Un album doppio per ripercorrere quasi un quarto di secolo di musica. Come hai scelto i brani di Viaggi fuori dai paraggi?
Con molto sacrificio, un po’ insieme agli amici, ai colleghi musicisti e alla compagneria di Feissbuk. Non è facile scegliere tra brani che sono tutti figli tuoi. In generale ho dato la priorità alla varietà o al significato politico o storico, come nel caso di Jara, Salvatore o Yupanqui.
Bellissima la foto di copertina, dove eravate?
Era il 1968. La foto è stata scattata da mio padre sulla “fettuccia di Terracina”. Mio padre faceva il “piazzista”, il commesso viaggiatore insomma, e con la macchina ci lavorava. In quel caso la 850 aveva appena segnato i 100.000 km.
Come il tuo ultimo album, anche questa raccolta è autoprodotta, addirittura hai scelto di non avere l’ufficio stampa per la promozione. È possibile fare musica in questo modo?
È possibile, ma è poco redditizio. Oggi non esiste quasi più un pubblico militante, di appassionati. La vendita al dettaglio è delegata alle grandi catene, dove il prodotto indipendente annega tra le promozioni delle major.
Sei d’accordo con chi dice che la musica deve essere gratis?
In parte sì, sarei completamente d’accordo se lo fosse anche la produzione. O se almeno ci fosse una forma di sostegno da parte dello Stato, come avviene per il teatro, il cinema o la musica classica.
Venti anni fa c’era un circuito underground forte che passava dai centri sociali e che spesso rischiava di arrivare in classifica. Cosa è cambiato in questi anni?
È cambiato che non esistono più nemmeno i negoziati dove il commesso ne capiva qualcosa di quel che vendeva.
Quale potrebbe essere una soluzione?
La soluzione migliore sarebbe gestire tutto in digitale con un proprio negozio online dove vendere anche i pdf dei libretti. Prince ci provò, ma gli andò male.
Cosa pensi delle primarie del Pd?
Lo stesso che penso delle elezioni in genere. La delega rappresentativa serve a farti illudere di contare qualcosa. Vai a chiedere un mutuo in banca ed hai l’esatta percezione di quanto tu sia importante per il sistema.
Hai mai votato?
Poche volte e me ne sono sempre pentito. Me ne pentii quando votai Negri con i Radicali, e poi lui si dissociò. Me ne sono pentito quando ho votato Rifondazione e loro rifinanziarono le missioni militari all’estero e sostennero il governo Dini.
Cosa dovrebbe accadere per portarti a votare?
Mi date 100 euro e un pacco di pasta e vado a votare.