Raffaele Todaro (genero del boss dell''ndrangheta Antonio Dragone) e il cognato Iembo hanno preso la parola al termine di un convegno sul pericolo di infiltrazioni criminali nella ricostruzione post terremoto a Reggiolo. Nel mirino Antonella De Miro, responsabile di avergli ritirato i documenti che garantiscono la legalità dell'attività edile. Il sindaco di Reggio Emilia: "Attacchi inammissibili"
Un incontro antimafia interrotto bruscamente da un attacco verbale al prefetto di Reggio Emilia Antonella De Miro arrivato dal pubblico in sala. A Reggiolo, comune in provincia di Reggio Emilia, l’iniziativa organizzata da Fondazione Caponnetto e Camera di commercio per parlare del pericolo di infiltrazioni mafiose nella ricostruzione post terremoto è finita tra le polemiche. Dopo gli interventi del presidente della Camera di commercio Enrico Bini, del sindaco di Reggiolo Barbara Bernardelli e degli altri ospiti del convegno, a prendere la parola sono stati due imprenditori edili, Raffaele Todaro e il cognato Iembo, che hanno cominciato a prendersela con il prefetto (che non era presente all’ incontro), accusandolo di averli danneggiati nel loro lavoro.
Entrambi nel 2010 hanno ricevuto dal prefetto un’interdittiva che ha fatto perdere alle loro aziende la certificazione antimafia e con questa anche appalti da migliaia di euro. «Sono rovinato» ha detto Iembo prendendo la parola dal pubblico e riferendosi all’interdittiva antimafia da cui è stato colpito. Todaro invece ha incolpato il prefetto di averlo punito solo perché legato alla famiglia del boss della ‘ndrangheta Antonio Dragone, ucciso nel 2004 dalla cosca rivale dei Grande Aracri. «Mi hanno penalizzato solo perché ero il genero di Dragone, ora non riesco a lavorare – ha aggiunto – queste cose non erano mai accadute prima dell’arrivo di questo prefetto”.
A questo punto a difesa del prefetto sono intervenuti Bini e il sindaco Bernardelli, che ha chiuso il dibattito, anche perché De Miro, non essendo presente, non poteva rispondere direttamente alle accuse. Il primo cittadino di Reggiolo ha parlato di “attacchi inammissibili” e messaggi di solidarietà al prefetto sono arrivati anche dalla Cna e dal Comune di Reggio Emilia, che ha ribadito il proprio impegno per la legalità. “Reggio Emilia è dalla parte della legalità, dalla parte di chi, come il prefetto Antonella De Miro, questa legalità la tutela e la difende, anche esponendosi personalmente, utilizzando le interdittive antimafia e ogni altro strumento possibile per contrastare le infiltrazioni malavitose” ha dichiarato il sindaco vicario Ugo Ferrari, che ha definito “inaccettabile quanto avvenuto a Reggiolo, dove illazioni e accuse sono state rivolte frontalmente da parte di alcuni presenti in direzione di colei che rappresenta lo Stato sul nostro territorio, tanto da costringere gli organizzatori a interrompere l’iniziativa”. Ferrari ha poi ringraziato il prefetto per il lavoro che sta svolgendo, ribadendo la vicinanza del Comune nella lotta alla criminalità organizzata. “In questo cammino che il prefetto De Miro ha intrapreso con forza e decisione contro l’ illegalità e la criminalità organizzata siamo inequivocabilmente al suo fianco”.