“Facciamo la legge elettorale con chi ci sta” aveva detto Matteo Renzi. Ma chi se lo poteva immaginare che dietro quella frase potrebbe esserci già una trattativa tra Pd e Forza Italia. Non una trattativa, precisano subito i democratici, perché il dialogo sulle riforme va fatto con tutti, anche con le opposizioni: “Anche i Cinque Stelle devono entrare in partita”, aggiungono. C’è chi ci crede, comunque, come Forza Italia: “Forse qualcosa nel Pd è cambiato: da parte nostra c’è tutta la disponibilità ad entrare nel merito” gongola Mariastella Gelmini.
C’è chi mette il broncio, come il Nuovo Centrodestra: “Renzi sappia che, se fa accordi fuori dalla maggioranza, la maggioranza salta” spiega papale papale Roberto Formigoni. La commissione Affari istituzionali della Camera intende approvare una legge entro il 31 gennaio. Il punto è crederci dopo anni di promesse puntualmente smentite. E Renzi stesso in occasione della presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa (sì, ancora quello) ne approfitta subito per mettere altra fretta: “Significa che nella prima settimana di febbraio la Camera potrà votare” la riforma “con la più ampia convergenza possibile”, perché “serve un cambiamento radicale e fare le cose che si dice di fare. Altrimenti, altro che forconi”. E rispondendo ad Alfano che si è detto pronto a fare la riforma del Porcellum ha aggiunto: “Come dice Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo. Al 31 gennaio o bene bene, o male male”. E anche Angelino Alfano assicura che loro la riforma la vogliono “chiara e subito”.
Il ragionamento è chiarito dallo stesso Renzi che spiega: “Sulla legge elettorale chi la fa a maggioranza sbaglia, se non ci sono alternative si fa a maggioranza, ma se possiamo ravvisare una debolezza del fu Porcellum è che fu fatto a maggioranza. Con Ncd e con le altre forze della maggioranza credo sarà naturale vedersi in modo rapido per un patto di coalizione con le cose da fare per il 2014 e anche oltre. Io non ho la fregola delle elezioni, ma sulla legge elettorale bisogna fare presto, se non la facciamo entro le europee ci portano tutti via”.
Ma il Corriere della Sera racconta di un faccia a faccia – sull’argomento – tra il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta e uno dei deputati di cui Renzi si fida di più, Dario Nardella, che è anche stato vicesindaco di Firenze. “Alla Caffetteria è molto frequente che dei parlamentari si incontrino – si affretta a spiegare Sandro Gozi, prodiano che ha sostenuto la candidatura del sindaco – Renzi è stato chiarissimo: bisogna dialogare con tutte le forze in Parlamento. E Nardella ne ha parlato a Brunetta alla Caffetteria, sarebbe potuto capitare a qualsiasi deputato. Se avessero voluto fare un incontro segreto dubito che sarebbero andati là”. La piattaforma sulla quale far partire un’intesa che coinvolga anche le opposizioni sarebbe un Mattarellum al quale togliere il 25% di quota proporzionale per trasformarlo in un premio di maggioranza. Fin qui la ricostruzione del Corriere. Se fosse così l’effetto più certo sul quale scommettere sarebbe senza dubbio la rivolta degli alleati di governo del Pd: Alfano in primo luogo, ma anche Udc e affini (tipo i popolari di Mauro fuoriusciti dall’area Monti). Tanto che il Nuovo Centrodestra ha chiesto in commissione Affari Costituzionali della Camera – dove oggi con la consueta lentezza si è cominciato a discutere della riforma elettorale – che il percorso di rinnovo del sistema elettorale sia legato al resto delle riforme istituzionali: un modo per impantanare tutto di nuovo, prendere tempo e puntare su altre estenuanti trattative. Prima interne (alla coalizione che sostiene Enrico Letta) e poi esterne.
Intanto il primo punto del menù composto nei giorni scorsi da Renzi trova un apparente sostegno proprio in commissione: “La mia proposta è stata quella di licenziare un testo dalla commissione per l’Aula entro il 31 gennaio – dice il presidente dell’organismo, Francesco Paolo Sisto, deputato di Forza Italia e in passato avvocato di Silvio Berlusconi – Abbiamo un mandato cui adempiere datoci dal Paese e dalla Corte Costituzionale e che dobbiamo svolgere rapidamente ma in maniera efficace”. Renzi accelera di nuovo, pro domo sua: “Trovo di ottimo auspicio la decisione della commissione Affari Costituzionali di calendarizzare la discussione” sulla legge elettorale in modo da licenziare un testo entro il 31 gennaio, “significa che nella prima settimana di febbraio la Camera potrà votare” la riforma “con la più ampia convergenza possibile”.
In realtà la commissione tornerà a discutere del provvedimento, con tutta probabilità, dopo la pausa per le vacanze visto che al momento ha all’ordine del giorno già altri provvedimenti tra cui l’abolizione delle Province (altra questione diventata più lunga della camicia di Meo). “Abbiamo indicato – ha aggiunto Sisto – il 28 dicembre come data per eventuali richieste di audizioni integrative rispetto a quelle svoltesi in Senato e delle quali verrà fornita la documentazione che vorremmo poi concentrare possibilmente in una unica giornata”. Quanto al relatore, al momento, è proprio Sisto. “In più di qualcuno negli interventi di oggi ha detto che è bene che il relatore resti il presidente perché è di garanzia” ha spiegato. Non si parte proprio con il piede giusto se è vero che il capogruppo in commissione Emanuele Fiano ha sottolineato che “oggi non abbiamo parlato del tema del relatore ma del percorso” della riforma.