E' l'affondo del Pd nei confronti dell'autorità portuale di Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta in una infuocata interpellanza parlamentare, sottoscritta da 37 deputati, indirizzata al ministero delle Infrastrutture, a quello della Pubblica amministrazione e al dicastero dell'Economia e delle finanze
Una infornata di assuzioni senza concorsi e tra i fortunati anche parenti di dipendenti e politici. E’ l’affondo del Pd nei confronti dell’autorità portuale di Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta in una infuocata interpellanza parlamentare, sottoscritta da 37 deputati, indirizzata al ministero delle Infrastrutture, a quello della Pubblica amministrazione e al dicastero dell’Economia e delle finanze.
Tutto inizia nel novembre 2011 quando il ministero dei Trasporti autorizza l’aumento della pianta organica da 85 a 114 unità bocciando la richiesta del comitato portuale di arrivare a 138 unità con l’aumento di 3 dirigenti rispetto ai 14 già presenti. Nella nota ministeriale, firmata dal direttore generale Cosimo Caliendo, veniva precisato: “Si raccomanda l’espletamento di procedure concorsuali selettive di evidenza pubblica nel rispetto del principio della trasparenza e delle vigenti norme in materia”. I democratici accusano che i concorsi non si sono visti. Le autorità sono enti pubblici non economici.
L’interpellanza, prima firmataria Marietta Tidei, figlia dell’ex sindaco di Civitavecchia Pietro, da poco dimissionario per le spaccature nel centro-sinistra, denuncia: “L’autorità portuale di Civitavecchia procedeva, a seguito dell’ampliamento della propria pianta organica, ad alcune decine di assunzioni per le quali non si ha traccia di procedure “ad evidenza pubblica” o comunque di selezioni che, nel rispetto della legge, garantissero alla stessa autorità l’individuazione delle migliori professionalità disponibili”. E più avanti: “Le assunzioni avvenivano tutte a chiamata diretta (circa 24/28 unità) pur in vigenza delle leggi richiamate e in violazione dell’articolo 97 della Costituzione che imponeva tutti gli enti pubblici le assunzioni tramite concorso”. Infornata di assunti senza concorso dal costo di milioni di euro.
Non solo. “Numerosi assunti – continua l’interpellanza – risulterebbero essere legati finanché da legami di parentela rispetto a diversi esponenti politici locali e a dipendenti dell’autorità portuale di Civitavecchia (molti degli assunti hanno lo stesso cognome di personale dipendente già in servizio)”. Il presidente dell’autorità portuale è Pasqualino Monti, 39 anni. Nel suo curriculum una laurea in Scienze statistiche alla Sapienza e un master in “Banking and Finance, – si legge sul sito dell’autorità – Asfor accredited, presso la Fondazione Cuoa ad Altavilla Vicentina”. Un anno dopo il master, nel 2005, diventa dirigente finanziario all’autorità. Nel 2011 diventa presidente, nominato dall’allora ministro Altero Matteoli. Dal luglio di quest’anno è anche a capo di Assoporti.
Monti al Fattoquotidiano.it spiega: “Le autorità applicano il contratto collettivo nazionale dei lavoratori dei porti, le assunzioni sono fatte in conformità alle leggi sull’impiego privato. Le assunzioni sono state 21, quelle a chiamata diretta 5 per profili specifici rispetto alle funzioni da ricoprire, come previsto dalla normativa vigente. Gli altri 16 rientrano in un percorso di stabilizzazione assolutamente legittimo avviato dal mio predecessore attraverso un accordo sindacale per soggetti che già lavoravano all’interno dell’ente”.
Ma le procedure concorsuali? Monti aggiunge: “Per le prossime assunzioni, altre otto unità, sarà fatta sicuramente una selezione”. I democratici non ci stanno. “L’aumento della pianta organica – insiste la deputata Tidei – è stata concessa nel 2011 con la raccomandazione di ‘procedure concorsuali’ di cui non vedo traccia. Tra quei 16 ci sono parenti di politici, dipendenti e sindacalisti e ora verificheremo la corrispondenza dei nominativi assunti con quelli presenti nell’elenco citato”. Gli interpellanti chiedono l’avvio di una indagine amministrativa, l’invio degli atti alla procura regionale della corte dei conti e l’adozione di strumenti per il rispetto della legge per la selezione del personale. Ora si attende la risposta di Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture.