In Italia e in Europa è in atto la distruzione sistematica e programmata di un’intera generazione.
Sono, secondo l‘ultimo rilevamento Istat, oltre tre milioni e settecentocinquantamila i giovani fra i diciotto e trentacinque anni che non studiano né lavorano. Quelli che possono emigrano per cercare un contesto più adeguato in terre lontane. Gli altri si consumano in un’esistenza priva di soddisfazioni e di futuro. Dovrebbero, invece, organizzarsi e mobilitarsi per riprendersi questo Paese sottraendolo agli irresponsabili che lo hanno portato a questo punto.
Sono noti i responsabili di questo crimine, che ne dovranno rispondere di fronte ai tribunali della storia, oltre che, in vari casi, in quelli penali. Innanzitutto Berlusconi, che con le sue immonde televisioni (che il rottamato D’Alema ebbe a definire un patrimonio nazionale) ha minato il livello culturale di questo Paese e dei giovani in particolare. Egli ha avuto modo più volte di esporre il suo “pensiero” in merito: le ragazze sposino i ricchi e i figli degli operai si scordino l’università. Gelmini e altri, fino a Carrozza oggi, stanno traducendo in realtà questa seconda “idea”. Altri responsabili: la Merkel e tutta la cricca europea e i suoi servi nazionali, fautori di una politica recessiva che porta benefici solo a pochi finanzieri. E ovviamente tutti i capi e capetti del sistema politico e burocratico nazionale, uniti fra loro in un abbraccio volto a svendere quanto resta in questo Paese di bene pubblico e dignità nazionale.
Paradossalmente, la stampa estera saluta l’apparente svecchiamento della classe politica nazionale. Ma non è ovviamente un problema anagrafico. Alfano e Letta sono dei quarantenni, ma l’ideologia di cui sono intrisi è vecchia nel peggiore dei significati. Renzi non ha ancora raggiunto la soglia dei quaranta ma è vecchio dentro anche lui e si dubita fortemente che riuscirà a fare qualcosa di concreto per i giovani di questo Paese. Ad ogni modo lo vedremo all’opera. Per il momento le uniche “novità” della sua gestione sono le ‘propostine’ sul taglio ai costi della politica con tentativo maldestro di ammiccamento a Grillo. Come se fosse quello il problema principale dell’Italia. Una finta risposta che è un vero e proprio paradosso: la casta che fa finta di suicidarsi per far finta di risolvere i problemi e, soprattutto, per riproporsi in perpetuo, con meno soldi pubblici ma più finanziamenti privati. Privatizziamo la politica e tutto il resto. Il “nuovo” di Renzi puzza di Ottocento.
Sugli aspetti sociali nulla, a parte qualche rifrittura sulla flessibilità del lavoro e il diritto alla formazione continua. Pezze calde di fronte alla situazione disperata che stanno vivendo i giovani e che richiederebbe ben altro coraggio, intelligenza ed originalità. Un suggerimento glielo voglio dare, anche se non credo che lo raccoglierà. Introdurre il reddito minimo garantito di cittadinanza per studenti e disoccupati potrebbe oggi essere la misura che salva i giovani e i meno giovani e rilancia l’economia di questo Paese, se è vero com’è vero che ci troviamo di fronte a una crisi in buona parte di domanda.
Personalmente sono incline a un reddito minimo garantito di cittadinanza che non sia solo un’erogazione di soldi, di per sé utile e importante, ma sia collegato all’attuazione di un piano di intervento pubblico nell’economia che consista nel rilancio dei servizi sociali, dei beni pubblici e delle piccole imprese sane che stanno soffocando sotto i colpi della crisi e dell’Europa reale. Un piano da articolare a livello regionale, provinciale e comunale, dando nuova linfa alle nostre agonizzanti istituzioni democratiche.
