Mi ricordo il riflesso delle lucine intermittenti filtrare nella mia camera di bambina. Le luci del presepe. La mamma le infilava dentro alle casette, che sembravano animarsi. Svegliarsi di notte era più bello in quel periodo, c’era l’odore del muschio, il ruscelletto di carta stagnola.
Lasciano segni i riti dell’infanzia. Portano con sé una tenerezza che matura con gli anni, che allora forse nemmeno c’era. E così per i nostri piccoli ci abbandoniamo ad un sincretismo luccicante, colorato, caramellato. Ho visto rompere la pentolaccia a metà luglio, poi a ottobre le lanterne, babbi natale il 6 di dicembre… Ai bambini piace. E poi i bambini non si chiedono perché si fa una certa cosa, che cosa simboleggia, bastano le caramelle. Non c’è bisogno di cercare dappertutto un senso: che sia il presepe, l’albero, la zucca di Halloween (che cosa vuol dire poi? Si pronuncia Hálloween o Hallowéén?) o le maschere di carnevale.
L’ho capito molto più tardi. In America. Era il Thanksgiving: gente che volava da una parte all’altra degli Stati Uniti per festeggiare in famiglia. Tutto chiuso. Tacchini esauriti ovunque. Mi incuriosiva questa grande festa nazionale. “A chi rendete grazie?” chiesi. Sguardi stralunati mi segnalavano che avevo scelto la domanda sbagliata. Un affannarsi di spiegazioni diverse, discordanti. Ringraziate Dio? Noooo, noi siamo uno Stato laico, mica la repubblica delle banane! O meglio confidiamo in Dio, come dicono i dollari, ma non specifichiamo quale, non vorremmo offendere la sensibilità di nessun Americano. Ringraziamo i padri fondatori. Anzi no: i padri fondatori ringraziarono per primi quella terra feconda e i nativi che li accolsero.
(E non sottilizziamo per favore sul modo di ringraziare i nativi: niente facile ironia).
L’idea che mi sono fatta è che è la domanda ad essere mal posta. Il nostro mondo è bello, pieno di lucine, liberale, laico (per carità!).
Cosa c’entrano le domande esistenziali dei soliti quattro guastafeste? Perché cercare un contenuto se il contenitore basta a se stesso? E per i nostri bambini è fantastico vedere alberi addobbati, luminarie, dolcetti e scherzetti, zucche, dracula e uomini ragno… Se li abituiamo fin da piccoli, cresceranno sereni senza rotture di scatole, senza farsi domande. Delle quali potremmo non conoscere più la risposta.
M. Valeria Valerio
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Il Fatto Quotidiano, 9 dicembre 2013