L’ombra di Massimo D’Alema sopravvive a tutto. Alle sconfitte elettorali, alle sfide interne. E pure quando perde i congressi. Gianni Cuperlo dice no all’ingresso nella segreteria del Pd guidata da Matteo Renzi dopo il trionfo di domenica e – gira e rigira – sempre lì si finisce: a D’Alema. Così ora l’ex presidente del Consiglio è costretto a precisare che non farà il capo della minoranza nel partito: “La battaglia politica si fa quando c’è il congresso. Ognuno è libero di esprimere la sua opinione ma non io non parteciperò ad una dialettica legittima che ora ha altri protagonisti di un’altra generazione – dice all’Ansa – Io mi occupo di altre cose e non voglio essere tirato in mezzo ad una dialettica che ha altri protagonisti di un’altra generazione che, come è giusto che sia, sono chiamati a certe responsabilità”. Insomma, il presidente della Fondazione Italianieuropei smentisce come “calunnie usate come strumento di lotta politica” che lui abbia imposto a Cuperlo la decisione di non entrare in segreteria. Quindi, appunto, D’Alema non c’è più – come dice lui – ma la sua ombra resta. “Non ho il compito di dare direttive a Cuperlo – assicura – Ho fatto una battaglia congressuale a suo sostegno perché lo ritenevo il migliore candidato possibile, prendo atto del risultato. Ma non ho intenzione di animare correnti”. Per l’ex ministro “sarebbe ridicolo da parte mia avere il compito di dare a Cuperlo direttive o imporre divieti. Su questa vicenda non ho espresso neppure pareri, Cuperlo è passato a trovarmi ieri sera dopo aver incontrato Renzi e non prima, come impropriamente scritto. Non entro in questo genere di questioni e non ho intenzione di animare correnti, partecipare a riunioni e prendere decisioni”.
E anche Cuperlo in giornata era sbottato: “Sono sinceramente stanco di leggere che le mie decisioni, personali e politiche, ancora una volta sarebbero eterodirette da altri. Ho difetti e limiti. Come tutti posso sbagliare. Ma vorrei che le mie scelte fossero giudicate per ciò che sono: delle mie scelte e non il portato di altro. Trovo deprimente il doverlo rivendicare. Se lo faccio è solo perché considero vecchia e insopportabile l’abitudine di raccontare il falso, soprattutto quando la verità delle cose è persino banale e basta chiederla”.
Cuperlo rifiuta ruolo di presidente del Pd
Lo stesso Cuperlo – secondo fonti dell’Ansa– ha escluso per sé il ruolo di presidente del Pd, offertogli da Renzi. Nella riunione della sua area, l’ex rivale del sindaco di Firenze ha spiegato di non essere alla ricerca di ruoli a titolo personale mentre ha lasciato al confronto interno la decisione se proporre al neosegretario un nome dell’area per l’incarico di garanzia. Questione sulla quale la corrente cuperliana lascia una porta aperta: in una prima riunione dei parlamentari che hanno sostenuto il principale avversario di Renzi è stata condivisa (ad eccezione dei cosiddetti Giovani turchi) la scelta di non indicare per la squadra di Renzi, mentre per la presidenza, un ruolo di diverso carattere, ci sarebbe disponibilità. “Se Renzi – dice Alfredo D’Attorre – riterrà di condividere un nome con la minoranza c’è disponibilità piena”. “Non c’è nessun Aventino – aggiunge – e vogliamo collaborare con lealtà, sempre nella distinzione dei ruoli e nel rispetto delle idee”. D’Attorre sottolinea che è stata legittima la scelta di non partecipare alla segreteria “che ha anche una caratteristica di staff”, mentre diverso è il discorso della presidenza, che è un ruolo di garanzia”.
Politica
Pd, D’Alema: “Io non mi occuperò del partito, tocca ad altre generazioni”
L'ex presidente del Consiglio dopo il no di Cuperlo a entrare nella segreteria di Renzi: "Non gli do direttive non impongo divieti. Non voglio essere tirato in mezzo"
L’ombra di Massimo D’Alema sopravvive a tutto. Alle sconfitte elettorali, alle sfide interne. E pure quando perde i congressi. Gianni Cuperlo dice no all’ingresso nella segreteria del Pd guidata da Matteo Renzi dopo il trionfo di domenica e – gira e rigira – sempre lì si finisce: a D’Alema. Così ora l’ex presidente del Consiglio è costretto a precisare che non farà il capo della minoranza nel partito: “La battaglia politica si fa quando c’è il congresso. Ognuno è libero di esprimere la sua opinione ma non io non parteciperò ad una dialettica legittima che ora ha altri protagonisti di un’altra generazione – dice all’Ansa – Io mi occupo di altre cose e non voglio essere tirato in mezzo ad una dialettica che ha altri protagonisti di un’altra generazione che, come è giusto che sia, sono chiamati a certe responsabilità”. Insomma, il presidente della Fondazione Italianieuropei smentisce come “calunnie usate come strumento di lotta politica” che lui abbia imposto a Cuperlo la decisione di non entrare in segreteria. Quindi, appunto, D’Alema non c’è più – come dice lui – ma la sua ombra resta. “Non ho il compito di dare direttive a Cuperlo – assicura – Ho fatto una battaglia congressuale a suo sostegno perché lo ritenevo il migliore candidato possibile, prendo atto del risultato. Ma non ho intenzione di animare correnti”. Per l’ex ministro “sarebbe ridicolo da parte mia avere il compito di dare a Cuperlo direttive o imporre divieti. Su questa vicenda non ho espresso neppure pareri, Cuperlo è passato a trovarmi ieri sera dopo aver incontrato Renzi e non prima, come impropriamente scritto. Non entro in questo genere di questioni e non ho intenzione di animare correnti, partecipare a riunioni e prendere decisioni”.
