“Fermiamo l’Italia”. Dalla Sicilia al Nord Est la protesta di Forconi e tir è partita. Alle 22 di ieri sera cento presidi sparsi per tutto il Paese hanno iniziato a popolarsi con un imperativo: “L’attuale classe politica deve essere cacciata via”. Sono diverse le anime che compongono un movimento che al suo interno ha agricoltori, camionisti, piccoli imprenditori, operai, disoccupati. I Forconi che due anni fa hanno bloccato mezza Sicilia hanno trovato nuovi alleati, dai Liberi imprenditori federalisti europei (Life) all’Associazione italiana trasportatori (Aitra), dal Movimento autonomo autotrasportatori (Maa) ai Cobas del latte, dai Comitati runiti agricoli (Cra) ad Azione rurale Veneto. Tutti uniti contro una classe politica considerata responsabile di una crisi che continua a soffocare. Contro le tasse e contro l’euro. I presidi rimarranno fino a venerdì. O anche di più: “Finché i politici non se ne saranno andati. Loro sono il male incarnato”, urla al megafono Patrizia Badii del Life Veneto sotto il tendone montato a Soave (Verona), duecento metri dall’autostrada Milano-Venezia. Qui ieri si sono riunite più di cento persone. Oggi è previsto l’arrivo di tir e trattori. Pronti a bloccare le strade, se l’ordine partirà di Luigi Franco

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