L'imputato è stato condannato per il reato di associazione per delinquere, mentre le frodi sportive a lui contestate sono state dichiarate estinte per intervenuta prescrizione del reato
Due anni e quattro mesi. È la condanna in appello ex dg della Juventus per il processo Calciopoli. Durante l’arringa finale dei legali di Luciano Moggi, Maurilio Prioreschi e Paolo Trofino, sono state letti in aula alcuni stralci di una intercettazione inedita che dimostrerebbe “la buona fede dell’arbitro Racalbuto in Roma-Juventus”, una delle partite su cui si fonda il teorema dell’accusa. Nell’intercettazione si sente Racalbuto ricordare che “gli errori li ha fatti Pisacreta (il segnalinee, ndr) e non io”.
La pena è stata più che dimezzata. Moggi in primo grado era stato condannato a 5 anni e quattro mesi. L’imputato, che non era in aula al momento della lettura del verdetto, è stato condannato per il reato di associazione per delinquere, mentre le frodi sportive a lui contestate sono state dichiarate estinte per intervenuta prescrizione del reato.
La richiesta del procuratore generale era stata di 3 anni e un mese. Per lo stesso reato l’ex vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini e l’ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto sono stati condannati a 2 anni con pena sospesa. Dieci mesi con pena sospesa per gli ex arbitri Bettini e Dattilo, un anno con pena sospesa a De Santis.