La Procura ha depositato gli avvisi di chiusura dell'inchiesta che lo scorso 16 gennaio ha portato agli arresti domiciliari l’ex primo cittadino di centrodestra insieme all’ex capogruppo del Pdl in consiglio regionale Luigi Giuseppe Villani, all’imprenditore Angelo Buzzi e al manager Andrea Costa
Corruzione e peculato per un totale di dodici capi d’accusa che pendono sulla testa dell’ex sindaco di Parma Pietro Vignali. La Procura di Parma ha depositato gli avvisi di chiusura delle indagini dell’inchiesta Public Money, che lo scorso 16 gennaio portò agli arresti domiciliari l’ex primo cittadino di centrodestra insieme all’ex capogruppo del Pdl in consiglio regionale Luigi Giuseppe Villani, all’imprenditore Angelo Buzzi e al manager Andrea Costa.
A distanza di undici mesi il pm Paola Dal Monte ha confermato le ipotesi di reato a carico degli indagati. Vignali è accusato di peculato e corruzione per avere distratto dalle casse comunali e da risorse di Enìa (Iren) centinaia di migliaia di euro tra il 2007 e il 2011 per finanziare la sua campagna elettorale e promuovere la sua attività e la sua immagine da sindaco. Inoltre, per assicurarsi il silenzio dell’opposizione mediatica portata avanti dal quotidiano locale Polis, avrebbe nominato il suo editore Buzzi alla guida della società Iren Emilia, pagando gli stipendi dei giornalisti con soldi distratti dalla partecipata del Comune Stt.
Accuse di corruzione e peculato anche per l’editore Buzzi, mentre al manager delle partecipate del Comune Stt e Alfa Andrea Costa è contestato, in concorso con Villani e Vignali, il peculato per avere distratto fondi dalle casse delle società per spese personali (circa 20mila euro) e per contratti di consulenza fittizia giornalisti e contatti che avrebbero garantito il collegamento del Comune con le istituzioni nazionali.
Coinvolti nell’inchiesta anche big del mondo dell’imprenditoria di Parma: il presidente di Parmacotto Marco Rosi è accusato di avere pagato a Vignali una notte in un albergo di lusso di Forte dei marmi per avere in cambio un permesso per l’installazione di un dehors davanti a un locale di sua proprietà. Per il presidente del Parma Calcio Tommaso Ghirardi invece l’accusa è di concorso in peculato, per avere pagato una parte dello stipendio del capo ufficio stampa del Comune di Parma, Alberto Monguidi, un tempo alle dipendenze della società sportiva, con i soldi destinati al Comune, sottraendoli alla tariffa di affitto per l’utilizzo dello Stadio Tardini.
Nell’inchiesta sono coinvolti numerosi giornalisti pagati per consulenze fittizie con soldi distratti dalle casse comunali, ma anche ex amministratori di società partecipate del Comune, come l’ex presidente dell’azienda di trasporto pubblica Tep Tiziano Mauro. In tutto quattordici indagati che ora avranno tempo venti giorni per farsi interrogare o presentare memorie, prima che il pm decida se procedere o meno con le richieste di rinvio a giudizio. Per l’ex consigliere regionale Villani invece, il processo per concorso in corruzione e peculato è già in corso dopo la richiesta di giudizio immediato da parte della Procura. La prossima udienza è fissata per il 24 gennaio 2014.