Il Guardasigilli spiega di avere disposto "una approfondita indagine conoscitiva". Ma invita a non "trarre conclusioni affrettate ed emotive sulla rieducazione della pena". Grasso: "Le evasioni ostacolano lo sfollamento dei penitenziari". Il Dap avvia un'azione disciplinare nei confronti del direttore della casa circondariale di Marassi
Il sistema delle carceri al centro delle polemiche, dopo due evasioni in due giorni. Prima il serial killer di Genova, poi il pentito di camorra a Pescara. E il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, riferisce alla Camera. “Sia il magistrato di sorveglianza sia la direzione del carcere erano a conoscenza dell’intero percorso personale e criminale di Bartolomeo Gagliano”, sono le parole del Guardasigilli a Montecitorio sull’evasione del detenuto dal carcere di Marassi. Una versione che smentisce quanto sostenuto dal direttore del penitenziario di Genova, Salvatore Mazzeo: “Noi non sapevamo che aveva quei precedenti penali, per noi era un rapinatore”. Nei suoi confronti, il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria ha avviato un’azione disciplinare. Il Guardasigilli ha parlato anche dell’evasione del pentito di camorra a Pescara. “Su questo caso sono in corso gli accertamenti necessari”, ha spiegato Cancellieri. “Dalle prime informazioni risulta comunque che il detenuto in questione sarebbe stato liberato nel giugno del 2014”.
Ma al centro del discorso del ministro rimane l’episodio di Genova. Sull’evasione di Gagliano il ministro spiega di avere disposto “una approfondita indagine conoscitiva“. Ma invita a non mettere in discussione l’istituto dei permessi premio. “Non è da un singolo episodio che si possono trarre conclusioni affrettate ed emotive su istituti irrinunciabili per l’attuazione del principio costituzionale della rieducazione della pena”, ha precisato il ministro. Sul tema si pronuncia anche il presidente del Senato Pietro Grasso, per il quale questi episodi ostacolano “l’alleggerimento del sovraffollamento delle carceri”, mentre il deputato leghista Nicola Molteni chiede le dimissioni del ministro.
Cancellieri: “Gagliano era lucido e collaborativo”. Il Guardasigilli entra poi nel vivo delle polemiche, che vertono sulla concessione dei permessi premio. Mentre in una prima fase le richieste di Bartolomeo Gagliano sono state tutte rigettate, con l’approssimarsi della data di liberazione, il giudice ha ritenuto di concedere i due permessi (il primo a settembre, il secondo a dicembre), “proprio al fine di preparare il detenuto all’uscita definitiva dal carcere (prevista nell’aprile del 2015) determinando la presa in carico da parte del locale dipartimento di salute mentale”. “Gagliano era lucido nelle Il ministro ricorda che la relazione sanitaria su Gagliano datata 11 giugno 2013 riferiva che l’uomo era “nel corso delle ultime visite psichiatriche effettuate, sempre vigile, lucido ed orientato nei parametri di realtà, tranquillo, disponibile ai colloqui, collaborativo e sufficientemente adeguato nelle modalità relazionali. Non si sono riscontrati segni nè sintomi psicotici produttivi in stato di acuzie. Allo stato attuale non assume psicofarmaci, che in base al quadro psichico riscontrato non risultano strettamente necessari”.
“La condotta in carcere è stata oggetto di elogio”. La condotta penitenziaria, ha aggiunto Cancellieri, “risultava priva di rilievi disciplinari e, in alcune occasioni, addirittura oggetto di elogio da parte della polizia penitenziaria. Su queste basi, la magistratura di sorveglianza sollecitava la presa in carico da parte del Servizio di salute mentale, nel corso degli eventuali permessi che veniva assicurata con appuntamenti fissati preventivamente dagli operatori”. “A seguito di tale istruttoria e sulla base delle risultanze acquisite con provvedimento in data 17 agosto 2013 – ha proseguito il ministro – veniva concesso un primo permesso premio accompagnato da prescrizioni cautelari prevedendo l’accompagnamento del cappellano. All’esito del primo permesso, si aveva un riscontro positivo circa la condotta del detenuto, sia da parte del cappellano, sia da parte della madre e del Servizio di salute mentale”. Il secondo permesso è stato concesso con provvedimento del 21 novembre. “In questa occasione” ha aggiunto il ministro “come noto, non ha fatto rientro in istituto”.
Avviata azione disciplinare per il direttore del carcere. Il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, “oltre a disporre indagini interne volte ad accertare la dinamica dei fatti, ha avviato un’azione disciplinare nei confronti del Direttore della casa circondariale di Marassi in relazione alle inopportune e intempestive dichiarazioni rese alla stampa”. Lo riferisce una nota del Dap in relazione all’evasione del serial killer Bartolomeo Gagliano dal carcere genovese.
Grasso: “Le evasioni ostacolano lo sfollamento delle carceri”. Le recenti evasioni di detenuti in permesso “non aiutano il processo di alleggerimento del sovraffollamento delle carceri”. Lo afferma il presidente del Senato, Pietro Grasso. “Se queste persone avessero senso di responsabilità dovrebbero costituirsi per evitare che ci siano ripercussioni in tutto il mondo carcerario”. “Il sistema carcerario si basa sul recupero del detenuto anche attraverso il sistema dei permessi premio e del loro reinserimento sociale e lavorativo. Perché la rieducazione della pena è il principio cardine da perseguire fino in fondo. Se fallisce questo sistema, si finisce con l’applicazione di un rigore che finisce con il danneggiare tutti: a partire dai detenuti”.
Molteni (Lega): “Cancellieri si dimetta”. “Il ministro si assuma la responsabilità di queste politiche di premi ai criminali e si dimetta”, è la richiesta di Nicola Molteni, deputato della Lega Nord. “Siamo di fronte a una vicenda agghiacciante e una fredda relazione non ci basta assolutamente. Servono azioni concrete affinché episodi simili non si ripetano mai più”. Il parlamentare del Carroccio parla di “vicenda indecente, agghiacciante e vergognosa”. E attacca in Aula il Guardasigilli: “Il suo bollettino parrocchiale non ci basta“.