Khalid Chaouki, di origini marocchine, dichiara di voler rimanere a oltranza nel Cie: "Ci sono ancora 7 sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre e 6 migranti in sciopero della sete e della fame da due giorni". Anche il premio Nobel per la Pace Betty Williams si appella al premier Letta: "Chiuda quei campi". Giovanardi: "No a diritti senza doveri"
Rinchiuso nel centro di accoglienza di Lampedusa per denunciare la violazione dei diritti degli immigrati. Questa la protesta del deputato del Partito democratico Khalid Chaouki, di origini marocchine. Chaouki ha postato sul proprio profilo Twitter una foto scattata all’interno della struttura. “I Cie sono davvero la negazione della dignità delle persone”. Ha detto il deputato in collegamento telefonico con RaiNews24. “Il centro d’accoglienza di Lampedusa è un luogo indegno, – denuncia – ci sono ancora sette sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre e 6 migranti in sciopero della sete e della fame da due giorni”. “Resterò fino a quando non sarà trovata una soluzione”. “Qui continua a piovere. Recuperati i panini, ognuno mangia nel suo letto o nel cortile. Manca una mensa”. Scrive ancora con un tweet il deputato.
video di Cosimo Caridi
Chaouki, 30 anni, è arrivato alle 10 di domenica mattina nel centro di Lampedusa. “Sono venuto a vedere quello che succedeva – spiega – dopo l’informativa di ieri del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Non mi pare che le cose siano come le descrive lui: ci sono più di 200 migranti che vivono qui da mesi, quando le norme internazionali prevedono una permanenza massima di 96 ore. Sette eritrei, sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre, sono ancora qui”. “Nel centro – aggiunge – le condizioni sono disastrose: entra acqua dal tetto, alcune stanze sono allagate. Davanti ai morti di due mesi e mezzo fa, abbiamo assistito al lutto e al cordoglio e siamo ancora alle promesse”. “Oggi ho mangiato con i migranti e resterò qui a dormire – conclude – fino a quando non sarà ripristinata la legalità e l’Italia non si adeguerà alle norme del diritto internazionale”. E al deputato democratico arriva la vicinanza e l’appoggio del partito. “Il Pd è con te. Centri come quelli di Lampedusa non possono essere tollerati. E li chiamano di accoglienza…”. E’ il tweet inviato a Chaouki, dal deputato Davide Faraone, componente della segreteria del partito, che ha anche chiamato al telefono il suo collega. La protesta di Chaouki arriva all’indomani della visita nel centro di accoglienza del neo segretario del Pd Matteo Renzi (guarda).
Arriva anche il sostegno del presidente del Pd, Gianni Cuperlo: “Gli ho telefonato nel pomeriggio. Gli ho espresso la solidarietà e la vicinanza di tutto il Pd. Il suo gesto, che io considero un gesto certo estremo, ma di grande responsabilità civile, è l’ennesimo tentativo di dire all’opinione pubblica che l’esperienza dei Cie è una esperienza da chiudere. Siamo di fronte al fallimento di leggi come la Bossi-Fini che vanno assolutamente superate perché sbagliate e non utili a governare un fenomeno come quello dell’immigrazione. Il governo deve assumere al più’ presto l’iniziativa per portare in Parlamento una nuova legge di civiltà”.
Arriva invece la critica del senatore del Nuovo centrodestra, Carlo Giovanardi: “Azioni come quella del Parlamentare del Pd, al di là di ogni buona intenzione, lanciano il devastante messaggio che l’Italia è il Paese dei diritti senza regole e doveri, dove chi protesta più forte ha sempre ragione: gestire la complessità dei fenomeni migratori non rispettosi delle nostre leggi, davanti a simili iniziative e alla loro amplificazione mediatica, diventa impresa impossibile per qualsiasi Governo”. “Questo Paese non si salverà, – continua Giovanardi citando Aldo Moro – la stagione dei diritti e delle libertà sarà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere”.
Intanto, dopo le immagini trasmesse dal Tg2 sul trattamento dei migranti (guarda) e la protesta di sabato 21 dicembre al centro di Roma dove dieci immigrati si sono cuciti la bocca, anche il premio Nobel per la Pace e attivista nordirlandese Betty Williams lancia un appello alla politica italiana: “Voglio appellarmi a tutte le forze politiche presenti nel vostro Parlamento affinché venga abolita la legge Bossi-Fini così come è. Che venga trovato il modo di coinvolgere fin da subito il mondo del volontariato ed il sistema dei Comuni nell’accoglienza di questi uomini e donne che cercano prima di tutto un conforto dalla disperazione”. Il premio Nobel si rivolge anche al presidente del Consiglio Enrico Letta: “La prego, Primo Ministro Letta, chiuda subito questi campi. Con quale spirito vi preparate al Natale quando tutti sanno che ci sono persone in campi di concentramento?”. Queste le parole della Williams, in visita a Reggio Calabria per presentare la città della pace per i bambini provenienti dalle zone di guerra.