Dove prendere i soldi? La risposta è nota. Dalla Tav e dalle altre grandi opere inutili, dagli F-35 e dai tagli ad altre spese militari in armamenti inutili e missioni anticostituzionali, come quella in Afghanistan, dai risparmi che sono possibili razionalizzando la spesa pubblica, ma anche da un’imposta patrimoniale che colpisca i ricchi.
Questa è la sfida. Proposte in merito al salario minimo garantito di cittadinanza giacciono in Parlamento dove sono state presentate dal M5S, Sel e perfino dal Pd. Vediamo se questa classe politica, come sono convinto, è definitivamente inutile e da buttare o può ancora fare qualcosa per questo Paese e i suoi giovani disperati. Se, come ritengo, non lo farà in tempi brevi, meglio andare subito a nuove elezioni. Preparando, nel Paese, le condizioni per l’alternativa di sistema che si dimostra sempre più necessaria.
Fabio Marcelli
Giurista internazionale
Politica - 16 Dicembre 2013
Italia, come salvare un’intera generazione dalla cattiva politica
In Italia e in Europa è in atto la distruzione sistematica e programmata di un’intera generazione.
Sono, secondo l‘ultimo rilevamento Istat, oltre tre milioni e settecentocinquantamila i giovani fra i diciotto e trentacinque anni che non studiano né lavorano. Quelli che possono emigrano per cercare un contesto più adeguato in terre lontane. Gli altri si consumano in un’esistenza priva di soddisfazioni e di futuro. Dovrebbero, invece, organizzarsi e mobilitarsi per riprendersi questo Paese sottraendolo agli irresponsabili che lo hanno portato a questo punto.
Sono noti i responsabili di questo crimine, che ne dovranno rispondere di fronte ai tribunali della storia, oltre che, in vari casi, in quelli penali. Innanzitutto Berlusconi, che con le sue immonde televisioni (che il rottamato D’Alema ebbe a definire un patrimonio nazionale) ha minato il livello culturale di questo Paese e dei giovani in particolare. Egli ha avuto modo più volte di esporre il suo “pensiero” in merito: le ragazze sposino i ricchi e i figli degli operai si scordino l’università. Gelmini e altri, fino a Carrozza oggi, stanno traducendo in realtà questa seconda “idea”. Altri responsabili: la Merkel e tutta la cricca europea e i suoi servi nazionali, fautori di una politica recessiva che porta benefici solo a pochi finanzieri. E ovviamente tutti i capi e capetti del sistema politico e burocratico nazionale, uniti fra loro in un abbraccio volto a svendere quanto resta in questo Paese di bene pubblico e dignità nazionale.
Paradossalmente, la stampa estera saluta l’apparente svecchiamento della classe politica nazionale. Ma non è ovviamente un problema anagrafico. Alfano e Letta sono dei quarantenni, ma l’ideologia di cui sono intrisi è vecchia nel peggiore dei significati. Renzi non ha ancora raggiunto la soglia dei quaranta ma è vecchio dentro anche lui e si dubita fortemente che riuscirà a fare qualcosa di concreto per i giovani di questo Paese. Ad ogni modo lo vedremo all’opera. Per il momento le uniche “novità” della sua gestione sono le ‘propostine’ sul taglio ai costi della politica con tentativo maldestro di ammiccamento a Grillo. Come se fosse quello il problema principale dell’Italia. Una finta risposta che è un vero e proprio paradosso: la casta che fa finta di suicidarsi per far finta di risolvere i problemi e, soprattutto, per riproporsi in perpetuo, con meno soldi pubblici ma più finanziamenti privati. Privatizziamo la politica e tutto il resto. Il “nuovo” di Renzi puzza di Ottocento.
Sugli aspetti sociali nulla, a parte qualche rifrittura sulla flessibilità del lavoro e il diritto alla formazione continua. Pezze calde di fronte alla situazione disperata che stanno vivendo i giovani e che richiederebbe ben altro coraggio, intelligenza ed originalità. Un suggerimento glielo voglio dare, anche se non credo che lo raccoglierà. Introdurre il reddito minimo garantito di cittadinanza per studenti e disoccupati potrebbe oggi essere la misura che salva i giovani e i meno giovani e rilancia l’economia di questo Paese, se è vero com’è vero che ci troviamo di fronte a una crisi in buona parte di domanda.
