Anche quest’anno si è svolta la consueta maratona televisiva a favore di Telethon. Del resto, Telethon è proprio la contrazione di Television Marathon (a suo tempo inventata dal comico Jerry Lewis) ed il suo scopo è noto: raccogliere fondi da destinare alla ricerca volta alla cura delle malattie genetiche, in particolare la distrofia muscolare. Più di trenta milioni di fondi raccolti quest’anno, che confermano un trend davvero lussuoso.
Non esiste nessuna raccolta fondi in campo scientifico che sia in grado di mettere in campo così tante risorse e rastrellare così tanti soldi. Del resto, la Rai ci mette la faccia, anzi, le facce, tipo Conti, Frizzi, Venier, Insinna, Clerici, insomma, gente che “buca il video”. Il presidente di Telethon è il ben noto pluripresidente Luca Cordero di Montezemolo (succeduto a Susanna Agnelli). E dietro c’è una potenza come Bnl Paribas. Lo stesso Presidente della Repubblica si è speso a favore. E, molto terra terra, quante volte vi chiedono le cassiere del supermercato se volete fare un’offerta a Telethon?
Insomma, una “macchina da guerra” volta a fare del bene all’umanità. Questo è quello che appare.
Ma se su Telethon si dice tutto il bene possibile, viene invece nascosto un dato, ossia che gli istituti di ricerca usano anche la vivisezione per fare esperimenti. Anzi, a detta loro, cioè di Telethon, la vivisezione sarebbe irrinunciabile per raggiungere dei risultati.
A parte il fatto che c’è chi afferma che rispetto ai finanziamenti che Telethon ottiene, la ricerca non raggiunge poi grandi risultati, ed anzi le malattie genetiche stanno aumentando in maniera esponenziale, ma forse c’è almeno da dubitare che la vivisezione sia effettivamente necessaria per raggiungere i tanto agognati risultati. Per lo meno, voci autorevoli di scienziati sostengono che, al di là della crudeltà del mezzo, la vivisezione – oggi definita “sperimentazione animale” – non è poi così utile/necessaria.
Ma al di là che serva o non serva, quello che lascia allibiti (ma non poi troppo conoscendola…) è ancora una volta il cattivo servizio pubblico fatto dalla Rai. Nel caso, una scintillante campagna promozionale, un gigantesco spot, senza che nulla venga detto rispetto a questo problema. Che pure esiste.