L'ex calciatore della Juve e attuale allenatore delle giovanili del Pisa non è stato sanzionato. Ma la sua società ha subito una multa, la sconfitta a tavolino e un punto di penalizzazione
Sconfitta per 0-3 a tavolino, un punto di penalizzazione, 109 euro di multa alla società e allenatore ancora sotto indagine degli organi federali. Ma soprattutto un’occasione persa. E’ quanto deciso dalla Federcalcio, che ha letteralmente stroncato Alessandro Birindelli, ex campione d’Italia con la Juventus e attuale responsabile delle giovanili del Ac Pisa 1909, per quanto fatto sabato scorso. La partita era Ospedalieri-Pisa, Toscana, categoria Esordienti Fair Play, ovvero bambini nati nel 2001 (ma il Pisa schiera i classe 2002). Durante la gara, sugli spalti scoppia una lite tra genitori. Per un passaggio sbagliato: un ragazzino non riesce a dare la giusta direzione alla palla, il papà di un suo compagno ne chiede il cambio in malo modo, il genitore di chi ha sbagliato non la prende bene. Le urla arrivano sul terreno di gioco.
Birindelli le sente. Si avvicina agli spalti e avvisa: “Se continuate ce ne andiamo”. Parole inutili. Il match riprende, il battibecco pure. E l’ex terzino dei bianconeri mantiene la promessa: richiama i suoi ragazzi, parla con l’arbitro e gli avversari, ritira la sua squadra. Niente partita per colpa di chi deve dare l’esempio (i genitori) e invece non lo fa. L’eco mediatica del gesto di Birindelli fa il giro d’Italia: complimenti bipartisan, profluvio di elogi come neanche in carriera da calciatore, buonismo in tutte le salse. Eppure l’estate scorsa Birindelli era stato chiaro al suo arrivo nella società nerazzurra toscana: educazione, rispetto e sportività. Da parte dei giovani atleti, ma anche e soprattutto dai loro genitori e da tutti i componenti del suo staff. Sabato la prova: qualcuno ha sgarrato, il mister è passato dalle parole ai fatti. Per dare l’esempio.
Risultato? Con un freddo comunicato stampa della Federcalcio provinciale: “Il giudice sportivo territoriale – si legge – esaminati gli atti ufficiali da cui si rileva che la gara è stata sospesa al 14’ del secondo tempo in quanto il Pisa 1909 ha rinunciato al proseguimento della disputa della stessa, visto l’articolo 53 comma 2 delle norme federali, decide di infliggere al Pisa 1909 la punizione della perdita della gara per 0-3, nonché la penalizzazione di 1 punto in classifica”. E la multa? “Per intemperanze dei propri tifosi”. Non solo. Ieri Birindelli è stato ascoltato dalla commissione disciplinare, per una sorta di supplemento d’indagine. Al momento, però, nessuna sanzione. Resta tuttavia il paradosso di un provvedimento a carica di una società (colpevole) per l’iniziativa di un suo tesserato (l’allenatore, non colpevole) che ha reagito a quanto fatto dai papà sugli spalti, unici, veri colpevoli della vicenda. Una decisione automatica ma miope quella della Federcalcio. Che ha sì fatto rispettare una norma del regolamento, ma non ha avuto l’elasticità mentale di comprendere come la fredda applicazione della legge si è rivelata una toppa peggiore del buco. Come si poteva ovviare? Almeno in questo caso, bastava che gli organi territoriali chiedessero la sospensione del giudizio.