Il presidente e l'ad del Lingotto hanno scritto una lettera ai dipendenti, rivendicando la decisione di non chiudere gli stabilimenti italiani. I due hanno ricordato i "segni di debolezza" del mercato, ma si sono detti convinti di "centrare gli obiettivi che ci siamo posti"
Scelte coraggiose e nuovi investimenti. E’ quanto rivendicano John Elkann e Sergio Marchionne, presidente e amministratore delegato di Fiat, in una lettera inviata ai dipendenti del gruppo per augurare buone feste. “Abbiamo preso alcune decisioni coraggiose – scrivono i vertici del Lingotto – che riguardano soprattutto gli stabilimenti italiani e che siamo convinti ci ripagheranno nei prossimi anni: invece di chiudere alcuni impianti, abbiamo scelto di puntare sulla parte alta del mercato, sfruttando appieno le potenzialità dei nostri marchi e i numerosi vantaggi che ci derivano dall’alleanza con Chrysler“.
“Abbiamo avviato una serie di investimenti che proseguiranno nei mesi e negli anni a venire: l’obiettivo è di usare i nostri stabilimenti come base per la produzione di veicoli destinati ai mercati di tutto il mondo”, scrivono vertici del Lingotto, senza ricordare, però, che una buona fetta degli investimenti provengono da un finanziamento dell’Unione europea. “Il mercato europeo dell’auto, e quello italiano in particolare – aggiungono Marchionne ed Elkann – hanno continuato a mostrare segni di debolezza, rendendo ancora più impegnativo il nostro compito”. La crisi dell’automobile, infatti, non accenna a frenare. Un momento di difficoltà a cui non fa eccezione il Lingotto, che ha visto calare le vendite del 4,5% a novembre.
E nonostante tutto, Elkann e Marchionne si mostrano ottimisti. “Il nuovo anno si annuncia ricco di sfide impegnative. Sappiamo che il mercato continuerà a essere difficile, ma siamo convinti di poter centrare gli obiettivi che ci siamo posti”. In quello che definscono “un anno molto difficile”, il pensiero di presidente e ad Fiat lodano “la dedizione e la concentrazione” dei dipendenti. “Anche in quanti di voi hanno lavorato in modo saltuario, lo sconforto non ha prevalso”, scrivono i due, riferendosi alle migliaia di lavoratori in cassa integrazione.