Flop del sit-in in piazza del Popolo. "Colpa dei treni in ritardo e dei guasti", sostiene il leader di Latina Danilo Calvani. Mariano Ferro è rimasto in Sicilia e annuncia la partecipazione alla messa domenicale in San Pietro
Cori da stadio e insulti a Napolitano: l’ala “dura” dei forconi non ha rinunciato al sit-in nella Capitale, ma in piazza del Popolo sono arrivate solo 3mila persone. “Colpa dei treni in ritardo e dei guasti”, spiega il leader di Latina Danilo Calvani, celebre anche per la sua uscita su una Jaguar. “Tutti a casa!”, urlano le persone in piazza, ricalcando molti degli slogan bandiera del Movimento 5 Stelle. A fianco dei forconi, ci sono gli esponenti di Casapound, nonostante l’invito dello stesso Calvani a desistere. I forconi più “pacifici” invece, inizieranno il presidio permanente a Roma a partire da domenica, dopo la messa in piazza San Pietro. E’ Mariano Ferro, capogruppo dei forconi siciliani ad annunciarlo: “Passeremo il Natale lì e temo anche il capodanno. Ma sarà qualcosa di toccante, pacifico ovviamente. Un presidio con le famiglie ed i bambini”. In piazza del Popolo il sit-in è iniziato alle 15: circa tremila persone, arrivate da numerosi regioni d’Italia, a cui gli esponenti del centrodestra strizzano l’occhio.
A presidiare la piazza, blindati di carabinieri e polizia. Gli organizzatori della protesta, temono i cosiddetti infiltrati e hanno invitato i manifestanti ad avere il volto scoperto. Una disposizione, non seguita da tutti.
“Siamo arrabbiati ma non violenti, la nostra è una protesta pacifica”, ha assicurato Calvani. Gli agenti, circa duemila, dovranno anche evitare che vengano messe tende in piazza del Popolo. Ipotesi bocciata sia dal prefetto di Roma, che dal sindaco Ignazio Marino. Secondo il capo della Polizia, Alessandro Pansa, “le città sono scenario di molte proteste” e assicura: “Ci confrontiamo con la sofferenza dei nostri concittadini. Dobbiamo rispettare tutti quelli che manifestano e gli altri che non devono vedere oppressi i loro diritti”. Oltre alla manifestazione in piazza del Popolo, alle 17.30 è partito anche il corteo dei movimenti per l’abitare da piazza dell’Esquilino: “Qui c’è la piazza meticcia che rappresenta il disagio sociale: nessun forcone”.
Le manifestazioni nelle altre città d’Italia
Dopo la spaccatura all’interno del comitato 9 dicembre, chi non è andato al sit-in di Roma ha scelto di continuare la protesta nelle proprie città. A Perugia, un gruppetto di manifestanti si è riunito questa mattina fuori dalla sede di Banca d’Italia a Perugia, per poi spostarsi a Palazzo Cesaroni, dove era in corso il consiglio Regionale e hanno incontrato il presidente del Consiglio. Circa un centinaio di persone tra commercianti, imprenditori e disoccupati, ha sfilato per il centro cittadino di Barletta, fino alla prefettura dove hanno consegnato in una scatola le chiavi delle loro attività. A Sassari, una cinquantina di persone dei”forconi” sardi, appartenenti al movimento anti-Equitalia e al movimento per la Zona Franca in Sardegna stanno manifestando davanti al palazzo della Provincia con striscioni e finte bare per chiedere “la ridiscussione di tutte le norme monetarie europee”.
CRONACA ORA PER ORA
17.31 – Corteo dei movimenti per la casa. E’ partito il corteo dei movimenti per la casa da piazza dell’Esquilino. “Qui c’è la piazza meticcia – gridano – che rappresenta il disagio sociale: nessun forcone. Solo il nostro è il percorso che conta, qui ci sono uomini e donne, studenti e migranti, che lottano per i diritti sociali senza confini nè frontiere, per il lavoro e lo studio, tutti contro il fascismo e il razzismo di Casapound e contro chi vuole la rabbia come Calvani”.
17.20 – Insulti contro Napolitano, cori per il Papa. Dalla folla si sono alzati cori da stadio al grido: “Francesco uno di noi”. Una marea di ‘buu’ invece all’indirizzo di Giorgio Napolitano è partito da piazza del Popolo quando Danilo Calvani, leader dei forconi lo ha nominato durante il suo intervento. Un coro di fischi e grida ‘buffone’ sono partiti dalla folla che sta ascoltando Calvani.
16.20 – Calvani: “Andiamo avanti”. “Chiediamo elezioni perché la classe politica attuale non ci rappresenta ma non abbiamo intenzione di formare un partito politico. Qui in piazza c’è gente che ha votato tutti i partiti, c’è gente di destra e di sinistra, c’è il popolo, solo non vogliamo i violenti”, ha detto Danilo Calvani, leader dell’ ala ‘dissidente’ del coordinamento 9 dicembre, durante il suo discorso in piazza del Popolo. “Andremo avanti ad oltranza con le proteste e con i presidi anche dopo Natale – ha aggiunto – continueremo finché i politici non se ne andranno”.
