La Fiom protesta, a Roma, sotto il ministero dello Sviluppo Economico ed erige il “muro della crisi“. Una parete di scatoloni con i nomi delle aziende chiuse o in difficoltà e i numeri degli operai licenziati e cassintegrati. C’è anche Maurizio Landini, segretario generale dei metalmeccanici. “Ci avevano detto – ha spiegato – che senza articolo 18 sarebbe tornato il lavoro e, invece, siamo di fronte a una situazione drammatica. Domattina incontriamo la presidenza del Consiglio e il governo, andremo insieme ai rappresentanti delle aziende in sciopero“. Un messaggio anche per il neo segretario del Pd, Matteo Renzi: “Il voto delle primarie di domenica è un voto di cambiamento – sostiene Landini – e dimostra che gli elettori del Pd non sono contenti di quello che il loro partito ha fatto finora. La stessa cosa che è successa al Partito democratico può accadere anche nel sindacato: Renzi metta i lavoratori e le lavoratrici precari nelle condizioni di poter votare e poter decidere. Serve una legge sulla rappresentanza“. Infine, il segretario della Fiom commenta la protesta dei Forconi: “Sono il segnale che la società italiana non ce la fa più e i livelli di diseguaglianza sono altissimi. Però io non ho ancora capito quale sia la loro piattaforma…” di Tommaso Rodano
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