“Lampedusa non è zona franca dove si calpestano i diritti”. A condannare duramente il trattamento riservato ai migranti nel Centro di soccorso e di prima accoglienza di Lampedusa, come emerso in un recente filmato trasmesso dalla Rai, è il ministro dell’interno Angelino Alfano, intervenuto alla Camera per un’informativa urgente. “Le modalità seguite, se appaiono sul piano tecnico del tutto inappropriate, certamente su quello umano sono inaccettabili”. E lo Stato non può considerarsi estraneo alla vicenda: “Non si può ritenere che l’intervento di soggetti del terzo settore valga a liberare lo Stato da ogni responsabilità. Al contrario, è essenziale che gli organi di Governo mantengano sempre il pieno controllo delle attività che si svolgono all’interno dei centri”.
Secondo quanto ricostruito, durante “un intervento di profilassi, consistente nel cospargere un’apposita soluzione disinfettante, alcuni stranieri, in attesa di essere sottoposti al trattamento, spazientiti per la lunghezza delle operazioni, avrebbero cominciato a denudarsi in uno spazio all’esterno della cabina di legno, quindi, all’aperto. A questo punto, il medicinale disinfettante è stato cosparso utilizzando una pompa, come mostrano le immagini. Il comportamento spersonalizzante, l’assenza di sensibilità e il disprezzo che si coglie per le esigenze di rispetto della dignità e della riservatezza della persona, hanno sollecitato la reazione più ferma”.
Una constatazione a cui seguono alcuni provvedimenti: “E’ stata avviata la procedura di risoluzione della convenzione con la Cooperativa affidataria della gestione del centro di Lampedusa, per grave inadempienza contrattuale. Alla risoluzione, che sarà operativa tra 30 giorni, seguirà l’affidamento ad un nuovo gestore. La reazione che è seguita all’episodio dimostra che non siamo disponibili a transigere sui principi umanitari e costituzionali, ma che nessuna clausola o condizione contrattuale potrà mai presupporne un affievolimento o una loro ridotta tutela”.