Montecitorio mette pressione al Senato sulla legge elettorale. L’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali della Camera ha ufficialmente calendarizzato la riforma della legge elettorale. Il presidente dell’organo parlamentare, Francesco Paolo Sisto, che sarà relatore del provvedimento, ha illustrato alla commissione le 21 proposte di legge già depositate. A questo punto i due presidenti di Camera e Senato, secondo il regolamento, potranno avviare i contatti per concordare da dove far partire l’iter. L’articolo 78 del regolamento della Camera, infatti, recita: “Quando sia posto all’ordine del giorno di una Commissione un progetto di legge avente un oggetto identico o strettamente connesso rispetto a quello di un progetto già presentato al Senato, il Presidente della Camera ne informa il Presidente del Senato per raggiungere le possibili intese”.
Ma i senatori non sembrano volere cedere il passo a Montecitorio. “Ma chi ha detto che qui non si fa più la legge elettorale? Ci sarà un’intesa tra Camera e Senato”, ha commentato la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro. Ancora più combattivo Roberto Calderoli: “Noi insisteremo perché il percorso sia quello del Senato”. E il vicepresidente del Senato rilancia: “Anche perché qualcuno potrebbe sollevare la questione dei deputati eletti con il premio di maggioranza. E volete che proprio loro riscrivano la legge elettorale? Sarebbe la più clamorosa presa per i fondelli…”.
Prima della decisione della commissione della Camera, il presidente Sisto ne aveva già anticipato le ragioni. “Da parte nostra non vi è nessuna volontà di dire ‘siamo più bravi, voi non ce la fate, allora ci pensiamo noi, vi scippiamo il provvedimento’. Una competitività che sarebbe inopportuna e inelegante”, aveva spiegato il deputato di Forza Italia. “Tuttavia ci teniamo a dire al Senato: ‘noi siamo pronti, anche noi vogliamo fare la riforma, cercate di accelerarne l’iter‘ e questa sarebbe una sinergia estremamente importante”.
Dallo stesso presidente del Senato, d’altra parte, era arrivato in mattinata un invito a fare presto. “Personalmente ho avuto modo spesso di richiamare l’attenzione sulla necessità di una riforma elettorale, già da molti mesi”, aveva ricordato Piero Grasso. “Auspico adesso che il monito della Corte Costituzionale sproni le parti politiche a raggiungere un’intesa su un testo condiviso nel tempo più breve e ben prima che la Corte depositi le motivazioni della decisione”.