15.43 – Applausi per Casapound. In piazza del Popolo dove è in corso la manifestazione dei forconi, sono appena arrivati gli attivisti di Casapound accolti dagli applausi. Urlano: “Un popolo, un vessillo, una nazione”. Il gruppo di circa trecento persone si sta posizionando in piazza. Intanto dal camioncino allestito al bordo della piazza sono iniziati gli interventi delle delegazioni presenti. Dal palco si urlano slogan contro il governo e “W l’Italia”.
15.40 – Cardinal Bagnasco: “Le istituzioni ascoltino la piazza”. “Soprattutto le istituzioni politiche devono ascoltare il grido di dolore della piazza, un disagio che è reale nella nostra società. Dall’altra parte ci deve essere uno spirito costruttivo per non protestare solo in modo civile ma fare anche delle proposte”. Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei.
15.36 – In piazza anche uno spezzone di studenti. Alcune decine di studenti ed operai sono appena arrivati a piazza del Popolo accolti dagli applausi dei manifestanti. I ragazzi hanno fatto il loro ingresso da piazzale Flaminio tenendo nelle mani fumogeni tricolore che hanno colorato la piazza. Intonando l’Inno di Mameli, gli studenti hanno esposto uno striscione con scritto ‘Studenti, braccianti, operai… il sole non sorge a Bruxelles’. Alcuni manifestanti hanno anche intonato cori contro i giornalisti, definendoli “terroristi”.
15.25 – Al corteo di Casapound presente anche il vicepresidente Di Stefano. “Italia nazione rivoluzione”. Questo lo slogan scandito dagli oltre 200 militanti di Casapound partiti in corteo a Roma dalla sede del movimento di estrema destra in via Napoleone III, per raggiungere il sit-in dei Forconi a piazza del Popolo. I manifestanti espongono solo bandiere tricolori. In testa al corteo il vice-presidente del Movimento Simone Di Stefano arrestato qualche giorno fa per aver rubato la bandiera dell’Unione Europea. E per ricordare quell’episodio tra i manifestanti spunta anche un manifesto che ritrae un ragazzo che “ruba” una bandiera dell’Europa. In testa alcuni manifestanti indossano maschere dipinte col tricolore dietro uno striscione con su scritto: “alcuni italiani non si arrendono”.
15.19 – Circa 3mila persone in piazza: slogan da stadio. “Noi la crisi non la paghiamo” e ancora “tutti a casa”. Questi gli slogan più urlati dai manifestanti di piazza del Popolo dove è iniziata la manifestazione nazionale dei forconi. Al momento sono circa tremila le persone in piazza a urlare slogan da stadio, rivolti soprattutto ai politici.
15.02 – E’ partita la “passeggiata” di Casapound. E’ partita dalla sede di via Napoleone III a Roma la passeggiata di Casapound verso piazza del Popolo, dove alle 16 inizierà il sit in dei Forconi. Non è stato ancora reso noto il percorso della passeggiata improvvisata, che, hanno precisato i militanti, non è un corteo. Alcuni militanti indossano maschere tricolori e cappi al collo a rappresentare gli italiani ‘suicidatì per colpa della crisi. “Casapound ha partecipato alla protesta fin dal primo momento e abbiamo fornito anche una piattaforma di rivendicazioni, tra cui la richiesta di scioglimento delle Camere e il ritorno alle urne, il congelamento dei pignoramenti di Equitalia per almeno un anno e il congelamento del debito pubblico in mani estere”, ha detto Adriano Scianca, responsabile culturale di Casapound. “Scendiamo in piazza senza simboli politici – ha detto Simone Di Stefano, vicepresidente di Casapound – vogliamo una piazza allegra e pacifica”.
14.46 – Danilo Calvani arrivato in piazza del Popolo. Danilo Calvani, il leader dell’ala integralista dei forconi, è appena arrivato in piazza del Popolo a Roma dove sta per iniziare la manifestazione nazionale contro la classe politica. La piazza è presidiata e l’ingresso di via del Corso è chiuso da un doppio filtro di blindati. La folla ha seguito Calvani mentre andava a bordo piazza per parlare con le forze dell’ordine e tranquillizzarli. Ora in piazza ci sono un migliaio di persone. Bandiere italiane e slogan contro i politici.
13.58 – Presenti un migliaio di manifestanti in piazza del Popolo. E’ ancora semivuota piazza del Popolo, dove alle 15 prenderà il via la manifestazione dei Forconi sostenuta dall’area (dura) guidata da Danilo Calvani, contadino 51enne di Pontinia. In piazza ci sono circa un migliaio di manifestanti che intonano slogan contro il governo e la “casta” sventolando numerosi tricolori. Nella centralissima piazza della Capitale sono arrivate delegazioni da ogni parte d’Italia, dalla Calabria alla Toscana. “Non mi suicido, combatto”, recita il cartello sorretto da un manifestante che indossa un casco di protezione con la scritta “elmo di Scipio”. Numerosi i passanti ed i turisti che si fermano incuriositi ad osservare la manifestazione. A presidio della piazza ci sono anche blindati di carabinieri e polizia, anche se la situazione al momento appare tranquilla.