Decine di bombole di gas gpl tenute in condizioni di sicurezza precarie, standard di igiene e condizioni abitative fatiscenti. Sono stati identificate 40 persone. Il vicequestore Capocasa: "Una situazione esplosiva"
Decine di bombole di gas gpl tenute in condizioni di sicurezza precarie, standard di igiene e condizioni abitative del tutto fatiscenti. La polizia, insieme a vigili del fuoco, Ausl e direzione provinciale del lavoro, ha sequestrato un opificio-dormitorio cinese in via Sardegna, nella zona della stazione ferroviaria di Reggio Emilia. Sono stati identificate circa 40 persone intente a lavorare e nello stabile erano inoltre stati realizzati degli alloggi di fortuna con precarie pareti in cartongesso e cucine.”Una situazione potenzialmente esplosiva”, ha spiegato il vicequestore di Reggio Emilia Cesare Capocasa. In caso di emergenza, infatti, le uscite di sicurezza erano ostruite dalle bombole di gas, che erano dislocate in vari punti dell’edificio causando, potenzialmente, inneschi a catena, in grado di far saltare per aria l’intera struttura. All’interno sono stati trovati trenta cinesi, che lavoravano e abitavano nell’opificio insieme anche ai figli. Tre sono risultati non regolarmente assunti e uno clandestino. L’edificio, di proprietà di una società reggiana, era stato affittato a un datore di lavoro cinese che lavorava soprattutto per aziende emiliane e del Veneto. L’edificio è stato sottoposto a sequestro e sono state comminate pesanti sanzioni.
“Le condizioni igieniche si presentavano però assolutamente inadeguate e le numerose bombole di gas Gpl utilizzate anche per il riscaldamento, rinvenute all’interno dei locali, palesavano una situazione di grave e potenziale pericolo per l’incolumità. Nei laboratori inoltre -prosegue la nota delle forse dell’ordine- non risultavano presenti materiali di primo soccorso, segnaletica e luci di emergenza”. E’ stato quindi disposto il sequestro preventivo dell’immobile. Un cittadino cinese “risultava irregolare sul territorio nazionale e pertanto veniva espulso”. La Direzione Provinciale del Lavoro ha individuato tre posizioni lavorative in nero. La posizione del proprietario-locatore dello stabile, un cittadino reggiano, e dei titolari degli opifici sono al vaglio degli inquirenti.