L'accusa è di tentata estorsione a Impregilo. Nell'ambito dell'inchiesta, che riguarda gli appalti a Panama, l’imprenditore Angelo Capriotti ha riferito ai pm che l'ex direttore de 'L'Avanti' avrebbe procurato alcune prostitute al Cavaliere registrandoli poi di nascosto in video
Arrestato con l’accusa di tentata estorsione ai danni della società Impregilo. La Digos di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’ex direttore de L’Avanti Valter Lavitola, che ha raggiunto il carcere di Poggioreale. Nell’ambito dell’inchiesta, che riguarda gli appalti a Panama, l’imprenditore Angelo Capriotti – tra i soci del consorzio italiano Svemark – ha inoltre riferito ai pm Piscitelli e Woodcock che Lavitola avrebbe procurato alcune prostitute a Silvio Berlusconi – per il quale “non è emersa alcuna ipotesi di reato” – filmando poi di nascosto i video degli incontri. Il giornalista è già stato condannato con sentenza definitiva a “tre anni e otto mesi di reclusione per una vicenda legata ai contributi all’editoria”. Poi, prosegue l’ordinanza, “è stato condannato con sentenza di primo grado confermata in appello, per la tentata estorsione a Berlusconi” ed è “prossimo al giudizio per la vicenda relativa alla compravendita dei senatori”.
L’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, nega però che vi sia stato alcun incontro. Dunque, aggiunge, “non possono essere mai esistiti i pretesi video”. Inoltre, aggiunge, “i trasferimenti e le permanenze del presidente del Consiglio dei ministri in Brasile e a Panama sono stati scanditi da continui incontri ufficiali, con la costante presenza, giorno e notte, della sicurezza locale e della tutela del personale della Presidenza del Consiglio. Si tratta quindi di dichiarazioni di pura fantasia”.
Capriotti, il 9 aprile scorso, ha riferito ai magistrati che, in occasione di un soggiorno a Panama, secondo quanto riferitogli da Lavitola, quest’ultimo “aveva procurato, come avvenuto in Brasile, delle ragazze ‘mercenarie’ per il presidente del Consiglio italiano“. Capriotti sostiene inoltre che l’imprenditore Mauro Velocci gli disse che “aveva poi sottratto a Lavitola, duplicandoli, dei video a luci rosse riguardanti tali incontri, video che Lavitola stesso gli aveva girato di nascosto”. Secondo Capriotti, Velocci disse anche di essere in possesso di video che riprendevano il presidente di Panama, Martinelli, intento ad assumere cocaina. “Io non ho però, mai visto tale video – ha dichiarato – so che Velocci si sentiva molto potente dopo avere svuotato i computer e i telefoni di Lavitola”.
Secondo l’accusa, Lavitola avrebbe esercitato attraverso Berlusconi (“vettore inconsapevole” e pertanto non indagato) indebite pressioni e minacce di ritorsioni su Impregilo per costringere la società a realizzare comunque un ospedale pediatrico nella regione di Veraguas (zona di origine del presidente Martinelli), nonostante l’opera fosse subordinata alla concessione dell’appalto per la metropolitana cittadina, poi affidato a una società brasiliana. L’ordinanza di custodia cautelare riporta una conversazione tra il presidente di Impregilo Massimo Ponzellini e Silvio Berlusconi, intercettata sul cellulare di Ponzellini il 2 agosto 2011 dalla procura di Milano. I pm indagavano su di lui per il suo ruolo di presidente di Banca Popolare di Milano e per i rapporti dell’istituto di credito con il gruppo Corallo. Berlusconi chiama Ponzellini e gli dice “che sulla questione ospedali dovete trovare l’accordo per Panama… altrimenti il Presidente del Panama rilascerà alle 19.30 di questa sera ora panamense una dichiarazione per bloccare l’opera di Impregilo sullo stretto con grave tracollo in borsa per Impregilo (…) conseguente l’informazione così come l’hanno lasciata scritta a seguito questo qui è quel tale Lavitola (…) amico del Presidente di Panama”.
Il giorno dopo Ponzellini telefona all’amministratore delegato di Impregilo Adalberto Rubegni (coindagato con Lavitola per il reato di corruzione internazionale) e commenta così la chiamata dell’ex premier: “Ho preso un’inculata ieri sera sfurioso dal presidente Berlusconi… perché gli ha telefonato Lavitola che Martinelli è incazzato…”. I due si lamentano a lungo dell’ex direttore de L’Avanti e delle sue intromissioni nelle questioni panamensi. Sentito dai pm di Napoli il 27 luglio 2012, Ponzellini conferma il contenuto di queste telefonate e aggiunge: “In un’occasione io dissi chiaramente a Berlusconi che, secondo me, Lavitola era una persona da lasciar stare”.
La circostanza dell’accordo sulla costruzione dell’ospedale come ‘corrispettivo’ dell’eventuale appalto per la metropolitana viene confermata da una comunicazione di Impregilo al ministro degli Esteri Franco Frattini che “sentito in data 17 maggio 2013 – si legge nell’ordinanza – ha riferito anche il suo personale imbarazzo rispetto ai contenuti, pressoché evidenti, di quegli accordi”. Dichiarando ai pm che l’impegno per la realizzazione dell’ospedale fu assunto direttamente da Berlusconi all’esito del viaggio che fece nel giugno 2010 a Panama accompagnato dall’ex direttore del giornale. Berlusconi, nella ricostruzione dell’ordinanza, chiese a Frattini di trovare degli imprenditori italiani disposti ad accollarsi una parte della spesa perché al resto avrebbe provveduto personalmente.
Per i magistrati di Napoli la promessa di Impregilo di assunzione degli oneri economici della realizzazione dell’ospedale era un modo mascherato per offrire “tangenti” al presidente Martinelli attraverso un imprenditore a lui strettamente collegato, “verosimilmente Rogelio Oruna Aguilar, imprenditore col quale Martinelli aveva un vero e proprio rapporto occulto di società di fatto, avendo già svolto il ruolo di collettore delle tangenti a lui destinate in altre occasioni”
L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip su richiesta della sezione Reati conto la pubblica amministrazione della Procura di Napoli. I pm hanno ipotizzato anche il reato di corruzione internazionale, non condivisa dal gip che ha ritenuto sussistere l’ipotesi meno grave dell’istigazione alla corruzione, per la quale la richiesta di misura cautelare non è stata accolta. L’attività investigativa che ha portato all’emissione del provvedimento cautelare costituisce lo sviluppo di più ampie indagini, coordinate dai magistrati della Procura di Napoli e condotte dalla Digos della Questura di Napoli, sulle attività di Valter Lavitola nel contesto di iniziative imprenditoriali poste in essere da alcune importanti aziende italiane al di fuori del territorio nazionale.