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“Il vero cancro del Paese sono la Cgil, la Cisl, la Uil. La Confindustria comanda il Paese e comanda voi, Brunetta”. E l’accusa che lancia il leader dei Forconi, Mariano Ferro, all’indirizzo di Renato Brunetta, secondo il quale “le imprese sono il vero killer del made in Italy, perché importano i prodotti dall’estero per poi rifarli in Italia”. Interviene anche l’imprenditore Chiavegato, che chiede al capogruppo alla Camera di FI di specificare le imprese a cui si riferisce. E Brunetta risponde: “Lei ha generalizzato con i politici. Voi come Life siete presenti da anni sul territorio ma non avete avuto un tubo di consenso. Perché?”. L’imprenditore spiega le ragioni delle piccole e medie imprese e ricorda che ci sono anche molti operai a protestare in piazza. La polemica si infiamma, quando Brunetta chiede a Ferro: “E lei cosa fa? L’interprete di Chiavegato? Lei cosa faceva cinque anni fa in Sicilia?”. Ferro replica: “Vi piacevano i 61 a zero in Sicilia”. Nel secondo match, Mariano Ferro solidarizza con la libreria di Savona assaltata durante le dimostrazioni dei giorni scorsi: non sono forconi, sono solo criminali da condannare. Inoltre la sua opinione sul Governo Letta è chiara, ma si domanda: chi lo ha votato? E Brunetta si inalbera: “Letta è stato eletto, lei si è candidato ad Avola ma non è stato eletto. Lei non ha mai preso un voto”. Chiavegato rincara: “Perché avete candidato un condannato come Aldo Brancher?”. Scroscianti applausi del pubblico e qualcuno grida che Brunetta è stato “trombato come sindaco di Venezia”

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