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Mafia: la forza dello Stato nel carcere duro

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L’inasprimento del 41-bis, famosa norma antimafia, annunciato dal ministro dell’Interno, va salutato con gioia. Nessuno strumento più del carcere duro ha mostrato nel tempo di resistere all’impeto mafioso. Chiunque lo proponga e qualsiasi governo lo adotti, è cosa buona e giusta. La solidarietà al giudice Di Matteo ed ai valorosi magistrati antimafia è dovere e piacere dei cittadini onesti, senza se e senza ma.

Va ricordato che l’introduzione di questo regime carcerario, che limita i diritti a visite e contatti con l’esterno, ha innervosito molto i criminali. Gli ordini dei boss non passano, se non nel modo plateale utilizzato da Riina giorni fa e che dovrebbe costituire ulteriore motivo di vergogna per chi proferisce quelle parole cariche di viltà. Perché con le minacce non si vince. Lo Stato ha già vinto e vince contro i “cattivi”. Questo dobbiamo continuare ad insegnare ai nostri figli e non dimenticarlo noi. Ovviamente con la consapevolezza che la guerra è dura e che tutti possono fare errori. Speriamo mai sottovalutazioni. La politica resti vigile e stronchi ogni tentativo di corruzione, anche delle classi dirigenti, ad ogni livello.

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