“Ci siamo tolti il casco. Credo che quel gesto, la stretta di mano tra agenti e manifestanti e le foto di un poliziotto che regge un cartello (foto sopra) siano segnali significativi che indicano una situazione socialmente esplosiva”. Quegli agenti sono come “i garofani nei fucili dei militari portoghesi: l’inizio del risveglio popolare e di un movimento di rivolta contro un’autorità precostituita che non è più tollerata. Con tutte le tracimazioni e i rischi di violenza del caso. Alla faccia delle discussioni su doppio turno, mattarellum, porcellum e quant’altro“. Gli utenti su militari.info a poliziotti.it commentano la scelta dei membri delle forze dell’ordine di solidarizzare con i cittadini durante la protesta dei forconi. A Torino, Genova e Milano alcuni di loro si sono tolti il casco. Un gesto “insolito” per alcuni, o di “normale amministrazione” per altri.
La pensa così dago113 che su poliziotti.it spiega: “Per non dare esca a qualche mentecatto di blaterare di atteggiamento provocatorio si è preferito togliere (o far togliere, se dopo disposizioni superiori) il casco che molti poveri di spirito vedono come aggressivo. Succede”. Charlie Parker, però, ricorda anche le bombe carta lanciate durante nel corso della manifestazione e aggiunge: “Come gesto di distensione alcuni agenti o funzionari si sono prestati ad una ‘foto ricordo solidale’ con chi fino a dieci minuti prima tirava bombe carta e molotov. Non discuto la strategia che magari è anche efficace a calmare gli animi: mi chiedo solo perché in questo caso si e in altri no”. Nella foto, però, a reggere il cartello non è il poliziotto: la mano a sinistra potrebbe sembrare la sua, ma in realtà è quella del manifestante. Il braccio dell’agente, infatti, è aderente al corpo.
Ma sono in pochi ad accorgersene e per molti diventa un’ulteriore conferma di solidarietà delle forze dell’ordine alle ragioni dei “forconi”. Giopale, ad esempio, è dalla parte della protesta: “E legittima e condivisibile. Oggi sono stato di servizio ad uno svincolo dell’autostrada […] c’era gente seria ma esasperata che distribuiva volantini e chiedeva scusa per il disagio”. Stessa opinione di Jason: “La popolazione ha le scatole piene del mal governo, il poliziotto fa parte della popolazione, perlomeno io, gli altri non so”. Fatality torna sul gesto del casco e spiega che “è una cosa che accade di frequente su scelta del responsabile del servizio o per esito di trattative di personale digos. E – aggiunge – a chi si chiede perché solo oggi venga pubblicizzato, io che penso sempre al male rispondo che è perché si vuol dare l’ennesimo spunto affinché la polizia venga disarmata e resa indifesa sia operativamente che giuridicamente”.
Secondo Crbija “i vertici cercano di smentire che abbiano dato solidarietà, mentre il rappresentante dei sindacati Siulp ha esplicitamente manifestato che era vera e propria solidarietà nei confronti dei manifestanti che non riescono più a sopravvivere. Questo semplice gesto [è] un segnale forte alla classe politica – dirigente. [I media] stanno ammorbidendo il segnale dato dall’Italia vera, accendono i fari sulle primarie, per distogliere l’attenzione, ma questa non è informazione, abbiamo capito che è stato eletto un nuovo segretario dei DS, bene allora?”. Su militari.info, letiziamarco conclude: “La stretta fiscale e finanziaria sta colpendo tutti, perfino militari e poliziotti, al punto che ormai sono comuni i casi di agenti che fanno secondi lavori per sopravvivere. Questa classe politica è riuscita a compiere un’impresa straordinaria: farsi odiare da tutti. E il bello è che ancora non se ne rende conto”.