro Ue. E abolire i prefetti”

L'europarlamentare vince il duello con il leader storico del Carroccio, fermo al 18%. Sarà formalmente eletto il 15 dicembre al congresso di Torino. Tra i suoi principali punti: lotta all'Europa e alleanza con l'estrema destra francese

Matteo Salvini è il nuovo segretario della Lega Nord. L’europarlamentare del Carroccio ha stravinto le primarie del partito con l’82% delle preferenze. Perde il duello Umberto Bossi, il leader storico si è fermato al 18%, ad annunciarlo in una conferenza stampa è stato il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. ”La mia sarà una Lega di battaglia” che avrà come primo obiettivo di “riprendere la sovranità” dall’Unione europea, “ci siamo rotti le palle che Bruxelles ci deve dire come dobbiamo vivere, questo è un gulag”. E’ stato questo il commento a caldo del neo segretario federale. Che ha poi confermato di volersi alleare alle europee con gli euroscettici di altri Paesi. Salvini ha aggiunto di voler proporre al congresso di domenica a Torino “alcuni referendum per il 2014 a partire dall’abolizione dei prefetti, simbolo di occupazione di uno Stato ladro sull’orlo del fallimento”.  ”La prima telefonata che farò è ad Umberto Bossi perché senza di lui non saremmo qui, e penso che debba essere ancora fondamentale per la Lega”, ha detto Salvini appena giunto in via Bellerio.

Alle primarie per la scelta del nuovo segretario federale ha votato circa il 60% dei militanti aventi diritto. A quanto si è appreso dopo la chiusura dei seggi, avvenuta alle 17, nei 58 seggi allestiti si sono recati 10.206 militanti su 17.047. Potevano votare i militanti con almeno un anno di anzianità. Salvini sarà formalmente eletto il prossimo 15 dicembre al congresso di Torino.

Matteo Salvini, dopo Umberto Bossi e Roberto Maroni, sarà il primo segretario federale della Lega che non appartiene alla generazione dei fondatori, ma è proprio all’ombra di quella generazione che è politicamente nato e cresciuto. Per lui essere stato scelto dai militanti nel giorno del patrono della sua Milano, sant’Ambrogio, potrebbe non essere un caso: è sotto la Madonnina, che si è fatto largo in questi ultimi vent’anni in un partito che ha sempre avuto il suo baricentro, ideale ed elettorale, più nell’hinterland e nelle Prealpi che nel cuore della metropoli.

Diciannove anni in Consiglio comunale, non sono pochi per un politico che all’anagrafe ne ha compiuti 40. Ha iniziato in maggioranza nel 1993 quando Milano ha avuto il suo primo (e finora unico) sindaco leghista, Marco Formentini, e ha chiuso nel 2012 all’opposizione di Giuliano Pisapia. Le ossa se le è fatte come un militante di base, sul campo: fra banchetti, mozioni, trasmissioni su Radio Padania e sopralluoghi a sorpresa nei campi rom, oltre che fra i tifosi del Milan. E se oggi vuole allearsi con Marine Le Pen, nel 1996 al “parlamento del nord” capeggiava i Comunisti padani.

A portarlo in politica, una folgorazione per Umberto Bossi, che per Salvini è ancora “il papà di tutti”, quello che “ha visto le cose prima degli altri”, non solo sull’indipendenza ma anche sugli effetti dell’euro. Ma il Senatùr è anche il maestro da cui ha dovuto emanciparsi, dopo che le divisioni fra il “cerchio magico” di Gemonio e i “barbari sognanti” di Maroni avevano trasformato i rapporti nella Lega, ancora prima che arrivassero le inchieste giudiziarie. E così Salvini ha cambiato ruolo: eletto segretario della Lega Lombarda dell’era Maroni, nel giugno del 2012, non ha mai dimenticato l’affetto per Bossi, sconfitto oggi.

L’Europa sarà il suo bersaglio, ha promesso. La stessa Europa dove Salvini è parlamentare dal 2009. E prima ancora lo era stato fra 2004 e 2006. A Roma, eletto alla Camera nel 2008, è durato un anno, anche per le polemiche sulle sue uscite. L’idea, in tema di immigrazione, di riservare vagoni della metro ai milanesi. Ma anche il video di una festa a Pontida in cui intonava cori contro i napoletani. Una serie di scivoloni che nelle sezioni leghiste sono state però motivi di merito. Ultimo grande bersaglio, le proposte del ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge. “Ministro del nulla”, l’ha definita quest’estate, annunciando un referendum per l’abrogazione di quel “ministero inutile”. Poi non se ne è più parlato.

A fare per primo gli auguri al neo segretario, è stato il deputato del Partito democratico, Francesco Laforgia, già segretario milanese dei democratici: “Vorrei complimentarmi e fare gli auguri di buon lavoro a Matteo Salvini, nuovo Segretario della Lega Nord. E’ sempre e comunque una buona notizia quando una forza politica ha la forza ed il coraggio di eleggere la propria classe dirigente attraverso pratiche democratiche, come ha fatto oggi la Lega e come il Partito Democratico farà domani in tutta Italia”.

”Bravo Matteo, inizia con te il futuro della nostra grande Lega”, ha scritto su Twitter l’ex segretario e attuale governatore della Lombardia, Roberto Maroni. Che, a chi gli domanda quale sarà il futuro del padre del Carroccio, Umberto Bossi, risponde lapidario: “No, non lo so, vedremo”. Arriva anche il commento del governatore del Piemonte, Roberto Cota: “Le primarie di oggi sono state un bel momento di democrazia e mettono ottime basi per costruire la Lega del futuro”. “Sono contento dell’affluenza in Piemonte – aggiunge -. Penso che Matteo Salvini possa fare veramente un buon lavoro, ha tutte le qualità e il sostegno di una Lega unita perché le primarie sono state un momento di forte compattamento”.