Camera e Senato hanno approvato la discussione finale sui due testi. Sono continuate anche oggi le proteste di M5S e Lega sul provvedimento dei costi immobiliari. I 5 Stelle a Palazzo Madama hanno manifestato alzando cartelli in cui chiedevano ai partiti di versare parte dei loro stipendi nel fondo per la piccola media impresa
Doppio voto di fiducia in Parlamento nel giorno dell’antivigilia di Natale. In Senato è stata approvata definitivamente la legge di stabilità. La manovra dopo l’esame della Camera vale 14,7 miliardi e secondo quanto emerge dalle tabelle le maggiori tasse pesano per 2,1 miliardi: le entrate vengono tagliate per 6,080 miliardi e aumentate per 8,212. Le misure sulla casa invece comporterebbero parità di gettito, con un peso equivalente Imu-Tasi pari a oltre 3,7 miliardi. Montecitorio ha invece confermato la fiducia sul decreto Salva Roma, al centro delle polemiche nei giorni scorsi. Il voto finale sul provvedimento sarà il 27 dicembre. Il M5S promette ostruzionismo a meno che il governo, nel prossimo consiglio dei ministri, non accolga le richieste sulla revocabilità dei contratti di locazione da parte della pubblica amministrazione. Il decreto legge Salva Roma sarà poi all’esame dell’Aula del Senato sabato mattina 28 dicembre a partire dalle ore 11.
Voto di fiducia al Senato per la legge di stabilità
Nuova protesta dei 5 Stelle a Palazzo Madama che alzano cartelli in cui chiedono ai partiti di versare parte dei loro stipendi nel fondo per la piccola media impresa, creato dopo le loro richieste: “Fate un regalo di Natale”, si legge, “restituite anche voi i soldi a questo iban”. Il codice è stato distribuito a tutti i parlamentari di tutti i partiti per invitarli a seguire l’esempio dei pentastellati che si sono tagliati fondi per 2,5 milioni di euro per restituirli alle imprese. Da giugno a ottobre, spiegano i senatori in una nota diffusa subito dopo il gesto di protesta in Aula, “i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno risparmiato oltre 2,5 milioni di euro che verranno destinati al Fondo per le piccole e medie imprese”. La cifra, si spiega, si somma a 1,5 milioni già risparmiati e versati sul Fondo di ammortamento per il debito pubblico. “Cosa aspettano i parlamentari degli altri partiti – chiedono i senatori del M5S – in primis del “nuovo” Pd di Renzi e quella Forza Italia che si dice vicina alle imprese ma non si è mai ridotta stipendi e non ha mai rinunciato al finanziamento pubblico ai partiti? Restituite anche voi alle piccole imprese metà degli stipendi e le diarie non spese”.
Il ministro Dario Francheschini ha difeso l’idea di porre la fiducia: “Il governo sostiene convintamente la legge di stabilità anche così come modificata dalla Camera”. Il ministro ha sottolineato che la richiesta è motivata “non solo da ragioni di calendario ma anche di merito”. Critiche sul provvedimento sono arrivate invece da Gianluca Susta di Scelta civica: “Chiediamo modifiche a breve con il dl Milleproroghe che rimedi al passo indietro sul fronte delle liberalizzazioni compiuto durante l’esame del ‘Salva Roma’ o non potrete venirci a chiedere un’ennesima fiducia”.
Voto di fiducia alla Camera sul decreto Salva Roma
E’ il decreto nato per intervenire sui debiti delle multiutilies della capitale ed è diventato il contenitore di numerosi interventi dal trasporto in Calabria alle scuole in Umbria. Il testo è stato oggetto di numerose contestazioni: prima fra tutte la cosiddetta norma contro i Comuni che ostacolano la diffusione delle slot machine sul territorio. Cancellata una volta arrivata a Montecitorio, è definita da Letta “un errore della maggioranza”. Fortemente critiche restano le opposizioni, dal M5S alla Lega fino a Forza Italia. “Votare ancora una volta una fiducia”, ha commentanto Stefania Prestigiacomo, “è il sintomo della incapacità del governo di gestire i lavori del Parlamento. Il governo è in chiara difficoltà, succube delle lobby, e non è più in alcun modo legittimato dagli elettori, e la coalizione delle larghe intese oggi è diventata la coalizione delle misere intese”, ha aggiunto contestando lo scarso impegno della maggioranza per la riduzione delle tasse“. E ha concluso contestando al governo “la costante della paura di scontentare questo o quell’altro” e bollando il decreto come “impresentabile ed invotabile”. Proteste anche dal deputato della Lega Nord Gianluca Buonanno che si è messo una molletta al naso e ha tirato fuori un cartello con la scritta “questo decreto puzza”.
Polemiche sulla norma per la rescissione degli affitti d’oro per lo Stato
A far discutere è ancora una volta la norma sugli affitti d’oro. Lo scontro è su un emendamento della stessa legge che contribuirebbe ad annullare la possibilità di rescissione dagli affitti onerosi per lo Stato presente nel decreto Salva Roma. “La polemica del M5S”, ha commentato Andrea Mazziotti, responsabile giustizia di Scelta Civica, “sul comma 254-ter della legge di stabilità che sarebbe una norma ‘salva casta’ per proteggere i ricchi contratti di locazione stipulati con la Camera dall’immobiliarista Scarpellini è una totale bufala. Il 254-ter infatti, esenta dal recesso solo gli immobili di proprietà dei fondi comuni di investimento, mentre Scarpellini possiede Palazzo Marini tramite la Milano 90 S.r.l., una normalissima srl che fa capo a lui personalmente. Quindi il diritto di recesso gli si applica comunque. Sarebbe bastata una ricerca su internet di pochi minuti per evitare di perdere una giornata di lavoro della Camera e risparmiare fiumi di inchiostro e di parole inutili”.
“Noi di SC, prosegue Mazziotti, siamo favorevoli al diritto di recesso appena introdotto, ma contrari a eliminare il 254-ter. I fondi immobiliari, infatti, sono in molti casi quotati e in mano ai risparmiatori, e di solito comprano immobili finanziandosi con dei mutui. È chiaro che un recesso del conduttore nel bel mezzo del mutuo (e anche solo il rischio di un recesso) li farebbe fallire, o comunque crollare in borsa uno dietro l’altro. Un bel risultato davvero. Siamo quindi a favore della riduzione dei costi, ma bisogna prevedere norme eque che non danneggino cittadini onesti solo per farsi pubblicità e vantarsi di aver colpito la casta. Questa vicenda dimostra che non si deve cedere davanti a chi urla più forte. Ci si sarebbe potuti risparmiare una pessima figura davanti a tutta Italia”.