Democracia nacional, la Falange, Alianza nacional e Nudo patriota danno vita a España en marcha, coalizione di estrema destra. L'obiettivo è testare il consenso in vista delle politiche, amministrative e municipali del 2015
‘Cara al sol’, l’inno della Falange spagnola, potrebbe risuonare anche a Strasburgo. Quattro partiti dell’estrema destra – Democracia nacional, la Falange, Alianza nacional e Nudo patriota – hanno concluso un accordo nel corso di una riunione a Madrid per dare vita alla coalizione España en marcha (Spagna in marcia) e presentarsi alle elezioni europee del prossimo maggio. La formula è raccogliere le adesioni di 50 cariche elette, cosa che potrebbe verificarsi, oppure 15mila firme tra i cittadini. L’obiettivo è quello di conquistare almeno un seggio all’Europarlamento. “Non arriveremo mai al potere per vie elettorali. Credo però che in una situazione di grave crisi, se organizziamo l’esercito di militanti al momento opportuno, potremmo esser una forza decisiva per conquistare il potere o, come minimo, avere un’influenza politica significativa” ha assicurato l’avvocato Eduardo Arias, presidente del Nudo patriota e promotore della sigla, al sito di informazione d’ultradestra Patriotas.es.
Non lo dicono apertamente, ma questa nuova alleanza che si prepara a correre alle Europee 2014 è in realtà un banco di prova per calibrare appoggi e potenziare la capacità organizzativa dell’estrema destra iberica in vista di quello che sarà il 2015. L’anno della Spagna al voto: elezioni municipali, amministrative e politiche, in un panorama dove la crisi potrebbe ancora essere al centro del dibattito. Ed è proprio sulla crisi che i partiti nazionalisti puntano tutte le loro fiches. “Potremmo diventare la quarta forza politica in Spagna”, pronostica Arias. Il leader del Nudo patriota è convinto che “una parte di spagnoli, tra l’1 e il 5 per cento, si identificano con noi. Un altro 20 per cento poi simpatizza con i nostri movimenti. Ma finora questa parte di popolazione non ci ha considerato una reale alternativa politica per la scarsità di numeri e la dispersione nei vari partiti. Quello che conta oggi – continua Arias – è cancellare quella dispersione e unire le forze”.
Detto fatto. La galassia nera di Madrid prima ha marciato compatta lo scorso 12 ottobre al día de la Hispanidad, la festa dell’Unità nazionale. Poi ha reso omaggio a Francisco Franco il 20 novembre, anniversario della sua scomparsa. E proprio in quella occasione ha lanciato per la prima volta la nuova sigla unitaria España en marcha. Pericolosi e violenti (basti ricordare l’assalto dello scorso settembre alla libreria Blanquerna di Madrid, dove si parlava di indipendentismo catalano), i nostalgici del Caudillo, finora confinati alla marginalità e alla divisione, adesso provano a mettere insieme le forze, sperando di raccogliere qualche consenso dai delusi del Partido popular di Rajoy – che secondo i sondaggi continua a perdere preferenze – e far propria la politica dei loro omologhi europei, puntando il dito contro l’immigrazione, i politici, l’Unione europea, la moneta unica, il separatismo catalano e basco. Tutto in difesa delle vittime della crisi.
Non manca nemmeno il papabile candidato della formazione. Secondo alcune fonti potrebbe essere Manuel Canduela, di Democracia nacional, in passato condannato per aggressione. Storica figura del gruppo violento Acción radical tra la fine degli anni Ottanta e metà dei Novanta, Canduela è il più “europeo” tra i leader neonazisti spagnoli. E’ stato più volte invitato ai raduni europei dei movimenti di estreme destra. E senza dubbio il suo amico più intimo è Gabor Vona, leader del partito ultraconservatore ungherese Jobbik, che è anche la terza forza politica del Paese. Dal 2009 Democracia nacional partecipa al cosiddetto festival d’estate Magiar Sziget a Budapest, organizzato dai movimenti nazionalisti dell’Ungheria e conosciuto come il luogo di ritrovo annuale per i neofascisti di tutto il mondo. Sulla candidatura di Canduela però non tutti sembrano concordare. Ma che sia lui o qualcun altro poco importa. L’obiettivo, per l’estrema destra spagnola, in ogni caso resta l’Europa.