Personalmente sono incline a un reddito minimo garantito di cittadinanza che non sia solo un’erogazione di soldi, di per sé utile e importante, ma sia collegato all’attuazione di un piano di intervento pubblico nell’economia che consista nel rilancio dei servizi sociali, dei beni pubblici e delle piccole imprese sane che stanno soffocando sotto i colpi della crisi e dell’Europa reale. Un piano da articolare a livello regionale, provinciale e comunale, dando nuova linfa alle nostre agonizzanti istituzioni democratiche.
Dove prendere i soldi? La risposta è nota. Dalla Tav e dalle altre grandi opere inutili, dagli F-35 e dai tagli ad altre spese militari in armamenti inutili e missioni anticostituzionali, come quella in Afghanistan, dai risparmi che sono possibili razionalizzando la spesa pubblica, ma anche da un’imposta patrimoniale che colpisca i ricchi.
Questa è la sfida. Proposte in merito al salario minimo garantito di cittadinanza giacciono in Parlamento dove sono state presentate dal M5S, Sel e perfino dal Pd. Vediamo se questa classe politica, come sono convinto, è definitivamente inutile e da buttare o può ancora fare qualcosa per questo Paese e i suoi giovani disperati. Se, come ritengo, non lo farà in tempi brevi, meglio andare subito a nuove elezioni. Preparando, nel Paese, le condizioni per l’alternativa di sistema che si dimostra sempre più necessaria.
B.COME BASTA!
di Marco Travaglio 14€ AcquistaArticolo Precedente
Expo, Maroni non invitato a vertice antimafia. La Lega ritira delegazione
Articolo Successivo
Forconi, Forza Italia: “Sono nostra gente”. Condannato leader CasaPound
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Trump insiste sui dazi all’Ue: “Ci ha trattati malissimo”. Giorgetti preoccupato: “L’Europa dia strumenti per tutelare la nostra industria”
Politica
Albania, FdI: “Decidono gli stessi magistrati di prima, è una presa in giro”. Ma il motivo è l’organico carente. Viminale contro le Corti d’Appello: “Prendono tempo”
Politica
Fdi riunisce la Direzione e lancia il sondaggio agli iscritti: “Volete la piazza anti-magistrati?”. Il dossier complottista del partito su Almasri
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Desidero esprimere la mia totale solidarietà al Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, professionista di comprovata competenza e integrità, recentemente bersaglio di un attacco inaccettabile da parte del Senatore Zaffini. Non dovrebbe essere necessario ricordare che la Fondazione GIMBE svolge un ruolo essenziale nel garantire analisi indipendenti e basate su evidenze scientifiche nel settore della sanità pubblica. Analisi che non solo aiutano l’opinione pubblica a comprendere la realtà dei fatti, ma forniscono strumenti indispensabili proprio a noi parlamentari per svolgere il nostro lavoro con cognizione di causa". Lo scrive in una nota la senatrice del Pd Susanna Camusso.
