La Eltron ha vinto l'appalto nel capoluogo siciliano, ma nel frattempo si è vista cancellare due appalti nei comuni di Lecco e Calolziocorte. Il motivo? Le informative arrivate dalla prefettura di Napoli sulle due società che si erano associate all'azienda genovese - che però non ha mai avuto alcuna connessione diretta con la criminalità - per gestire i parcheggi nelle due città lombarde Ma in Sicilia pare non se ne siano accorti
Cacciata dalla gestione dei parcheggi del comune di Lecco ma pronta ad amministrare quelli dell’Università di Palermo. Succede alla Eltron, una s.r.l. di Genova attiva da anni nella gestione delle aree di sosta, con un recente passato nell’amministrazione dei parcheggi di Lecco e di Calolziocorte. I rapporti tra la ditta ligure e i comuni lecchesi però hanno avuto vita breve: le amministrazioni lombarde hanno infatti deciso di annullare gli appalti vinti dalla Eltron. Il motivo? Le informative antimafia arrivate dalla prefettura di Napoli, che raccontavano le connessioni tra soggetti in odor di camorra e due società, la Smart Project di Casoria e e la Securjest di Casalnuovo, in provincia di Napoli, collegate alle Eltron, che con loro stava costituendo l’associazione temporanea d’imprese per la gestione dei parcheggi lecchesi. A Palermo, però, sembrano non essersi accorti di nulla.
La storia del parcheggio interno all’Università è complessa. Comincia nel 2009, quando il rettore dell’ateneo siciliano Roberto Lagalla, appena insediato, trova un passivo di bilancio superiore ai 30 milioni di euro: come fare per ridurre il buco? Lagalla – già assessore regionale alla sanità in quota Udc, quando il governatore era Totò Cuffaro – aveva ben pensato di risparmiare sul costo di gestione della navetta utilizzata dagli studenti per spostarsi all’interno della cittadella universitaria di viale delle Scienze. Troppi i soldi richiesti dall’Amat, la ditta municipalizzata dei trasporti, per gestire il servizio. Molto più conveniente appaltarlo ad un’altra ditta, che in cambio del servizio gratuito, si sarebbe aggiudicata anche la gestione dei parcheggi interni alla cittadella universitaria. Alla manifestazione d’interesse bandita dall’Ateneo si presenta subito una Associazione temporanea d’impresa, che ha come società capofila proprio la Eltron. La loro proposta, dettagliata ed articolata, viene considerata la migliore ed è così che il 6 agosto del 2009 il consiglio di amministrazione dell’Università approva la convenzione. Passano meno di 24 ore e l’accordo tra l’Ati guidata da Eltron e l’Ateneo palermitano viene stipulato. Un accordo di almeno nove anni e che promette di fruttare alla Eltron cifre importanti. Perché in cambio di un servizio gratuito di navette, e l’installazione di telecamere di sorveglianza lungo tutta la cittadella universitaria, l’Ati intascherà l’intero pedaggio richiesto per parcheggiare le auto nei pressi dell’università.
Non cifre simboliche dato che l’accordo prevede aumenti annuali che arriveranno a costare 50 euro all’anno per gli studenti e addirittura 170 euro per i professori. In più, per accedere alla cittadella universitaria bisognerà essere muniti di transponder, un tesserino magnetico del costo di 12 euro. A questo vanno sommati i 35 euro ad automobile per il servizio di rimozione: un cifra un po’ troppo elevata per andare a sostenere esami, frequentare lezioni o semplicemente recarsi al lavoro. E tra l’altro le società si sono impegnate a rilasciare il doppio degli abbonamenti rispetto al numero dei parcheggi: il rischio di continuare a non trovare un posto per l’auto nonostante il pagamento dell’abbonamento rimane.
E infatti studenti e lavoratori dell’ateneo palermitano scendono sul piede di guerra: manifestano, alzano la voce, affibbiano al rettore Lagalla il soprannome di “Magnifico Parcheggiatore”. Oltre al costo degli abbonamenti – considerato troppo esoso – agli studenti non piace soprattutto l’idea di quel tesserino magnetico a pagamento per entrare dentro la cittadella. “Consapevoli che l’accesso alla cittadella vada regolamentato, proponiamo che nel breve periodo si debba limitare l’accesso ai possessori di un tesserino elettronico rilasciato dall’Università a tutti coloro che, facenti parte della comunità accademica, ne facciano espressa richiesta” scrivono in un documento comune le associazioni Udu, Rum, Andu, Rete 29 aprile e la Flc della Cgil.
Nel settembre del 2009 il cda dell’Università è costretto a sospendere temporaneamente l’esecutività della convenzione stipulata con le società private. La situazione si blocca. Ritorna, però, all’ordine del giorno due anni più tardi quando nel maggio del 2012 viene stipulata una nuova convenzione tra l’Università e l’Ati guidata da Eltron. Nella nuova convenzione compare anche un servizio di lavaggio automobili e un abbonamento per il parcheggio delle moto. Studenti e lavoratori però continuano a non essere convinti: conviene cedere a società private un introito del genere soltanto in cambio di una navetta gratuita? Gli studenti tornano a manifestare: organizzano flash mob e sit-in. E bloccano nuovamente l’operazione. La Eltron minaccia quindi azioni legali contro l’ateneo siciliano. “Chi viene all’università con un mezzo proprio deve avere il diritto di trovare uno spazio, se invece si vogliono accalcare le macchine questa diventa anarchia”, dice al fattoquotidiano.it il rettore Lagalla.
