La lente d’ingrandimento dell’Antitrust è puntata su Groupon, uno dei siti più famosi al mondo per la vendita di servizi e prodotti a prezzi scontati. L’Autorità, dopo la segnalazione delle associazioni dei consumatori, ha aperto un’istruttoria per verificare possibili pratiche commerciali scorrette. Ma l’azienda si dichiara disponibile a collaborare “attivamente per far sì che i diritti dei consumatori siano pienamente rispettati”.
Secondo gli uffici dell’authority, alcune società del gruppo internazionale Groupon (Groupon s.r.l., Groupon International GmbH, Groupon International Travel GmbH, Groupon Goods Global GmbH) potrebbero avere effettuato scorrettezze a danno dei consumatori. L’attenzione è focalizzata soprattutto su due particolari: la diffusione, attraverso il sito internet del gruppo – nella fase precedente all’acquisto dei coupon – di informazioni commerciali ingannevoli e omissive che creano confusione nel consumatore, legate ai prezzi e alle caratteristiche delle offerte pubblicizzate. Inoltre, secondo le associazioni di categoria, il servizio di assistenza clienti non sarebbe in grado di far fronte ai reclami dei consumatori nelle diverse ipotesi in cui i coupon acquistati non sarebbero utilizzabili, ostacolando così l’effettivo esercizio dei diritti contrattuali.
Potrebbero rientrare in questa pratica il rimborso effettuato attraverso i buoni anziché con la restituzione dei soldi, il mancato o parziale rimborso dei coupon non utilizzati per cause addebitabili alle società del gruppo Groupon o ai loro partner (es. nei casi di overbooking), i comportamenti dilatori del call center nel rispondere o nel dare seguito alle richieste di rimborso e di recesso.
Ma dall’azienda fanno sapere che “Groupon si impegna costantemente per fornire un servizio capace di soddisfare gli interessi della clientela”, e assicura che il proprio modello di business e le proprie procedure organizzative “evolvono costantemente per garantire ai consumatori la migliore esperienza d’acquisto ed alti standard qualitativi”. Tra i soggetti che hanno segnalato all’Antitrust le presunte irregolarità del sito ci sono Altroconsumo, Cittadinanzattiva, Adiconsum-Veneto, Sportello Europeo Consumatori-Trento, Associazione Consumatori Utenti-ACU Piemonte, Nero su Bianco e oltre 600 singoli cittadini.