Ma ormai chiunque osi dissentire con l’operato del Governo Meloni – scienziati, magistrati, professori, giornalisti – viene puntualmente delegittimato. Peccato che sia lo stesso Presidente Zaffini ad ammettere che su sei decreti attuativi promessi per smaltire le liste d’attesa, sia stato approvato solo quello sul funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio. La colpa? Dipende dal giorno: molto spesso è dei governi precedenti – nonostante la destra governi da tre anni – altre volte, come in questo caso, delle Regioni - nonostante la stessa destra stia spingendo per l’Autonomia. Mentre milioni di italiani non possono curarsi e il SSN è al collasso, il governo continua a giocare a scaricabarile, additando nemici immaginari e scaricando le colpe su chiunque tranne che su sé stesso”.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Dopo il record di 150.000 iscritti, Forza Italia rafforza il suo radicamento sul territorio con l’avvio della stagione dei Congressi Comunali e Circoscrizionali. Si parte da 9 regioni per eleggere i nuovi segretari comunali e circoscrizionali, in un percorso di partecipazione e crescita che coinvolgerà tutta Italia". Lo scrive Forza Italia sui suoi profili social.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Rispondo a chi ogni tanto ci accusa di non avere una visione. Certo che ce l'abbiamo, anche bella forte. Magari a qualcuno non piace, non sarà quello che si aspettavano dal Pd di prima, ma oggi il Pd è autodeterminato in questa direzione". In mezzo al dibattito su 'meglio presentarsi uniti o divisi per colpire uniti', innescato dalla proposta di Dario Franceschini, Elly Schlein continua a insistere sui temi piuttosto che sui tatticismi. E rilancia la visione del 'suo' Pd a fronte di perplessità, più o meno esplicite, avanzate nei suoi confronti nell'ultimo periodo.
"La giustizia sociale, la giustizia climatica, il lavoro dignitoso, l'innovazione, i diritti delle persone", elenca la segretaria dal palco della prima iniziativa col Terzo Settore (previste altre 4 a febbraio) a Monterotondo. Come aveva fatto la settimana scorsa davanti all'ospedale di Vicenza per parlare di sanità o con gli operai a Marghera o quelli della crisi Beko su lavoro e politiche industriali.
Alla questione aperta da Franceschini, Schlein ha però dato una risposta l'altra sera a Piazza Pulita dopo giorni di silenzi, conditi da freddezza dell'inner circle della segretaria. Andare divisi per colpire uniti? "Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria", la risposta di Schlein. Insomma, nonostante al momento non vi siano passi avanti nella costruzione dell'alleanza, lo schema della segretaria non cambia. Resta 'testardamente unitario'. "Ce lo chiede la gente", la tesi di Schlein. Il sondaggio mandato in onda durante la trasmissione pare darle ragione con quasi l'80% degli elettori di centrosinistra a invocare un accordo tra le opposizioni.
Un accordo che però non c'è e la proposta di Franceschini ha avuto anche l'effetto di evidenziare ulteriormente le resistenze rispetto a un'alleanza organica. Basta leggere l'elenco di quelli che hanno promosso o quanto meno si sono detti interessati alla possibilità di 'marciare divisi, per poi colpire uniti' dopo il voto: da Carlo Calenda a Giuseppe Conte. Chi invece non è sembra interessato, è Romano Prodi che in una lunga intervista avverte: "Senza un programma condiviso non è politica, ma solo cinismo. Si possono anche vincere le elezioni, ma si uccide il Paese”.
"Ma come si può fare questo discorso due anni e mezzo prima delle elezioni?", si chiede Prodi. "Potrebbe essere l'ultima spiaggia alla vigilia del voto. Ma se partiamo dall'idea che non ci si può mettere d'accordo su un programma, mi pare difficile vincere le elezioni". L'Ulivo non è più riproponibile, aggiunge, "quel che si può fare è cercare quattro grandi problemi sui quali trovare una visione comune: sanità, casa, scuola, lavoro".
Non basta solo criticare: "Politica è dire quel che serve all'Italia per la distribuzione del reddito, la sanità, la casa. Non dire solo che mancano le risorse, ma dire come vanno riformati gli ospedali, i medici di base, le case di comunità". Chi può riuscire a federare il campo delle opposizioni in ordine sparso? Per Prodi la risposta è aperta: "Il problema è vedere chi è in grado di federare. Quel ruolo si conquista, non è dato. La competizione è aperta per tutti, Schlein e altri".
