Nove miliardi di euro: a tanto ammonterebbero secondo Bloomberg gli investimenti che la Fiat avrebbe deciso di fare in Europa per il lancio di nuovi modelli e per dare ossigeno alle fabbriche italiane. Il Lingotto ha preferito non commentare, ma è probabile che il piano sarà rivelato ad aprile, quando sarà presentato agli investitori. L’idea sarebbe quello di riportare le operazione europee in positivo entro tre anni. In Europa, il gruppo Fiat ha accumulato perdite operative di circa due miliardi di euro dal 2011 ed è passato da una quota di mercato del 9,3% nel 2009 al 6,4% nei primi dieci mesi del 2013.
Per risalire la china, la Fiat avrebbe deciso di puntare con forza sui marchi Alfa Romeo e Maserati con modelli italiani in tutto, a partire dai siti di produzione. La Maserati Levante, una Suv anticipata al Salone di Francoforte 2011 con l’omonima concept, entrerà in produzione nello stabilimento torinese di Mirafiori nel 2015, come già anticipato dall’amministratore delegato Sergio Marchionne a settembre. All’epoca, intervistato dal Financial Times a proposito dell’investimento di un miliardo di euro nella fabbrica, Marchionne disse che il piano in via di sviluppo prevedeva che tutti gli operai di Mirafiori sarebbero stati riassorbiti, ma la Fiom espresse perplessità al riguardo. In ogni caso, per ora la strategia di puntare sul marchio del Tridente sta dando i suoi frutti: nello stabilimento ex-Bertone di Grugliasco (Torino) nasce la Ghibli, modello che ha ricevuto più di 26mila ordini quest’anno, vale a dire più di quattro volte le vendite complessive del marchio nel 2012. Per la Maserati, il Lingotto punta a raggiungere le 70mila unità l’anno nel medio-lungo termine.
Anche l’Alfa Romeo Giulia, più volte rimandata, dovrebbe alla fine essere assemblata in Italia a partire dal 2016, per essere poi esportata anche negli Stati Uniti, dopo che l’anno prossimo la coupé a due posti 4C avrà riaperto la strada al marchio, dopo quasi vent’anni d’assenza oltre oceano. Così come la Levante, anche la Giulia sarà costruita su una nuova piattaforma a trazione posteriore o integrale sviluppata con la Chrysler. Nasceranno in Basilicata, sotto il vecchio tetto di Melfi, anche la piccola Suv, nota per il momento come 500X e la sua “sorella” marchiata Jeep. Disco rosso, invece, per l’erede della Punto, che sarà sostituita da una versione a cinque porte della 500, prodotta in Polonia, a Tychy.
Alfa Romeo e Maserati, dunque, dovrebbero costituire il nuovo polo del lusso “made in Italy” del Gruppo (se si esclude la spider Alfa prodotta in Giappone in collaborazione con la Mazda, attesa nel 2015). Per il marchio Fiat, invece, il piano è quello di concentrare sempre più la produzione su due linee di prodotto, una più funzionale, capitanata dalla Panda, e una più modaiola, costituita dalla 500 e dai suoi derivati. Nel piano svelato da Bloomberg c’è solo una grande assente: la Lancia. Il piano di utilizzare il glorioso marchio torinese come controparte europea della Chrysler non si è rivelato un successo: fra Flavia, Thema e Voyager, i modelli americani sono stati immatricolati in 5.400 unità da gennaio a ottobre. L’unico prodotto di successo del marchio è la Ypsilon, che nei primi dieci mesi dell’anno ha pesato per quasi 47 delle 60 mila Lancia vendute nel Continente.