Editoriale d’apertura di Michele Santoro, che esordisce: “Internet ha smesso da tempo ad essere appannaggio degli intellettuali. I movimento neofascisti stanno alzando la testa perché sentono che la crisi ha toccato milioni di persone”. E aggiunge: “La rabbia si diffonde nella rete e si sta costruendo un senso comune che si oppone ai media, tv e giornali”. Il giornalista menziona il suo autista, Alberto Zito, morto recentemente per una malattia: “Mi ha insegnato che la vita è veramente bella e che noi abbiamo la responsabilità di viverla insieme agli altri. Siamo fratelli d’Italia perché non ci facciamo dominare dalla paura, né dal bisogno di sfruttarla”
Politica
Servizio Pubblico, Santoro: “Fratelli d’Italia”
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