Lettera di Marco Travaglio a Eugenio Scalfari, a cui chiede: “Lei non ha mai dedicato una riga alle minacce di Totò Riina arrivate al pm Di Matteo, dopo averlo attaccato per le telefonate tra Napolitano e Mancino. E Napolitano non ha mai dato la sua solidarietà a Di Matteo, che coordina le indagini sulla trattativa Stato-mafia, ma ha espresso solo una generica vicinanza a tutta la magistratura minacciata. Ma” – osserva – “Riina non ha solo minacciato Di Matteo, ha ordinato di ucciderlo in una strage simile a quelle che assassinò Falcone e Borsellino“. Il vicedirettore de “Il Fatto Quotidiano” aggiunge: “Cosa impedisce a lei e a Napolitano di citare Di Matteo per nome e cognome? Il dubbio è che per voi Di Matteo sia innominabile perché osò intercettare Mancino e incappò nelle telefonate con Napolitano. Caro Scalfari, perché non usa la sua influenza per dire a Napolitano di correre a Palermo e testimoniare?” E osserva come in passato il giornalista di Repubblica era solito criticare molti capi dello Stato: “Lei chiese addirittura la perizia psichiatrica per Cossiga, perchè faceva politica dal Colle“. Inevitabile la menzione dello scontro tra Scalfari e Barbara Spinelli: “Lei se l’è presa con la Spinelli per negarle di scrivere che a volte Grillo ha ragione e Napolitano torto. Lei difende Napolitano a prescindere e bacchetta chi lo critica. Ha detto a Spinelli che non conosce la storia d’Italia. La Costituzione non prevede un Capo dello Stato ‘a condizione che’. Scalfari, sarebbe bello se chiedesse scusa a Spinelli“. E conclude: “Caro Scalfari, è Natale. Sarebbe bellissimo se lei convincesse Napolitano a inviare un messaggio a Di Matteo”