Che si parli di termosifoni, caldaie o stufe è ormai il tempo giusto per accenderli facendo attenzione ai costi e all’efficienza degli impianti. Le bollette del gas possono superare importi di migliaia di euro se non vengono adottate le giuste accortezze
Le temperature artiche di questi giorni sono quelle giuste per affrontare la questione “riscaldamento”. Che si parli di termosifoni, caldaie o stufe è ormai il tempo giusto per accenderli facendo, tuttavia, attenzione ai costi e all’efficienza degli impianti. Le bollette del gas possono, infatti, superare importi di migliaia di euro se non vengono adottate le giuste accortezze.
I numeri parlano chiaro. Secondo l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg), nel IV trimestre del 2013 la spesa totale di una famiglia composta da tre persone con un consumo annuo di circa 1.400 metri cubi di gas che si avvale del servizio di tutela ammonta a 1.200 euro per 12 mesi, di cui il 46,55% dell’importo composto da servizi di vendita (cioè il prezzo del gas consumato), il 34,9% da imposte e il 18,55% da servizi di rete per trasporto, stoccaggio, distribuzione e gestione del contatore. Voci di spesa che devono essere indicate con chiarezza nel quadro di riepilogo alla prima pagina della bolletta.
Il mercato libero
Ma va, altresì, ricordato che dal 2003 è stato introdotto in Italia anche il mercato libero, con i clienti che possono liberamente scegliere da quale fornitore comprare il gas. In questo caso, tuttavia, le condizioni economiche e contrattuali di fornitura non sono fissate dall’Autorità, ma concordate tra le parti. Numeri alla mano, secondo calcoli effettuati da SuperMoney, con il mercato libero si risparmiano al massimo 50 euro all’anno. Il motivo è chiaro: si ha un costo fissato nel contratto che resta invariato in genere per uno o due anni. Ma se in questo modo si è al riparo da eventuali rincari del prezzo della materia prima, non è invece possibile sfruttare eventuali ribassi che potrebbero far diminuire la bolletta.
Il servizio di tutela
Vantaggi di cui hanno, invece, goduto circa 16 milioni di italiani che sono rimasti nel servizio di tutela. Le novità introdotte dallo scorso 1° ottobre hanno, infatti, consentito di trasferire ai consumatori i benefici dei cambiamenti intervenuti nei mercati all’ingrosso a livello internazionale e avvicinare così i prezzi italiani a quelli europei. Tanto che l’aumento dell’Iva di ottobre dal 21% al 22% non ha inciso molto sulla bolletta del gas dei clienti del mercato tutelato che, per effetto del nuovo metodo di calcolo, hanno goduto in nove mesi (da aprile a dicembre 2013) di un taglio complessivo del 7% sulla bolletta. In soldoni, significa circa 90 euro di risparmio totale a famiglia.
Un importo che, in tempi di crisi, rappresenta una bella notizia e che dovrebbe spingere tutti i clienti a leggere bene la bolletta, in modo da poter valutare e scegliere eventuali nuove offerte commerciali, anche utilizzando il web per comparare le tariffe che meglio soddisfano le proprie esigenze tecniche e, soprattutto, economiche.
Vademecum per il risparmio
Attenzione va prestata anche a piccoli accorgimenti che possono far risparmiare. Tra questi: l’eliminazione degli spifferi con dei tubi di imbottitura da mettere vicino a porte e finestre; tende dal tessuto più pesante per meglio isolare gli infissi; l’adozione di doppi vetri (per installarli non c’è bisogno di cambiare l’intera finestra, in commercio ne esistono di adattabili); l’apertura delle finestre per il ricambio d’aria quando i riscaldamenti sono spenti o nelle ore più calde della giornata; l’utilizzo del forno a microonde per riscaldare le vivande piuttosto che l’accensione del forno a gas; i termostati per controllare la temperatura domestica; la manutenzione dei termosifoni che ogni anno, prima di iniziare il riscaldamento, vanno spurgati facendo uscire l’aria che si forma all’interno.
Riscaldamento centralizzato o auotonomo
Merita, invece, un discorso a parte la questione del riscaldamento centralizzato o autonomo. Se fino a pochi anni fa poteva entrare nel novero dei dubbi amletici, ormai non è più così: i nuovi dispositivi di efficienza energetica, l’installazione degli impianti per le rinnovabili e la riforma del condominio dello scorso giugno (il nuovo articolo 118, comma 4, del Codice civile ha previsto espressamente la possibilità di distacco dal condominio) hanno fatto spostare verso il riscaldamento autonomo l’ago della bilancia per il risparmio. La caldaia privata risulta, infatti, la soluzione più economica perché consente di adattare alle proprie esigenze l’accensione, ottenendo un buon rapporto costi-benefici, considerando anche che ci sono molto condomini che non pagano le proprie quote.
Il consiglio è chiaro: regolare il termostato su 18-19 gradi, fissando l’orario di accensione tra le 7 e le 8 e tra le 19 e le 22. Attenzione anche alla revisione della caldaia, obbligatoria per legge. Secondo il Decreto del Presidente della Repubblica n. 74/2013, i controlli devono essere fatti ogni due anni per impianti a combustibile e ogni quattro anni per gli impianti a gas metano o Gpl. Un allungamento rispetto al passato che porta un risparmio e che consente di verificarne la sicurezza, tagliando fino al 15% i consumi.
Ma con la crisi – spiega la Coldiretti – molti italiani stanno anche preferendo tornare alle stufe e ai camini, facendo segnare un aumento record del 15% delle importazioni di legna nel 2013 rispetto allo scorso anno.
L’ecobonus
Per quanti, invece, volessero sfruttare i sistemi più moderni, meglio ricordare che la legge di Stabilità ha prorogato fino al 2014 l’ecobonus, vale a dire le detrazioni al 65% per gli interventi legati al risparmio energetico e che scenderanno nel 2015 al 50% per tornare al canonico 36% dal 2016 in poi. Un’agevolazione consentita fino a 100mila euro per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, fino a 60mila euro per le finestre e l’installazione dei pannelli solari e fino a 30mila per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.