I giudici hanno confermato la condanna per il reato di omicidio volontario 9 anni e 8 mesi a carico del ragazzo - minorenne all'epoca dei fatti - ma a differenza del primo grado (15 anni) hanno applicato la massima estensione delle attenuanti. Avendo già scontato però quasi due anni, tra meno di tre anni potrà anche chiedere di essere messo in regime di semilibertà
Pena quasi dimezzata per il ragazzino che investì e ammazzò un vigile a Milano. La sezione minorenni della Corte d’Appello di Milano ha condannato a 9 anni e 8 mesi di reclusione Remi Nikolic, il giovane rom che nel gennaio 2012, quando non aveva ancora compiuto 18 anni, a bordo di un suv travolse e uccise l’agente di polizia locale Niccolò Savarino. In secondo grado è arrivata, dunque, per l’imputato, assistito dall’avvocato David Russo, una sensibile riduzione della pena rispetto ai 15 anni che gli erano stati inflitti in primo grado dal Tribunale per i Minorenni, lo scorso marzo. I giudici hanno confermato la condanna per il reato di omicidio volontario a carico del giovane, ma a differenza del primo grado ha applicato la massima estensione delle attenuanti generiche e della minore età dell’imputato. Da qui la riduzione della pena.
Il 12 gennaio 2012, Savarino, 42 anni, mentre stava effettuando un normale servizio di controllo in un parcheggio in via Varé, nei pressi di piazza Bausan, zona Bovisa, venne travolto dal suv guidato dal giovane nomade e il suo corpo venne trascinato per 200 metri. Tre giorni dopo, gli investigatori della Squadra mobile di Milano, coordinati dal pm di Milano Mauro Clerici, arrestarono il giovane (figurava come Goico Jovanovic, 24 anni) che era riuscito a fuggire fino in Ungheria.
Venne estradato e rimase poco più di due mesi nel carcere di San Vittore, fino a che, dopo una ‘battaglia’ del suo legale e a seguito di una perizia e di un certificato di nascita rintracciato, si scoprì che il giovane si chiamava Remi Nikolic ed era nato il 15 maggio del ’94. Era, dunque, minorenne (aveva 17 anni) al momento del fatto. Il ragazzo, quindi, venne trasferito al penitenziario minorile ‘Beccaria’ di Milano e il procedimento passò al Tribunale per i minorenni.
In primo grado i giudici avevano riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche come prevalenti rispetto alle aggravanti contestate (il pm aveva chiesto per lui 26 anni di reclusione). Attenuanti che erano state concesse dai giudici anche sulla base del “contesto di vita famigliare” nel quale il ragazzo “è cresciuto, caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento” e dalla “totale assenza di scolarizzazione”. Oggi, in secondo grado, al giovane è stato inflitto, in sostanza, il minimo della pena prevista in un dibattimento per un caso del genere di omicidio volontario. Nikolic, 19 anni, resterà detenuto fino a 21 anni nel penitenziario minorile e poi verrà trasferito in carcere per scontare il resto della pena. Avendo già scontato però quasi due anni, tra meno di tre anni potrà anche chiedere di essere messo in regime di semilibertà.