“Se noi riusciamo nell’operazione di trasferire risorse da chi ha una bassa propensione al consumo, che sono i ricchi, a chi ha un’alta propensione al consumo, possiamo far ripartire l’economia. Magari non di 200 miliardi di euro, ma la farei di 80 miliardi di euro“. Questa la proposta che Pietro Modiano, ex direttore generale di Intesa Sanpaolo e attuale presidente di Sea, aveva lanciato agli inizi di settembre 2013 durante un’intervista trasmessa da trasmesso da Presadiretta dal titolo ‘Ricchi e poveri’, in onda su Rai3. “Io – aveva proseguito Modiano – la farei sul patrimonio liquido di quel 10% degli italiani che sono più ricchi e che posseggono quasi il 50% di tutta la ricchezza privata del Paese. E questo ammontare di 80 miliardi di euro lo ripartirei in 4 anni, 20 miliardi all’anno, che è l’1% e rotti del Pil”. Una proposta che lo stesso Modiano aveva già presntato a luglio 2011 dalle colonne del Corriere della Sera dove, tuttavia, aveva sollecitato una patrimoniale secca da 200 miliardi di euro. Ed, ora, l’ex banchiere torna alla carica sulla patrimoniale una tantum a carico delle famiglie più ricche ma con altri numeri: “Prelievo forzoso al 10% e gettito di 113 miliardi di euro”
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