Tel Aviv, 1 feb. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta valutando la possibilità di nominare il ministro degli Affari strategici Ron Dermer a capo del team negoziale di Israele per i colloqui sugli ostaggi con Hamas, secondo le notizie di Channel 12. Subentrerebbe al ruolo del capo del Mossad David Barnea. Secondo quanto riferito, Barnea resterebbe nella squadra insieme al capo dello Shin Bet Ronen Bar e all'uomo chiave per la presa degli ostaggi delle Idf Nitzan Alon, con Dermer a supervisionare i colloqui.
I funzionari israeliani hanno dichiarato che Netanyahu riconosce che i negoziatori vogliono fare tutto il possibile per garantire che la seconda fase dell'accordo sulla restituzione degli ostaggi con Hamas abbia luogo, e il premier vuole mantenere aperte le sue opzioni. Secondo Channel 12, i funzionari del team di Netanyahu affermano che, poiché i colloqui principali si stanno svolgendo con l'amministrazione Trump, dovrebbero essere guidati da qualcuno con una formazione più diplomatica, che non nella sicurezza.
Sembra che l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, abbia detto a Netanyahu che preferirebbe lavorare con Dermer e che ha delle riserve sulla collaborazione con l'attuale team negoziale. Witkoff e Netanyahu hanno parlato oggi, ha riferito Channel 12, aggiungendo che il primo ministro israeliano terrà un incontro stasera per decidere se inviare una delegazione di medio livello in Qatar questa settimana. In risposta, l'ufficio di Netanyahu ha affermato che "i resoconti non sono veri" e che "le decisioni sui negoziati saranno prese solo dopo il ritorno del primo ministro dagli Stati Uniti".
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro di dipendenti e dirigenti Rai a viale Mazzini. Lo storico palazzo, simbolo del Servizio Pubblico, che dagli anni 60 rappresenta la Rai, chiuderà per essere interessato da importanti ed ampi lavori di ristrutturazione". Lo dichiarano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Vigilanza Rai.
"Interventi che consentiranno alla Rai di usufruire di una sede moderna, digitale e all’avanguardia, capace così di confrontarsi con un mercato televisivo sempre più competitivo. È un merito di questa dirigenza che oltre a garantire un sempre più ampio pluralismo, così come si pretende dal Servizio pubblico, un’offerta e una qualità nella programmazione, adesso garantirà alla Rai anche strutture di prim’ordine. Infatti, la sede di viale Mazzini si affiancherà al nuovo centro di produzione a Milano che sarà uno dei più avanzati in Europa. Al contempo va rivolto un vivo ringraziamento ai dipendenti Rai, che stanno affrontando con grande impegno e dedizione questo significativo momento di passaggio, che servirà a costruire il Servizio pubblico del futuro”.
Ramallah, 1 feb. (Adnkronos) - Le forze israeliane hanno arrestato due giornalisti palestinesi e sequestrato la loro attrezzatura nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron, in Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando il giornalista Ihab al-Alami, che ha riferito, dopo essere stato rilasciato, che "lui e il suo collega, Nidal al-Natsheh, sono stati arrestati dai soldati israeliani mentre documentavano i danni su terreni di proprietà palestinese vicino all'insediamento israeliano illegale di Karmei Tzur". I soldati hanno sequestrato tre telecamere prima di costringerli ad abbandonare la zona, ha aggiunto il reporter.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Roma si è svolta la Direzione Nazionale di Fratelli d'Italia, un momento di confronto interno al partito in vista del giro di boa della metà legislatura. Non si è trattato, evidentemente, di una seduta del Consiglio dei Ministri, un dettaglio che i deputati di Italia Viva, cui resta solo la polemica, potrebbero facilmente cogliere solo sfogliando un qualsiasi manuale di diritto costituzionale". Così Antonio Baldelli, deputato di Fratelli d'Italia, risponde alle polemiche sollevate da Italia Viva sull'assenza del Presidente del Consiglio all'assemblea di FdI e sulla presenza del capo della segreteria politica, Arianna Meloni.