E anche Cuperlo in giornata era sbottato: “Sono sinceramente stanco di leggere che le mie decisioni, personali e politiche, ancora una volta sarebbero eterodirette da altri. Ho difetti e limiti. Come tutti posso sbagliare. Ma vorrei che le mie scelte fossero giudicate per ciò che sono: delle mie scelte e non il portato di altro. Trovo deprimente il doverlo rivendicare. Se lo faccio è solo perché considero vecchia e insopportabile l’abitudine di raccontare il falso, soprattutto quando la verità delle cose è persino banale e basta chiederla”.
Cuperlo rifiuta ruolo di presidente del Pd
Lo stesso Cuperlo – secondo fonti dell’Ansa– ha escluso per sé il ruolo di presidente del Pd, offertogli da Renzi. Nella riunione della sua area, l’ex rivale del sindaco di Firenze ha spiegato di non essere alla ricerca di ruoli a titolo personale mentre ha lasciato al confronto interno la decisione se proporre al neosegretario un nome dell’area per l’incarico di garanzia. Questione sulla quale la corrente cuperliana lascia una porta aperta: in una prima riunione dei parlamentari che hanno sostenuto il principale avversario di Renzi è stata condivisa (ad eccezione dei cosiddetti Giovani turchi) la scelta di non indicare per la squadra di Renzi, mentre per la presidenza, un ruolo di diverso carattere, ci sarebbe disponibilità. “Se Renzi – dice Alfredo D’Attorre – riterrà di condividere un nome con la minoranza c’è disponibilità piena”. “Non c’è nessun Aventino – aggiunge – e vogliamo collaborare con lealtà, sempre nella distinzione dei ruoli e nel rispetto delle idee”. D’Attorre sottolinea che è stata legittima la scelta di non partecipare alla segreteria “che ha anche una caratteristica di staff”, mentre diverso è il discorso della presidenza, che è un ruolo di garanzia”.
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Le condizioni di Papa Francesco si sono aggravate: “Crisi respiratoria e anemia, sono state necessarie trasfusioni e ossigeno”. I medici: “Prognosi riservata”
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(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Meloni viene da una storia politica, a differenza di quella liberale e radicale, che non ha considerato nei decenni gli Usa e l’atlantismo come imprescindibili per l’Italia e l’Europa". Lo scrive Benedetto Della Vedova sui social.
"Oggi la troviamo nel suo intervento alla Cpac, come zelante difensore dell’indifendibile, cioè di Trump. Trump ha sempre sostenuto anche nel suo primo mandato, falsando la realtà, che l’Unione europea fosse stata creata per approfittare degli Usa. Con lui bisognerà fare i conti, naturalmente, ma Trump non è stato e non sarà amico della Ue e men che meno dell’Ucraina che è pronto a sacrificare per l’amicizia con Putin: Meloni se ne faccia una ragione, non può essere contemporaneamente amica di Trump e della Ue, deve scegliere".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Un trionfo di vittimismo su scala planetaria. A servizio dei potenti, altro che popolo! Meloni con il suo intervento alla Cpac in corso a Washington ha fatto una scelta di campo, contro l’Europa. Forse persegue il suo interesse politico, ma non è l’interesse nazionale". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sorprende che nessuno di La 7 prenda le distanze dall’orribile auspicio che Salvini venga colpito da un ictus. L’alibi della trasmissione satirica non assolve autori, ospiti, dirigenti ed editori. Purtroppo, troppe trasmissioni di La 7 e di Rai 3 istigano all’odio e avvelenano il clima del Paese. Editori, dirigenti, odiatori chiederanno scusa pubblicamente?”. Lo dichiarano i Capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Neanche un accenno al saluto nazista di Bannon. Nessuna presa di distanze. Evidentemente non può farlo. Meglio la retorica melensa e consueta dell’approccio Maga. Sposa su tutta la linea ideologica la retorica di JD Vance a Monaco, e chiude la porta ad una reale soggettività europea. Un discorso furbesco e ambiguo, di chi ha scelto di galleggiare e che posiziona il governo italiano sulla linea Orban con buona pace di tutte le chiacchiere a vuoto sull’ambasciatrice dei due mondi". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, a proposito dell'intervento di Giorgia Meloni alla Cpac di Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.