Nel frattempo, però, alla Eltron sono stati cancellati i due appalti vinti a Lecco e a Calolziocorte per la gestione dei parcheggi comunali. Al primo cittadino di Lecco, Virginio Brivio, e a quello di Calolziocorte, Paolo Arrigoni è arrivata infatti l’informativa antimafia del prefetto di Napoli: nelle due società campane a cui vuole associarsi la Eltron per gestire i parcheggi dei comuni lecchesi qualcosa non quadra. “La camorra voleva i parcheggi pubblici”, titolano i giornali locali. I due sindaci non hanno dubbi: e tra il 2011 e il 2012 i due appalti da quasi mezzo milione di euro vinti dalla Eltron vengono revocati. Un migliaio di chilometri più a sud, a Palermo, si cerca invece di spingere sull’acceleratore per sbloccare la situazione.
Ma come mai i vertici dell’università, contrariamente ai sindaci lombardi, non hanno pensato di chiedere al prefetto di Napoli alcuna informazione sulla ditta? Il rettore Lagalla cade dalle nuvole: “Credo che la curiosità sia legittima – dice al fattoquotidiano.it – anzi la ringrazio per l’informazione, non ne sapevo nulla. Ma sono sicuro che il cda ha assunto delle determinazioni nel rispetto della legge. Abbiamo anche un parere dell’avvocatura dello Stato che ci dà ragione: devo supporre che all’epoca dell’affidamento non fosse ancora successo nulla”. Il rettore si riferisce infatti al 2009, anno della stipula del primo accordo con l’Ati, quando ancora alla Eltron non erano stati revocati gli appalti in provincia di Lecco. “Durante la mia giornata ho altro a cui pensare che ai parcheggi di Lecco” spiega, aggiungendo che “nel momento della consegna dei luoghi sarà sicuramente aggiornato l’accertamento sull’affidabilità ulteriore”.
Ma quando avverrà la consegna dei luoghi e quindi l’ingresso dell’Ati nel parcheggio dell’Università? A sentire il rettore la questione è ancora in alto mare. Dall’interno dell’università invece filtra l’informazione di una nuova convenzione già redatta e pronta per essere presentata al prossimo consiglio di amministrazione. I termini sono pressoché simili, tranne l’articolo 6 della convenzione, che non assegna più tutti gli introiti del pedaggio all’intera Associazione temporanea di imprese capitanata da Eltron. Al contrario nella nuova convenzione è previsto che all’incasso passi soltanto la Medprom, l’altra società che insieme alla Inzerillo autoservizi costituisce l’Ati, guidata sempre da Eltron. Che cos’è Medprom? Sul loro portale web si presentano come una società di comunicazione che “sceglie di puntare sulla bellezza e sul potere dell’arte”.
Di gestione dei parcheggi non c’è traccia. A fondare e dirigere la Medprom è Guglielmo Correnti, palermitano classe 1978, salito agli onori della cronaca nel 2008, quando con un’altra società, la Trinakria development, aveva installato un’immensa casa di Babbo Natale proprio nella centralissima piazza Castelnuovo a Palermo. La grande struttura era stata prima sequestrata dai vigili urbani per mancanza di autorizzazioni e quindi dissequestrata dopo qualche giorno: un piccolo pasticcio subito rientrato, che aveva regalato qualche momento di ilarità in città. Cosa c’entra tutto questo con la gestione dei parcheggi? Nell’ambiente universitario qualcuno ha riesumato l’esperienza politica di Correnti, candidato alle amministrative del 2007 in sostegno del sindaco pidiellino Diego Cammarata. Di centrodestra, come del resto lo stesso Lagalla, indicato da più parti come candidato alle prossime elezioni europee. Ipotesi che il diretto interessato smentisce completamente: “A candidarmi alle europee non ci penso nemmeno: rimango al mio posto”, dice. Prima, c’è da sistemare l’annosa questione del parcheggio dell’Università. Che tra un manifestazione degli studenti e i pasticci interni alle società convenzionante, è in stand by ormai da più di quattro anni. All’orizzonte fanno capolino le informative anti camorra della prefettura di Napoli.
Twitter: @pipitone87
Aggiornamento: Con provvedimento del 4 maggio 2012, le cui motivazioni sono state depositate in data 23 luglio 2012, il Consiglio di Stato ha annullato l’informativa atipica emessa dalla Prefettura di Napoli, sulla scorta della quale il Comune di Calolziocorte aveva disposto la revoca della concessione del servizio di gestione e manutenzione del parcheggio comunale, aggiudicata alla ATI, formata da Eltron Srl e Smart Project.
*Articolo oscurato il 18 febbraio del 2017 dopo il sequestro ordinato dal gip di Genova, poi ripubblicato il 24 febbraio dopo ordinanza emessa dal tribunale del Riesame di Genova che ha annullato il precedente provvedimento. Aggiornato da redazione online alle ore 15.05 del 24 febbraio 2017